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Table Football - review

Un Subbuteo in realtà aumentata.

Prima che l'universo conoscesse i fasti di FIFA o di Pro Evolution Soccer, quando il calcio balilla rappresentava lo sport vacanziero per antonomasia coi suoi ganci e i "guai a te se ti metti a girare!", l'ancora di salvezza per quelle coppie di ragazzini morbidi ai lati che tutto avrebbero preferito fare tranne che ritrovarsi sudaticci e ansimanti a rincorrere un vero pallone, rispondeva al nome di Subbuteo.

Sia chiaro, da bambino non ero affatto grasso, casomai avevo le ossa grandicelle: e pur preferendo il frenetico "calcetto" balilla a quel gioco da tavolo calcistico, ideato da un folle ornitologo inglese che ben pensò di chiamare la propria creazione col nome scientifico di un falco, non potevo certo esimermi dallo svuotare il portafogli paterno per poi obbligare chiunque capitasse a tiro ad emozionanti finali per il titolo di super-iper-mega campione galattico.

Un comodo tutorial introduce il giocatore ai principali funambolismi calcistici. Che puntualmente non riuscirete a riproporre.

A distanza di due buone decadi, in un'era in cui il venerando "tocco" si è evoluto nel ben più noto tap&swipe, vedere il vecchio Subbuteo nella line-up digital delivery di PS Vita non può non strappare un sorriso affettuoso alle leve più stagionate.

"Table Football l'esponente calcistico dell'AR Suite di casa Sony "

Eccoci dunque di fronte a Table Football, l'esponente calcistico dell'AR Suite di casa Sony dedicato ai nostalgici del pallone. Niente più scatole ingombranti, statuine in posa plastica e campi di gioco fai-da-te: per mandare in visibilio l'intero stadio bastano le sole AR Cards incluse nella confezione di PS Vita.

Proprio tali carte, tuttavia, rappresentano il primo di una lunga serie di difetti che affliggono l'IP in esame. Contrariamente ai due fratelli (Fireworks e Cliff Diving), che permettono di scoprire la magia della realtà aumentata disponendo anche di una sola carta, Table Football richiede inderogabilmente l'intero mazzo.

Il dispiego massivo di forze permette sì di creare campo, spalti gremiti e un tabellone con tanto di punteggio e timer, a patto di trovare una superficie abbastanza capiente da ospitare quello che, righello alla mano, occupa quanto un gioco da tavolo.

Il tutto, inutile sottolinearlo, con annessa illuminazione a giorno. Una volta inquadrate le sei carte, l'unico consiglio che posso darvi è quello di trasformarvi in statue di sale con facoltà di movimento ridotte al minimo: ruotare la PS Vita, una manovra necessaria per zoomare o per manovrare la telecamera di gioco, porta quasi sempre una o più carte oltre il campo d'acquisizione della console, riducendo il fiammante stadio ad un campetto scalcinato da oratorio o, nei momenti più critici, obbligando all'odiosa pausa forzata e relativa ricalibrazione.

L'utilizzo di tutte e sei le AR Cards, seppur particolarmente scomodo, permette di ricreare uno stadio completo.

Se iniziate a dubitare dell'effettiva utilità dell'AR in questo Subbuteo 2.0 state tranquilli, siete in buona compagnia. Non bastassero le magagne di una feature aggiuntiva al limite dell'inutile, il dazio di vituperi che sarete chiamati a versare è destinato a crescere rapidamente non appena ci si scontra con le meccaniche base del gioco.

Table Football è una bestia strana, una sorta di calcio a turni dove ogni giocatore ha a disposizione un diverso quantitativo di "punti" da spendere in passaggi, tiri e spostamento dei giocatori, sia in attacco che in difesa. Un'idea azzardata e lontana anni luce dal concetto attuale di calcio videoludico, ma che con un adeguato impianto tecnologico potrebbe anche riservare qualche piacevole sorpresa.

"Tecnologicamente parlando siamo alla fame"

Indovinate un po', tecnologicamente parlando siamo alla fame. Le arcinote proprietà del touchscreen rappresentano l'unico 'know how' necessario per affrontare i numerosi match tra le varie nazioni in gara: un tap verso un giocatore senza palla per un passaggio "semplice", un leggero swipe per farlo muovere (sia con la palla, sia senza), uno più deciso per passaggi alti e tiri dalla distanza. Che ci crediate o no, vi ho detto davvero tutto.

Ora, largo ai problemi. Il concetto di difesa viene praticamente annichilito, riducendo l'intera manovra ad un semplice "scaglia il tuo uomo più comodo contro il muso dell'attaccante avversario" che ci farà magicamente riguadagnare il possesso di palla. Quest'ultima, dal canto suo, obbedisce a leggi fisiche che ridono bellamente in faccia alle più evolute teorie quantistiche, rendendo di fatto ogni tiro (o passaggio lungo) un autentico terno al lotto.

Un tavolo spazioso, una buona illuminazione e un po' d'ordine sono gli ingredienti necessari per giocare dignitosamente a Table Football.

Non bastasse la fisica Topoliniana alla Actua Soccer 2, il proverbiale colpo di grazia lo regala la reattività del sistema touch, seconda soltanto a quella di un sacco di polenta di mezzo quintale. I giocatori si muovono al rallentatore quasi fossero infastiditi dal dover rincorrere il pallone, rispondendo agli ampi swipe del giocatore con inutili spostamenti dell'ordine del millimetro. Considerando che ogni spostamento "costa" un punto, le occasioni in cui esaurirete il vostro turno senza aver concluso praticamente nulla si perdono rapidamente all'infinito.

Alla luce di tutto questo, la presenza di un comparto multiplayer appare come un'inutile ciliegina su una torta che nessuno mangerebbe neanche sotto tortura. Sfidare un amico (o una qualsiasi creatura dotata di pollice opponibile) dà un po' di sapore agli incontri, ma i difetti sinora elencati vanificano rapidamente tale modalità, trascinandola in fretta nel dimenticatoio.

Lati positivi? Uno, sicuramente: Table Footballl è completamente gratuito. Non che questo possa risollevare dall'abisso questa revisione a turni dello sport più amato d'Italia, ma se siete curiosi di provare il decantato sistema di realtà aumentata di PS Vita e, soprattutto, avete parecchio spazio da occupare sulla vostra scrivania, non dovrete rimpiangere a posteriori eventuali lacune nel vostro borsellino digitale.

4 / 10
Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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