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Tearaway: Avventure di Carta - recensione

Media Molecule e Tarsier Studios ci insegnano come fare un porting coi fiocchi.

Sono passati quasi due anni dall'uscita di Tearaway su PlayStation Vita, l'ormai ex-esclusiva per la console portatile di Sony sviluppata da Media Molecule. Al momento dell'annuncio della versione per PlayStation 4 furono in molti a storcere il naso, viste le particolari caratteristiche del titolo. Per fortuna il team di Guildford, in collaborazione con Tarsier Studios, è riuscito a confezionare e re-inventare un prodotto valido e, soprattutto, parzialmente diverso dall'originale.

Se siete tra coloro che ancora nutrono dei dubbi sulla natura dell'operazione messa in piedi da Sony, non avete nulla da temere: Tearaway: Avventure di Carta è in grado di soddisfare non solo coloro che l'hanno già giocato su Vita, ma anche i giocatori alla ricerca di un titolo spensierato con cui spendere diverse serate.

Nel gioco è possibile controllare uno dei due protagonisti, chiamati Iota e Atoi, messaggeri di carta il quale scopo è quello di consegnare al giocatore (metaforicamente visto come un vero e proprio dio), il messaggio racchiuso nella loro testa.

Sotto il profilo tecnico, Tarsier Studios e Media Molecule hanno svolto un'incredibile lavoro, e il già apprezzato motore visto su PS Vita è stato ulteriormente arricchito con nuovi dettagli e un'ottima fluidità a 60fps.

Nonostante la storia sia praticamente la stessa, Tearaway: Avventure di Carta include aree completamente inedite e pensate per sfruttare le diverse funzioni del controller. La prima di queste permette di proiettare la luce della light bar per illuminare il mondo del gioco, 'ipnotizzare' per qualche istante le Cartacce (ovvero i nemici) per poi eliminarli lanciandoli per aria. Non solo, la luce è utile anche per aprire alcuni passaggi che ostacolano il cammino, ma anche per ridare vita ad alcuni elementi dei fondali sbiaditi dalle Cartacce.

Con i nostri poteri da dio possiamo inoltre far soffiare il vento nella direzione che desideriamo per far ruotare o stendere piattaforme e spazzare via nemici, semplicemente strofinando il touchpad. Il 'tastone' è adibito anche per azionare le pelli di tamburo utili per far raggiungere al nostro alter-ego digitale zone altrimenti inaccessibili. La caratteristica più interessante è però quella di poter raccogliere gli oggetti (o animali) lanciati da Atoi e Iota, per poterli poi 'rilanciare' nel gioco azionando dispositivi o bucando pareti che impediscono il proseguimento della storia.

Il tutto è stato realizzato in maniera molto intuitiva e soprattutto originale: una volta immagazzinato l'oggetto è possibile scuotere il pad per sentire dallo speaker cosa si trovi al suo interno e addirittura accarezzare il touch pad nel caso sia finita una creatura vivente dentro al nostro controller. Insomma, i Media Molecule si confermano ancora una volta dei maestri nello sfruttare appieno tutte le caratteristiche delle console per cui sviluppano, ma è bene precisare che non é indispensabile possedere PlayStation Camera. Quest'ultima viene invece utilizzata come accessorio per farci apparire nel gioco, all'interno del misterioso buco nel cielo che i due protagonisti devono cercare di raggiungere per portare a termine la loro missione.

Al contrario di quanto potreste immaginare, per giocare a Tearaway: Avventure di Carta non è necessario possedere PlayStation Camera. Le caratteristiche più importanti sono infatti gestite dal DualShock 4.

Per il resto, Tearaway: Avventure di Carta è rimasto praticamente lo stesso uscito su PlayStation Vita nel 2013, a parte una manciata di livelli nuovi di zecca che aiutano ad aumentare sensibilmente la longevità e soprattutto la corposa lista di collezionabili. Tra missioni secondarie, oggetti da rianimare con la macchina fotografica, marmotte da portare in salvo e pacchetti regalo sparsi nei meandri più impensabili, di cose da fare una volta portata a termine l'avventura principale ce sono diverse. Se considerate poi che il trofeo di platino è decisamente più accessibile rispetto a molti altri titoli, allora vi renderete conto che vale la pena di spendere ancora un paio d'ore in più compagnia del proprio messaggero preferito.

Sfortunatamente non tutto il lavoro svolto da Media Molecule e Tarsier Studios è in linea con il resto del gioco. Di tanto in tanto, infatti, trovare l'inquadratura migliore non è esattamente la cosa più facile da fare, e ruotare la telecamera con lo stick analogico destro risulta un po' macchinoso. In altre occasioni non è neppure consentito di correggere l'inquadratura, specialmente durante le sezioni con piattaforme in movimento. Niente di scandaloso, ma secondo noi gli sviluppatori avrebbero dovuto curare ulteriormente questo aspetto.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Tearaway_ Avventure di Carta è una vera e propria gioia per gli occhi. Grazie alla potenza di PlayStation 4 il gioco ora gode di un'ottima fluidità, garantita dai 60 fotogrammi al secondo che solo occasionalmente calano senza però influire sul gameplay. Difficile trovare una grafica così particolare, colorata e ricca di dettagli in altri prodotti, ma ormai questo è diventato un marchio di fabbrica di Media Molecule e sinceramente non vediamo l'ora di scoprire il prossimo titolo dello studio, Dreams.

Se vi siete persi Tearaway su PlayStation Vita, ora non avete più scuse per non giocare le avventure di Iota e Atoi, i due messaggeri che nascondono nelle loro 'teste da busta' un messaggio speciale per chi li guiderà fino alla fine.

Poco da dire invece sul sonoro: le spensierate musiche che accompagnano le avventure di Iota e Atoi sono ritornate anche in questa versione per PlayStation 4 e strizzano l'occhio al folk con suoni di fisarmonica e concertina, conditi qua e là con una spruzzata di elettronica. Il doppiaggio, completamente in italiano, usa un linguaggio semplice e sottolinea la natura di un gioco indirizzato perlopiù a un pubblico giovane.

Non fate però il grave l'errore di sottovalutare questa 'director's cut' di Tearaway: nonostante una longevità che non supera le 6/7 ore, il titolo di Media Molecule rimane una piccola gemma che ai tempi dell'uscita su PlayStation Vita non ha avuto l'attenzione che meritava.

A questo punto non possiamo fare altro che ribadire il nostro consiglio: se non avete giocato Tearaway su PS Vita, ora non ci sono più scuse per lasciarselo scappare una seconda volta. Anche se siete tra coloro che già conoscono le gesta dei due messaggeri di carta, le novità introdotte in questa versione sono sufficienti per farvi tornare una seconda volta a Sogport e dintorni, magari aspettando il primo taglio di prezzo.

9 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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