Tearaway e il messaggero di carta - review
Un gioco che non fa una piega.
Seguire passo dopo passo la creazione di un titolo come Tearaway è stata forse una delle esperienze più belle che mi sia potuta capitare nella mia carriera da "insider" nel settore. Sin dal suo annuncio nell'agosto del 2012 sul palco della GamesCom di Colonia, il platform di Media Molecule è riuscito a fare breccia nel mio cuore come pochissimi altri titoli hanno saputo fare in quasi 30 anni.
Lo scorso gennaio ho avuto poi il piacere di visitare lo studio fondato da Alex Evans in quel di Guildford, e scoprire il processo di creazione di un gioco così particolare e unico come solo loro sono capaci di realizzare. Subito dopo la conclusione dei lavori su LittleBigPlanet 2, una parte del team capitanata da Rex Crowle ha iniziato a lavorare su un nuovo concept nato durante una discussione interna che ha dato luogo ad alcune figure ritagliate da uno sviluppatore su un foglio di carta colorato.
Pensate che all'inizio il protagonista Iota era stato pensato come un dito con disegnata sopra una buffa faccia, ma col passare del tempo il simpatico messaggero di carta ha cambiato forme e dimensioni decine e decine di volte, fino a prendere la figura che ora tutti conosciamo. Ora, dopo svariate prove sul campo è finalmente giunta l'ora di dare un giudizio su questo titolo, che pur non essendo perfetto è, lo diciamo senza giri di parole, uno dei migliori disponibili su PlayStation Vita, nonché un serio candidato alla poltrona di "game of the year".
Tearaway racconta le gesta di due piccoli messaggeri, Iota e Atoi, il cui compito è consegnare un messaggio infilato nella loro testa a forma di busta al "Tu", ovvero il giocatore, che in questo gioco ricopre il ruolo di una divinità. Durante i 16 capitoli che compongono la storia principale visiteremo alcuni dei più incredibili paesaggi che ci sia mai capitato di vedere in un videogioco.
"Quando vi accorgerete di avere un sorrisetto ebete stampato sul volto, allora sarà già troppo tardi"
Dimenticatevi degli effetti speciali di Mass Effect e le viste mozzafiato di The Last Of Us, gli elementi che strabiliano nel mondo cartaceo creato dai Media Molecule sono ben altri, come ammirare le espressioni di Iota e Atoi mentre cavalcano il maialino corridore, veder svolazzare centinaia di coriandoli che fluttuano nelle lande di Sogport, oppure sbirciare un Wendigo che si gratta la schiena nascosto dietro una roccia.
Credetemi, quello che si prova giocando a Tearaway è quasi impossibile da spiegare ma quando vi accorgerete di avere un sorrisetto ebete stampato sul volto mentre con la vostra concertina risucchiate e poi spazzate via uno dei nemici che popolano Vallecarta, allora sarà già troppo tardi.
Parlando di avversari, qui chiamati Cartacce, non saranno mai un vero problema e per eliminarli si hanno a disposizione diverse abilità: premendo cerchio Iota si stropiccerà su se stesso e comincerà a colpire le scatolette rintontendole, per poi prenderle in braccio ed eliminarle definitivamente col tasto quadrato.
Un altro tipo di nemico necessita invece di essere colpito saltandogli sopra, per dargli poi il colpo di grazia colpendolo col dito sul touchscreen della console, mentre in alcune sezioni possiamo sbarazzarcene semplicemente "bucando" il terreno tramite il touch-pad posteriore coi nostri poteri da divinità, e irrompere nel gioco spazzando via tutti i malcapitati.
"Le caratteristiche di PlayStation Vita sono implementate in modo egregio e salvo rare occasioni funzionano alla grande"
Le caratteristiche di PlayStation Vita sono implementate in modo egregio e salvo rare occasioni funzionano alla grande. Spostare piattaforme col touch-screen, far fuggire dei corvi registrando la nostra voce sulla testa di uno spaventapasseri, ruotare la console per guardarci intorno e scattare foto con la macchina fotografica è un gioco da ragazzi, e fidatevi se vi dico che il tutto si sposa perfettamente al contesto e non risulta affatto un'inclusione forzata.
La fotocamera può essere utilizzata per vari scopi, come fotografare una marmotta narcisista oppure catturare un'immagine della nostra stanza con un determinato filtro od obbiettivo. Questi sono acquistabili con i coriandoli sparsi per i livelli non appena la sfoderiamo col tasto triangolo, ed è addirittura possibile servirsi del giroscopio della console per ottenere risultati più precisi.
Grandangoli, zoom, macro, filtri in bianco e nero, in negativo, color seppia, caldi e molti altri sono disponibili per soddisfare la nostra fantasia, e una volta soddisfatti possiamo anche condividere le foto su Twitter e Facebook. Per i più creativi ci sono poi 60 figure bianche da trovare, riportare in vita con la macchina fotografica e stampare a casa collegando il proprio account PSN su Tearaway.me.
Il motore grafico messo a punto dal team inglese riesce a gestire tutto ciò che accade sullo schermo senza troppi problemi, anche se lievi rallentamenti possono venire a galla durante alcune risse tra Cartacce, dove ci sono molti personaggi in movimento. Le splendide animazioni dell'acqua e dei Wendigo, o le espressioni facciali di Iota sono infine il fiore all'occhiello di un comparto che, come in LittleBigPlanet, fa la felicità delle pupille di grandi e piccini.
"Sorprende la quasi totale assenza di una colonna sonora, sostituita da semplici rumori ambientali"
Sorprende invece la quasi totale assenza di una colonna sonora, sostituita da semplici rumori ambientali che si sposano perfettamente con l'atmosfera ma che in certi casi non riescono a sottolineare cosa stia succedendo sotto i nostri occhi. I pochi brani presenti sono per lo più realizzati con strumenti che richiamano la musica folkloristica, con fisarmoniche e concertine che svettano sugli altri minimali strumenti utilizzati.
Essendo Iota e Atoi sprovvisti della voce, il doppiaggio in Italiano è stato operato solo sui narratori e alcuni co-protagonisti, altri ancora comunicano per via di bizzarri ma orecchiabili suoni, sapientemente sottotitolati nel nostro idioma. Gli effetti sonori come il rumore dei passi di Iota mentre corre sulle parete di colla, o quello del mare in tempesta che scroscia sugli scogli, sono la ciliegina sulla torta di una produzione che anche sotto questo aspetto non delude le aspettative.
Non penso ci siano bisogno di molte altre parole per dirvi che Tearaway finirà ben presto nell'olimpo dei videogiochi e, si spera, nelle console di tutti i possessori di PlayStation Vita. I Media Molecule hanno dimostrato ancora una volta tutta la loro creatività nel realizzare un prodotto eccelso sotto quasi tutti punti di vista, partendo da un concept semplice ma allo stesso tempo originale, amplificato dalle caratteristiche della console portatile Sony.
Se proprio bisogna trovare l'ago nel pagliaio, la longevità non è tra le più alte e in meno di 5 ore sarà possibile vedersi recapitare il messaggio personale da quella "testa di busta" di Iota. Per quando riguarda il fattore replay, tornare a Vallecarta e Sogport ha poco senso se non per recuperare tutti i doni, i coriandoli e le figure di carta per ottenere l'agognato trofeo di platino, conquistabile abbastanza facilmente se dotati di un buon occhio per i dettagli e gli oggetti nascosti.
Ricominciando invece l'avventura con Atoi, o viceversa, non cambieranno né la storia, né il finale, ma considerando il prezzo budget (il gioco viene venduto a circa €30 su scheda e €25 in digitale), le scuse per non acquistarlo non hanno motivo di esistere.
In attesa di scoprire cos'ha in serbo per noi Media Molecule per il futuro, godiamoci questa piccola perla consigliabile non solo agli amanti delle avventure e dei platform, ma anche a coloro che prediligano sparatutto e titoli d'azione. Perché nell'incredibile mondo di Tearaway c'è bisogno di tutti.