Teardown - prova
Distruzione degna di un film di Michael Bay!
Quando un gioco fuori dagli schemi raggiunge il primo posto nelle classifiche di Steam, c'è da chiedersi se il successo sia meritato o se sia effimero. In questo periodo giochi come Among Us e Phasmophobia, stanno spopolando per il numero di giocatori simultanei su Steam, ed il motivo sembra essere semplice. Sono giochi che hanno voluto cambiare un po' le regole per produrre qualcosa che non fosse la solita zuppa con una skin diversa.
Quando abbiamo approcciato Teardown, volevamo capire il motivo di questo successo, specialmente per un gioco lanciato da così poco in early access. Ed è presto detto: è un gioco originale, con idee interessanti e un miscuglio di gameplay preso da altri titoli, reinventandoli.
Il mondo di Teardown è un open-end sandbox, interamente creato in Voxel e completamente distruggibile. Per chi non sapesse che cosa sia un Voxel, immaginate un pixel in 3d. Uno dei primissimi giochi ad usare questa tecnologia fu Trove, un clone di Minecraft, che permetteva creazione di edifici molto più elaborate del rivale di casa Mojang.
Ogni oggetto, edificio e albero in Teardown è distruttibile con il nostro fido martello, o con i vari oggetti e i veicoli presenti nella mappa. Ma la distruzione, sebbene gratificante specialmente dopo una giornata particolarmente stressante, non è l'unica caratteristica di questo titolo.
Il protagonista di Teardown è presumibilmente un demolitore di discreta fama, in cerca di un lavoro ben remunerato per aiutare la propria famiglia nei momenti di bisogno. E se le prime missioni sembrano essere principalmente demolizione di edifici per far spazio a progetti più importanti (un parcheggio o un nuovo molo per la marina), si capisce presto che il lavoro onesto paga poco. Tramite email infatti cominciamo a ricevere offerte lavorative che definire discutibili può essere riduttivo. Ed è qui che Teardown cambia tono e tipologia, spostandosi da un leggero passatempo infarcito di martellate ed esplosioni, ad un puzzle tattico.
In queste missioni "illegali" di solito ci viene chiesto di rubare un certo numero di oggetti o di informazioni da edifici protetti da allarmi. La cosa bizzarra è che non ci saranno guardie ad attenderci. La mappa di per sé ci permette di muoverci a piacimento, di esplorare e distruggere ogni edificio, e di scovare i nostri obiettivi.
Ci sono però delle semplici limitazioni: incendi ed esplosioni fanno di solito fallire la nostra missione. Il nostro compito è semplice: creare un percorso che ci porti da un punto all'altro della mappa senza farci perdere troppo tempo prezioso, e che ci possa garantire una fuga rapida dal luogo del misfatto.
Demolire muri, spostare pezzi di legno per creare rampe d'accesso, abbattere alberi diventa quindi il nostro scopo primario; quando tutto è in posizione, raccogliere il primo oggetto farà scattare l'allarme e un timer di 60 secondi per completare la missione e fuggire prima che le autorità possano intervenire. Pianificare attentamente la nostra fuga è ciò che rende unico Teardown.
Gli stealth game a cui siamo abituati di solito avvengono in tempo reale, con il nostro protagonista che in maniera proattiva cerca di non essere catturato o individuato. In Teardown lo stealth mode è preliminare, pianificato, un po' alla Ocean's Eleven, il che rende questo titolo estremamente originale. Non esiste una soluzione unica, o un unico piano di fuga.
In aggiunta a quanto detto, ogni missione contiene un numero variabile di oggetti di valore che possono essere rubati per incrementare i nostri fondi, che vengono spesi per potenziare il nostro equipaggiamento, che di missione in missione viene arricchito con nuovi oggetti.
Al martello da demolitore si aggiungono un estintore, per placare gli incendi causati dalla nostra demolizione e che potrebbero far scattare allarmi, fiamme ossidriche per distruggere componenti di metallo, e shotgun per creare buchi più larghi nei muri.
In conclusione, Teardown è un gioco interessante che potrebbe creare un nuovo filone di giochi tattici con componenti Heist. Le mappe interamente distruttibili aggiungono un livello di pianificazione sempre diverso e con soluzioni differenti ogni volta. Da tenere d'occhio.