Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge Recensione, nuovamente alla riscossa!
It’s pizza time!
I videogiochi hanno avuto un’evoluzione incredibile negli ultimi vent’anni. Non solo grafica e mondi tridimensionali, ma aspetti come l’IA dei nemici, la generazione procedurale di mondi e livelli, e la creazione di giochi open world dalle dimensioni quasi sconfinate, hanno davvero alzato l’asticella di ciò che è possibile ricreare artificialmente. Eppure, sentiamo costantemente il bisogno di ritornare ai giochi semplici, lineari e poco velleitari degli anni ‘80 e ‘90.
Era l’epoca dei cabinati arcade, macchine mangiagettoni che però offrivano spesso possibilità tecniche impossibili per console e home computer. Era anche indubbiamente l’epoca dei picchiaduro a scorrimento o, in gergo, beat’em up: Double Dragon, Golden Axe, Ninja Gaiden, Sunset Raiders e Cadillacs & Dinosaurs, sono solo alcuni dei nomi più celebri e diffusi, ma tra questi ce n’era anche uno bellissimo. Ci riferiamo a Teenage Mutant Ninja Turtles (assieme al suo sequel Turtles in Time).
Riprendeva il cartone animato del 1987 di successo planetario di produzione americana, a sua volta tratto da una serie di fumetti e di giocattoli a tema molto in voga a metà degli anni ‘80. Le Tartarughe Ninja erano simpatiche, divertenti e amavano la pizza! Praticamente qualsiasi bambino dell’epoca avrebbe voluto essere uno di loro. E infatti alle feste di Carnevale di quegli anni, praticamente la metà dei bambini veniva vestita da Michelangelo, Raffaello, Leonardo o Donatello (chissà che l’idea di chiamarli come i celebri artisti italiani non abbia contribuito al successo).
I bambini cresciuti in quell’era sono stati influenzati dal mito delle tartarughe ninja e gli sviluppatori di Tribute Games, appartenenti a quella generazione, avevano il desiderio di realizzare un revival di quei picchiaduro da parecchio tempo. Grazie all’editore DotEmu (in partnership con l’emittente Nickelodeon), che negli anni ci ha regalato diversi colpi al cuore con i remake, revival o sequel di giochi senza tempo come Wonderboy, Streets of Rage e Windjammers, gli sviluppatori specializzati in picchiaduro hanno avuto l’occasione di realizzare quell’idea con Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge.
Il concept è di fornire un’esperienza da picchiaduro classico ma con tutte le innovazioni che abbiamo sperimentato e apprezzato negli ultimi 30 anni. Il gameplay è veloce e adrenalinico, focalizzato quindi su atterramenti rapidi piuttosto che sul combattimento tecnico 1vs1. Infatti i soldati del piede arriveranno in gruppi molto numerosi e vanno stesi in fretta per evitare di venire circondati e sopraffatti. Il tutto viene proposto con una bellissima pixel art in pieno stile 16-bit con gli stessi colori, ambientazioni ed elementi caratteristici del mondo dei Turtles.
La sensazione nostalgica è forte e ben strutturata ma appena si prende il gamepad in mano si rimane stupiti da quante novità siano state introdotte lato gameplay per svecchiare quella formula e offrire un’esperienza fresca, nuova di zecca. Innanzitutto, c’è un profondo sistema di combo: un contatore di colpi si attiva e prosegue fin quando non si viene colpiti, riempiendo una barra di energia multilivello che può essere utilizzata per attivare dei potenti attacchi speciali.
Questi ultimi ci permettono di sbaragliare gruppi di nemici qualora ci sentissimo sopraffatti e di fare molto male ai boss di fine livello. La mossa speciale è inoltre differente in base al personaggio: ad esempio Leonardo eseguirà una combo di fronte a sé con le sue katane, mentre Michelangelo spazzerà coi suoi nunchaku in tutte le direzioni.
Oltre a questo, ci sono un sacco di mosse base. In alternativa all’attacco semplice ci sono attacchi in corsa, scivolate, evasioni e attacchi combo collegati, due tipi di attacchi aerei e un colpo caricato. I soldati semplici possono essere afferrati corpo a corpo e a questo punto abbiamo tre opzioni: lanciarli verso i nemici, lanciarli verso lo schermo (come nell’arcade originale) o sbatterli più volte sul pavimento. Questo per quanto riguarda il single player, perché quando si gioca in co-op (sono supportati fino a 6 giocatori contemporanei) si possono sfruttare anche attacchi cooperativi sia semplici che speciali, e si possono aiutare i compagni in difficoltà donandogli qualche punto ferita o tirandoli su dopo un knockout.
Sul campo troviamo inoltre un sacco di oggetti ed elementi distruttibili che possono usati per colpire i nemici o usati come trappole, e gran parte degli oggetti e alcuni proiettili lanciati dai nemici possono essere ribattuti se contrastati col giusto tempismo. Non mancano ovviamente le classiche pizze per recuperare energie e le pizze speciali che attivano invincibilità ed attacchi rotanti. Ne viene fuori un sistema di combattimento molto vario e divertente. Ogni uccisione può essere portata a termine praticamente in modo diverso e non si viene mai a quella sensazione di noia e stanchezza che si avvertiva nei giochi originali, specialmente provata nei rispettivi porting per SNES e Mega Drive.
Il gioco offre due modalità di gioco, arcade e storia. La prima è un’esperienza classica come da cabinato, pensata per i giocatori più navigati alla ricerca di una sfida coriacea, per giocare da soli o in compagnia scalando le classifiche online. Non ci sono punti di salvataggio, le vite sono limitate, si utilizza lo stesso personaggio dall’inizio alla fine e tutti i power-up sono sbloccati.
La modalità storia offre invece la stessa campagna ma suddivisa in vari livelli con salvataggi automatici costanti. I livelli vengono proposti su una world map che simula la città di Manhattan e altre zone in cui ci si sposta tramite il mitico furgoncino corazzato delle tartarughe ninja (ma non si può usare per combattere sfortunatamente). Nella modalità storia viene proposto un sistema di progressione in cui ogni personaggio giocabile può livellare sbloccando nuove abilità, attacchi speciali più potenti e persino aumentare i punti HP e le vite.
Inoltre, ogni livello viene proposto con delle sfide aggiuntive uniche che se superate ci danno dei punti in più o sbloccano delle aree aggiuntive. Troveremo anche un buon numero di segreti da scoprire interagendo con l’ambientazione di gioco e trovando oggetti utili ai nostri amici come Vernon o Irma.
Il gioco si lascia giocare piacevolmente: i livelli sono vari sia come ambientazioni che come concept (si affrontano sezioni cittadine e non, a piedi o su skateboard a terra o in volo) e con 6 personaggi giocabili dall’inizio (le quattro tartarughe, il maestro Splinter e April O’Neil) e Casey Jones sbloccabile, ognuno con i suoi punti di forza e il suo stile di combattimento, c’è ampia varietà nel combattimento e una buona dose di rigiocabilità. Volendo si può anche giocare online con amici, con la possibilità d’inserirsi in ogni momento nella partita, proprio come si farebbe inserendo un gettone nel cabinato.
La modalità storia si finisce in circa 10 ore a livello di difficoltà medio, ma la longevità aumenta parecchio se si innalza la difficoltà o se ci si lancia nelle sfide aggiuntive. Da questo punto di vista, è apprezzabile un sistema di achievement integrato nel gioco disponibile quindi anche su Nintendo Switch. Come in tutti i picchiaduro a scorrimento, chi gioca in solitaria troverà motivazioni nel completismo, nelle speedurun e nella scalata delle leaderboard, ma è in compagnia che il gioco diventa veramente divertente. Con la possibilità di giocare fino a sei giocatori in locale e grazie ad attacchi cooperativi veramente efficaci, l’esperienza ne beneficia decisamente.
Il sistema tara automaticamente il numero di nemici in base a difficoltà e giocatori umani attivi, e abbiamo riscontrato che funziona bene. In generale, però la difficoltà è più bassa rispetto ai giochi degli anni ‘90 per cabinati e console. Rimanere sopraffatti dai nemici non capita di frequente e i danni dalle trappole ambientali sono molto contenuti: tanto per fare un esempio, cadendo in un burrone non si perde un’intera vita ma solo qualche punto ferita.
Questo non compromette affatto l’esperienza di gioco però, perché Shredder’s Revenge vuole essere un sequel tributo più che un picchiaduro mangiagettoni. Con un gameplay non troppo arduo si riesce ad apprezzare ogni dettaglio dello stile artistico, che a nostro avviso è perfettamente azzeccato.
Il mondo di gioco è pieno zeppo di riferimenti a elementi della serie animata e dei precedenti videogiochi, con disegni molto curati e animazioni ricercate sia per personaggi principali che per NPC, nemici semplici e boss. Per quanto riguarda questi ultimi, affronteremo praticamente ogni acerrimo nemico delle tartarughe: dai mattacchioni stupidoni Rocksteady e Bebop, a Baxter Stockman a Slash, con Krang e ovviamente Shredder che si affronteranno nel finale, una volta arrivati al Tecnodromo.
Tecnicamente il gioco è molto semplice e su PC gira bene a 60fps anche su PC non eccezionali, ma non per questo è un gioco poco curato. Lo stile artistico è ispirato a quello del cartone animato del 1987 e personalmente ci piace di più di quello delle rivisitazioni più moderne e aggressive dei film e videogiochi dedicati alle tartarughe ninja negli ultimi anni. Soundtrack ed effetti sonori sono pure ben riusciti e riportano la mente a quegli anni, fungendo da elemento additivo per l’effetto nostalgia ricercato dal team di sviluppo.
Tirando le somme, Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge riesce perfettamente nel suo obiettivo: proporre un sequel spirituale fedele ai classici 16-bit dedicati alle tartarughe ninja, che faccia perno sull’effetto nostalgia, senza però generare un feeling di già visto e di ridondanza negli utenti affezionati a quei classici. Questo viene assicurato da un gameplay moderno, ricco di opzioni e varietà, da un sistema di combo convincente e da una ben riuscita modalità cooperativa fino a sei giocatori.
Il titolo è quindi super consigliato ai giocatori oggi trentenni e quarantenni che hanno vissuto quell’epoca, ma anche al pubblico più giovane: non dimentichiamoci che le tartarughe ninja hanno avuto costanti rivisitazioni televisive, cinematografiche e videoludiche negli anni e anche se non tutte sono riuscite, si tratta certamente eroi ben noti a tutte le generazioni.
Il gioco è anche consigliabile agli amanti dei picchiaduro in generale, grazie a un sistema di combattimento veloce, dinamico e nel complesso divertente, anche se non molto tecnico, e una co-op a sei giocatori in locale e online. Si tratta indubbiamente di uno dei migliori giochi dedicato alle tartarughe ninja uscito negli ultimi 10 anni.
Qualche difetto ce l’ha? Certamente. Manca colpevolmente una sezione museo... e non aspettatevi un livello di sfida alto, né una longevità eccezionale.