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Tekken 6

Il sogno dei fan, l'incubo di chiunque altro.

La cosa peggiore della modalità Campagna, tuttavia, è che per accumulare il denaro e gli oggetti con cui personalizzare i vari lottatori è NECESSARIO giocarla tutta. Più di una volta, oltretutto! Portando a termine questa modalità, inoltre, si sbloccano gradualmente i personaggi per poterli usare nell'Arena.

A questo punto emerge uno degli errori più grandi di Namco Bandai, ovvero quello di aver tolto le storie dei personaggi dalla modalità Arcade per inserirle nella Campagna.

Nell'arena, infatti, è possibile seguire (e sbloccare) le avventure di ogni lottatore, esattamente come accadeva nell'Arcade Mode dei passati episodi di Tekken. Il prologo viene narrato con delle illustrazioni statiche e il finale è rappresentato da uno degli splendidi filmati in computer grafica a cui la serie ci ha sempre abituati.

Il problema è che non è possibile usare un personaggio finché non lo si sblocca, operazione che avviene dopo aver incontrato il lottatore in questione nel Tekken Force, quindi se volete vedere i filmati finali dovete subire la tortura del picchiaduro a scorrimento. Non si scappa.

Lasciando da parte questi elementi palesemente pensati per allungare il brodo e rendere il gioco più appetibile a chi non è DAVVERO appassionato della serie, è nei classici incontri 1 contro 1 che Tekken 6 offre il meglio di sé.

Il sistema di combattimento è rimasto quasi identico a quello dei passati episodi, con tutte le sue combo chilometriche, ma questa volta Harada e il suo team hanno spinto l'acceleratore verso un gioco più offensivo.

Gli attacchi, infatti, causano danni minori rispetto al passato e la barra di energia è più capiente. Questi dettagli apparentemente trascurabili modificano profondamente il bilanciamento degli scontri, e se uniti a una presenza ancor più evidente di bounce combo (sequenze di attacchi prolungate approfittando del rimbalzo degli avversari caduti a terra) rendono evidente la natura più offensiva del gioco.

I nuovi personaggi non sono niente male, soprattutto perché nella maggior parte dei casi hanno uno stile di lotta diverso dal solito. Miguel, per esempio, sotto alcuni aspetti ricorda Yamazaki di The King of Fighters.

Questo elemento si sposa piuttosto bene con l'introduzione della “rabbia”, un potenziamento degli attacchi che si attiva automaticamente quando l'energia scende sotto un certo limite. In questo modo anche quando uno dei contendenti è in difficoltà, piazzando i colpi giusti ha sempre una possibilità di rimettere in piedi la partita.

Se siete appassionati della serie, quindi, vi basterà ignorare la Campagna per avere fra le mani ciò che avete sempre sognato: un capitolo di Tekken pieno di personaggi e arricchito da tutto lo splendore della grafica in alta risoluzione.

Le partite in multiplayer sono un vero spettacolo e promettono ore e ore di divertimento, a patto di avere degli amici con cui giocare sulla stessa console.

Il gioco online, infatti, non è certo caratterizzato da un netcode di qualità, al punto che gran parte degli incontri è afflitta da un lag più o meno evidente. Si può comunque giocare ma per i puristi consigliamo sempre le classiche sfide offline.

Se siete fan della serie e non aspettavate altro che il solito Tekken in HD, quindi, potete tranquillamente alzare di un punto il voto finale. Se invece sperate di trovare in Tekken 6 delle novità che possano finalmente farvi apprezzare la serie Namco Bandai... beh, rileggete la recensione e pensateci bene!

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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In this article

Tekken 6

PS3, Xbox 360, PSP

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