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Tekken Hybrid - review

Solo per veri appassionati.

Il giorno in cui Namco annunciò Tekken Hybrid fui colto da sensazioni contrastanti: da una parte ero entusiasta all'idea di poter provare in anteprima Tekken Tag Tournament 2, ma dall'altra non riuscivo a smettere di pensare alla parola "Hybrid". Ibrido, un termine che vuol dire tutto e niente, e che definisce ciò che di solito resta a metà del guado.

A fronte di questa mia ferma convinzione mi sono dunque avvicinato a Tekken Hybrid con una certa diffidenza, convinto che si sarebbe rivelato solo l'ennesima, discutibile mossa commerciale e beh... sebbene vorrei tanto poter dire il contrario, i miei timori erano purtroppo fondati. Ma andiamo con ordine.

Tutti i contenuti, compresa la demo di Tekken Tag Tournament 2, godono del supporto al 3D.

Il titolo in questione è essenzialmente diviso in tre parti: Tekken Blood Vengeance 3D, un film in CGI; Tekken Tag Tournament 2 Prologue, una demo del tanto atteso nuovo capitolo della serie; infine abbiamo Tekken Tag Tournament HD, remake in alta definizione di un vecchio classico che rappresenta probabilmente l'unico contenuto di spicco tra quelli presenti all'interno del blu-ray.

Ricapitolando abbiamo un film, una demo e un remake di un titolo uscito 11 anni fa. Il tutto vale i 40 euro necessari per l'acquisto? Dipende tutto dal vostro amore per il brand. Tekken Blood Vengeance 3D è probabilmente uno dei peggiori film d'animazione che abbia avuto il dispiacere di vedere nella mia vita e Tekken Tag Tournament 2 Prologue è una demo che, seppur pregevole, non porterà di certo nessuno a strapparsi i capelli dalla gioia. In fondo si possono usare solo 4 personaggi, ovvero Alisa, Devil Jin, Devil Kazuya e Xiaoyu.

Nonostante il titolo evidenzi alcune interessanti novità rispetto al passato, prima fra tutte la presenza dei Tag Assault, mosse combinate capaci di garantire ulteriori variabili tattiche durante i combattimenti, è impossibile ignorare il fatto che gli sviluppatori l'abbiano usata come specchietto per le allodole al fine di capitalizzare sull'hype degli appassionati.

Cosa resta dunque? Un pregevole remake di indubbio richiamo per i fan ma che avrà un'attrattiva ridotta per tutti coloro che l'abbiano già giocato al tempo della sua primissima release. Sebbene la solidità del prodotto sia rimasta ancora oggi evidente, la rimasterizzazione in alta definizione e l'aggiunta del 3D non sono infatti sufficienti per risollevare le sorti di un'esperienza ludica che, già al tempo della sua prima apparizione, palesava una significativa mancanza di innovazioni rispetto ai titoli sviluppati su PSOne.

In definitiva, nonostante un prezzo inferiore rispetto alla stragrande maggioranza degli altri titoli presenti in commercio, il titolo Namco non propone nulla di veramente imprescindibile, presentandosi come una raccolta di contenuti che forse avrebbero avuto maggior fortuna se fossero stati distribuiti singolarmente.

Una demo, un pessimo film di animazione e un remake di un classico del passato non sono infatti sufficienti per giustificare un esborso di 39,90 Euro, e sebbene gli appassionati potrebbero smentire tale affermazione, chiunque non nutra una passione viscerale per la popolarissima serie in questione, la penserà probabilmente come il sottoscritto.

5 / 10
Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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