Tennis World Tour - recensione
Una wild card giocata davvero male.
Per oltre 15 anni il tennis su console ha avuto due soli nomi: Virtua Tennis e Top Spin. L'immediatezza arcade della serie di SEGA contro la perfetta ma ostica simulazione della saga nata su Xbox, grazie all'ormai defunto team PAM Development. Poi, improvvisamente... il nulla. Mentre Federer, Nadal e Djokovic facevano spellare le mani di milioni di fan in tutto il mondo, il loro sport in versione virtuale scomparve, lasciando orfani i controller di moltissimi appassionati.
Un anno fa si è riaccesa la speranza quando Big Ben Interactive ha annunciato l'arrivo di Tennis World Tour. Al timone, un team praticamente sconosciuto ma dal nome inequivocabile, Breakpoint Studio, con al suo interno veterani dell'industria che lavorarono proprio all'ultimo capitolo di Top Spin.
Polsini di spugna lavati in fretta e furia, tubi di palle rispolverati per l'occasione e corde di budello tirate a lucido: tutti riti propiziatori che abbiamo effettuato per festeggiare l'arrivo di Tennis World Tour. Tanto entusiasmo purtroppo non è stato ripagato con l'erede che speravamo. Il ritardo di questa recensione è dovuto ad una richiesta ben precisa del publisher, il quale ci ha esplicitamente chiesto di attendere una precisa data, entro la quale sarebbero uscite le patch atte a correggere i molti difetti dell'edizione Day One uscita nei negozi. Lo abbiamo fatto, abbiamo avuto fiducia ma purtroppo la nostra (e vostra) pazienza non è stata ripagata a dovere.
Certo, rispetto ad un paio di settimane fa alcuni miglioramenti si sono visti, ma siamo ben lontani dal livello qualitativo che tutti auspicavamo. Partiamo dall'interfaccia di gioco. L'influenza dei giochi di tennis usciti sulle piattaforme precedenti è piuttosto evidente, e infatti abbiamo menù semplici, chiari e di facile navigazione. Purtroppo non è raro imbattersi in errori ortografici o spaziature totalmente sbagliate, con parole o intere frasi che si sovrappongono, segno evidente che questi elementi sono stati inseriti di fretta poco prima dell'uscita.
Una volta scesi in campo dovrete scaldarvi e rispolverare alcune meccaniche che probabilmente sono rimaste chiuse in un cassetto da anni. Meglio iniziare quindi con una partita d'esibizione. Tennis World Tour non è un arcade, perciò dimenticatevi di quei giochi nei quali la pallina finiva nel rettangolo di gioco a prescindere dal modo in cui la colpivate. Qui dovrete tenere conto non solo del tipo di colpo scelto (piatto, slice e liftato) ma anche della direzione che imprimerete, del posizionamento del corpo e del tempo di carica.
Prima si preme il tasto del corrispondente colpo e maggiore sarà la potenza, a patto che non siate troppo distanti o troppo vicini alla palla, ma ciò non basta per garantirsi il punto. Dovrete abituarvi a gestire lo stick analogico sinistro, tramite il quale darete profondità alla palla. Tenetelo troppo inclinato e il vostro top spin finirà oltre la riga di fondo, lasciatelo troppo presto e rischierete di mandare dall'altra parte una scamorza che diventerà facile preda dell'avversario.
A tal proposito, l'I.A. dei tennisti rivali si è rivelata piuttosto buona anche se un po' altalenante. In più di un'occasione ci è capitato di sudare le proverbiali sette camicie per ottenere un punto, per poi avere vita facilissima in quello successivo. Ci può stare, in un certo senso rende più realistico il match, ma avremmo preferito un approccio maggiormente legato al valore e alla classifica dell'avversario di turno. Apprezzabile anche l'inserimento di eventi casuali come doppi falli da parte dell'avversario (merce rara) e nastri maledetti che in maniera imprevedibile possono allungare, deviare o bloccare le traiettorie. Sono cose che accadono nel tennis reale e che raramente si sono viste in una simulazione, Top Spin compreso.
Paradossalmente, però, sono proprio queste chicche a scatenare i pensieri più nefasti. Perché il team Breakpoint ha fatto un così buon lavoro in questi dettagli importanti ma non fondamentali, per poi perdersi in alcune delle basi del gioco o dell'immersione del giocatore nello stesso? Ricordiamo che il primo Top Spin aveva una caratteristica rimasta purtroppo unica nel suo genere: giocando punti particolarmente duri e spettacolari si poteva infiammare il pubblico e il tifo crescente aveva il potere di mandare il nostro tennista "In The Zone", permettendogli di tirare più forte e angolato con maggiore frequenza.
Ci aspettavamo qualcosa di simile anche in Tennis World Tour ma ci ritroviamo con l'esatto opposto. Il pubblico è poco partecipe, per lunghi tratti addirittura capita di giocare nel silenzio quasi assoluto e ciò non contribuisce certo ad immergere il giocatore nell'atmosfera agonistica. Ciò che non smette mai di essere presente è il commento tecnico di Paolo Bertolucci, davvero insopportabile in alcuni frangenti.
La colpa ovviamente non è del nostro ex-tennista, ormai da tempo apprezzato commentatore Sky, ma dell'enfasi totalmente sbagliata di molti dei suoi commenti e del disastroso posizionamento degli stessi all'interno degli scambi. Non è raro ascoltare la stessa frase ripetuta due o tre volte di seguito anche quando in campo è accaduto qualcosa di completamente diverso. Il che l'ennesima dimostrazione del fatto che non basta una voce famosa o autorevole a rendere piacevole una telecronaca.
Le modalità di gioco sono quelle canoniche. Tolta l'esibizione di cui sopra è possibile scoprire i segreti di ogni colpo nell'accademia. Gli allenamenti sono divisi per categoria e spiegano nel dettaglio come ottenere i migliori risultati con ogni colpo. Se diritto, rovescio e volèe hanno ormai pochi segreti da rivelare, vi consigliamo di ascoltare attentamente il coach virtuale per apprendere le meccaniche di colpi come pallonetto e palla corta, che spesso e volentieri possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta.
Anche il servizio richiede un po' di allenamento, visto che gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare il classico sistema "a due tocchi" in favore di una nuova meccanica che privilegia tempismo e caricamento del colpo. Ci si fa l'abitudine ma inizialmente aspettatevi qualche doppio fallo di troppo. Le sfide più avanzate inizialmente non sono disponibili e vanno sbloccate andando avanti nella Carriera, ma a quel punto diventeranno più un diversivo che un allenamento vero e proprio.
Una volta rodati a dovere potrete finalmente iniziare la vostra Carriera, che al solito vi vedrà partire dal gradino più basso della classifica. L'obiettivo, neanche a dirlo, è arrivare alla Top Ten e possibilmente al numero uno, saldamente nelle mani di King Federer. Prima però dovrete creare il vostro tennista con uno degli editor più poveri che si siano mai visti. Potrete scegliere il sesso, il viso, la statura, il tipo di servizio e pochissime altre opzioni. Nel corso della carriera potrete cambiare l'equipaggiamento scegliendo tra quelli disponibili nello shop o vinti nei tornei, ma il livello di personalizzazione non andrà più avanti di così.
Ci chiediamo: perché dare la possibilità di scegliere tra ben quattro LUNGHE animazioni di palleggio prima del servizio (che tra l'altro non possono essere "skippate" e ricominciano da capo ogni volta che si muove il tennista sulla riga di fondo) e non mettere qualche capigliatura differente, variazioni per viso/corpo e via dicendo? Mistero.
Una volta creato il/la tennista entrerete nella schermata principale della Carriera, che in puro stile Virtua Tennis divide ogni anno agonistico in settimane, nel corso delle quali potete scegliere se partecipare a tornei di vario livello, esibizioni o allenamenti. Anche in Tennis World Tour dovrete tenere conto del livello di fatica del vostro tennista, meglio non farlo arrivare ad un livello critico per evitare spiacevoli infortuni. Un'apposita barra indica l'energia residua, che di tanto in tanto va ripristinata con periodi di riposo.
Salire dentro i primi 20 del mondo non è difficile, ma quando inizierete ad affrontare i più forti del mondo le cose si faranno più ardue. I migliori non solo tirano più forte ma sbagliano di meno e risentono in maniera meno significativa della classifica. È proprio qui che inizierete a sentire i benefici dell'allenamento fatto in Accademia. I colpi normali non basteranno più, non importa quanto anticipati o potenti. Dovrete variare il vostro gioco e capire le tattiche degli avversari che avrete avanti.
A dire la verità gli sviluppatori non hanno differenziato troppo le attitudini di chi avrete dall'altra parte della rete. Nella maggior parte dei casi incontrerete 2 o 3 tipi di tennisti: quelli che preferiscono muovervi da fondo campo, quelli che preferiscono il gioco a rete e i cannonieri. Solo i giocatori su licenza avranno qualche animazione specifica e si comporteranno in maniera simile alle loro controparti reali. Il "quasi" è d'obbligo perché ci sarebbe piaciuto vedere qualche guizzo in più anche in questo ambito. Federer è forte ma non anticipa quasi mai i colpi come il suo alter-ego in carne ed ossa. Risulta strano poi vedere Fognini giocare senza arrabbiarsi e lanciare la racchetta a terra.
Anche le differenti superfici su cui si gioca non influiscono più di tanto sul rendimento degli avversari. Il comportamento della palla è ovviamente diverso su terra o erba rossa, ma è quantomeno bizzarro veder giocare sul rosso Raonic con lo stesso rendimento di Thiem. Queste ovviamente sono differenze che solo i fan sfegatati di questo sport riusciranno a notare, ma da un gioco che pretendeva di essere il degno erede della migliore simulazione di tennis di sempre, era lecito aspettarselo.
Chiude questo quadro non certamente esaltante la mancanza a tutt'oggi di una modalità Online. Abbiamo atteso questa data perché in teoria avrebbe dovuto coincidere con l'uscita dell'ultima patch. Purtroppo non è stato così e il riquadro delle sfide in rete è ancora tristemente occupato dalla scritta "In Arrivo". Stesso discorso per tante altre feature, tra cui le partite di doppio, le sfide classificate e quelle settimanali e tanto altro ancora. La modalità Carriera è piuttosto longeva ma senza una vera sfida PvP un gioco di tennis non merita assolutamente di essere definito tale.
Nei giorni immediatamente successivi l'uscita si vociferava che a poche settimane dal lancio Tennis World Tour fosse completo solamente al 20%. Sicuramente quella percentuale è stata esagerata in negativo perché il risultato finale è stato sì deludente, ma non totalmente disastroso. Le patch hanno migliorato un po' la situazione ma siamo comunque ben lontani dalle promesse iniziali. Il paventato "realismo estremo" è solo un'idea i cui echi si fanno sentire solo sporadicamente nel gameplay, mentre la "cura maniacale" nella riproduzione dei tennisti e delle loro animazioni specifiche è una favoletta che gli sviluppatori si sono divertiti a raccontarci.
Da vedere nel suo insieme Tennis World Tour non è male, ma se ci si sofferma sui dettagli le vette raggiunte dai vecchi Top Spin sono lontanissime. I modelli poligonali sono abbastanza poveri se paragonati a quelli ammirati in altri titoli sportivi disponibili su PlayStation 4 (NBA 2K18 in primis) e i volti dei tennisti sono solo in alcuni casi somiglianti alle controparti reali. Il cast di atleti disponibili è sufficiente ad accontentare i palati meno esigenti, ai quali la presenza di sua maestà Federer, della stella nascente Sverev, di due guest star di lusso come Agassi e McEnroe e dell'araldo nazionale Fognini, potrebbe forse bastare.
Chi invece, come il sottoscritto, segue questo sport fin dalla tenera età ed è stato abituato ad una Top 10 quasi completa nei precedenti titoli di tennis, non potrà non sentire la mancanza di protagonisti di spicco come Nadal, Djokovic, le sorelle Williams e via dicendo. Lamenterà inoltre l'assenza di licenze ufficiali per i tornei più importanti, perché diciamocelo... partecipare al French o al British Open anziché al Roland Garros e a Wimbledon, non è esattamente la stessa cosa.