Terraria assalta la next-gen - review
Il Minecraft bidimensionale arriva su PS4 e Xbox One.
Che la scena indipendente sia uno degli elementi di punta nella rinascita del PC grazie all'infinito bancone digitale che è Steam è ormai riconosciuto da tempo: ma è quando i cavalli di razza fanno il grande salto da un mercato tutto sommato di nicchia al palcoscenico console che si capisce quanto ormai i due mondi siano strettamente connessi. Oggi vi proponiamo il perfetto esempio di come sia possibile prendere un gioco pensato per essere giocato con mouse e tastiera ma portato su joypad, nella fattispecie PS4. A Terraria avevamo infatti già dedicato ampio spazio in passato con le recensioni delle versioni PC, Xbox 360 e PlayStation Vita.
Qualche giorno fa sono uscite sul mercato le versioni console next-gen di cui abbiamo provato quella PS4, anche se non abbiamo motivo di credere che quella PS3 sia differente come qualità grafica e prestazioni. Per quanto riguarda i contenuti, non ci sono differenze sostanziali: il gioco è essenzialmente lo stesso, ovvero un platform a scorrimento multidirezionale con mondi generati casualmente in cui non ci si limita a combattere contro mostri e boss finali.
Bisogna dar fondo a tutta la propria fantasia per modellare il mondo di gioco sulle nostre esigenze. Costruire una casa è essenziale non solo per difendersi dalle creature della notte, ma anche per attirare gli NPC che commerceranno con noi. Questo permette di aumentare gli oggetti utilizzabili nell'inventario e aprire le porte a un mondo di possibilità dietro cui si racchiude l'incredibile varietà di Terraria.
Oltre a quello che si può ricavare dall'ambiente picconando materiali in ogni direzione, può essere riutilizzato in molti modi ed esattamente come in Minecraft ci si può limitare alla casetta o realizzare una vera e propria villa o un castello. Tutto sta alla bravura del giocatore nel progettare e realizzare le proprie ideazioni continuando ad esplorare l'ambiente che il gioco ha generato prima dell'inizio della partita.
La costruzione e lo scavo sono tuttavia due attività funzionali alla vera natura di Terraria che è l'esplorazione di ogni genere (immediatamente accessibili o meno) che possano farci trovare tutti boss del gioco per sconfiggerli definitivamente. La complessità delle meccaniche di esplorazione e costruzione generata dalla varietà di oggetti gestibili tramite l'inventario o quelli che è possibile costruire da soli è alla base di tutta la preparazione necessaria per affrontare i boss più grossi e letali del gioco e rappresenta una sfida per giocatori hardcore di enorme spessore.
Se l'aspetto grafico di Terraria farebbe presagire di trovarsi di fronte a un semplice indie adatto al pubblico casuale, bastano un paio d'ore per rendersi conto di come si tratti in realtà di un titolo estremamente complesso che richiede un'enorme dedizione. Esplorare a fondo un mondo anche di medie dimensioni può richiedere un numero di ore spropositato che solo gli indiegamer più compulsivi e appassionati potranno decidere di raggiungere, ricavando immense soddisfazioni sfruttando gli elementi creativi e di pura scoperta.
Come detto, questo porting è una conversione pressoché diretta di quelli PS3 e Xbox 360 fin dai primi momenti soprattutto per come è stato trasportato il sistema di controllo via joypad e la gestione automatica e manuale del puntatore tramite lo stick analogico destro che il nostro Signorini aveva descritto con dovizia di particolare un anno e mezzo fa in occasione della recensione su Xbox 360. Il movimento del protagonista è ottimo e preciso per spostamenti e combattimenti ma quando l'inventario comincia ad affollarsi pericolosamente bisogna industriarsi ad essere precisi nel selezionare gli oggetti giusti e questo richiede un pò di pratica. Tempo un mezzo pomeriggio di allenamento e la confidenza aumenta notevolmente permettendo al giocatore di essere discretamente reattivo nelle fasi di esplorazione, combattimento e costruzione.
Se il gioco di base è quindi rimasto essenzialmente lo stesso, ci sono un paio di novità degne di nota: per chi magari possedeva le precedenti versioni e non toccava il gioco da tempo, sono stati aggiunti un sacco di oggetti e recipe per il crafting in questi ultimi due anni che aggiungono ulteriori possibilità costruttive e offensive. Sono anche presenti alcuni boss inediti e mondi generati proceduralmente di dimensioni ancora maggiori, anche se già quelli a livello base o medio, sono talmente enormi da rappresentare una sfida in grado di intimorire chiunque.
Graficamente il gioco su PS4 è quasi identico alla versione PS3, quindi la maggiore potenza di calcolo della nuova console Sony non è un fattore decisivo nell'acquisto e questo è probabilmente l'unico punto a sfavore di questo porting che sicuramente avrebbe beneficiato di una migliore definizione degli sprite e del parallasse o degli effetti di luce e magia. A compensare parzialmente questa lacuna, troviamo alcune interessanti funzionalità cross-gen relative all'utilizzo del codice.
Acquistando la versione PS4, automaticamente potremo scaricare dal PSN anche quelle PS3 e Vita e riutilizzare eventuali salvataggi interrotti portandoli su tutte e tre le piattaforme Sony. Il Cross-buy non vale al contrario: chi già possiede le versioni PS3 e Vita, non potrà usare lo stesso codice per attivare il gioco su PS4.
In conclusione, Terraria si conferma su PS4 quel capolavoro che abbiamo abbondantemente incensato in passato capace di aggirare in modo brillante idiosincrasie del joypad. Anche senza le funzionalità punta e clicca, perde pochissimo del fascino che nasce da un sacco d'idee messe insieme con grande bravura nonostante (o grazie) le limitazioni della bidimensionalità. La versione PS4 non aggiunge nulla in termini di estetica e chi già possiede Terraria su PC e old-gen non troverà grossi stimoli in un secondo acquisto. Gli altri indiegamer da console che non si fanno intimorire dalle sfide più impegnative procedano pure di corsa a recuperare il tempo perduto.