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Tesla vs Lovecraft - recensione

Mostri contro tecnologia, una sfida impossibile

Nikola Tesla è stato uno dei geni del ventesimo secolo, seppur tormentato e (soprattutto) contrastato. È stato fisico, ingegnere e impiegò la sua vita nella ricerca di invenzioni ritenute impossibili come il teletrasporto, l'antigravità e i viaggi nel tempo. Chissà come reagirebbe oggi nel sapere che il suo cognome è noto più che altro per una linea di automobili. Howard Phillips Lovecraft dal canto suo viene ricordato come il Re della letteratura fantastica/horror. A lui si deve l'affascinante Ciclo di Cthulhu, che fin dai primi del '900 influenza scrittori e sceneggiatori di tutto il mondo.

I due personaggi si incontrano ora in questo sparatutto con visuale dall'alto che prende spunto da un grandissimo classico come Gauntlet e ci aggiunge una generosa dose di originali elementi arcade. La premessa che fa da sfondo al tutto è ovviamente folle: Tesla fa la parte dell'eroe e grazie alle sue fantastiche armi futuristiche deve combattere il buon Lovecraft, che dopo aver accusato il suo "collega" di mettere in pericolo il mondo con le sue invenzioni, decide (non si sa bene per quale motivo) di scatenare un esercito di mostri.

Andando avanti vengono sbloccate armi sempre più potenti e perks che vi aiuteranno non poco con i nemici più resistenti.

Piuttosto che optare per una struttura classica, il team 10tons ha preferito dividere il gioco in micro-livelli della durata media di 3/5 minuti. Non esistono filmati d'intermezzo, si passa dall'uno all'altro senza soluzione di continuità dopo aver visto la schermata riepilogativa che vi informerà sulla quantità di mostri eliminati e sui bonus ricevuti. Pur non essendo presente un vero e proprio tutorial si impiegano non più di un paio di minuti per assimilare tutto quello che c'è da sapere.

Le missioni da portare a termine sono, come da tradizione in questo genere di giochi, piuttosto ripetitive. Nella gran parte dei casi basta eliminare tutti i nemici su schermo per passare oltre, ma a volte è necessario completare obiettivi leggermente più complicati. Per un gioco del genere la tastiera risulta piuttosto scomoda, quindi vi consigliamo di utilizzare un gamepad che "mappa" i controlli in modo piuttosto canonico: uno stick per muoversi, uno per mirare e pochi tasti per utilizzare attacco primario, secondario e teletrasporto.

Gli sviluppatori hanno lavorato piuttosto bene sulla varietà di armi e power-up, che vengono sbloccati in maniera progressiva e ben bilanciata. Si inizia con l'arma standard, ma già dopo qualche secondo è possibile trovare in giro numerose alternative ben più potenti. Si va dai classici shotgun e mitragliatori ad armi ad impulsi e aghi magnetici. Ognuna di esse può poi essere potenziata con volumi di fuoco maggiori, proiettili incendiari e via dicendo. Esistono poi armi secondarie utili per attacchi da distanza ravvicinata o con proiettili ad ampio spettro. Sul campo di battaglia troverete bonus che a seconda della situazione produrranno esplosioni, altereranno lo scorrere del tempo e riempiranno lo schermo di scintille e lampi... per la gioia di chi soffre di attacchi epilettici. Il tutto con sporadici e quasi impercettibili rallentamenti del motore di gioco.

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L'esperienza viene scandita dall'accumulo di uccisioni. Ad ogni passaggio di livello (che viene resettato ogni volta) corrisponde la scelta di un perk che permette di aumentare la salute, aggiungere malus ai proiettili, aumentare la velocità di spostamento, evitare i danni e molto altro ancora. Ciliegina sulla torta: il Tesla-Mech. Sparsi in ogni livelli ci sono i pezzi di un robot e una volta recuperati tutti è possibile utilizzarlo per qualche decina di secondi portando morte e distruzione. Visto che è possibile scegliere in quale momento attivare il mech, è essenziale farlo nei momenti più difficili. In caso di problemi durante la battaglia è inoltre possibile utilizzare una sorta di spostamento rapido simile ad un teletrasporto. Credeteci, vi tirerà fuori dai guai in più di un'occasione.

Il livello di difficoltà non è altissimo, ma molto dipende dalla mappa in cui si gioca. Giochi di questo tipo richiedono una discreta manualità e un buon colpo d'occhio. Campi troppo aperti significano morte sicura mentre passaggi angusti e mappe più articolate forniscono maggiori possibilità di fuga e di sopravvivenza. Tesla vs Lovecraft fornisce una mezza dozzina di queste mappe e le alterna con discreta varietà nel corso della "storia". Ogni manciata di livelli ci si trova ad incrociare i flussi con un boss, ispirato ovviamente ai mostri della letteratura lovecraftiana.

In alcuni momenti la quantità di nemici su schermo è quasi insostenibile. In questi casi il teletrasporto sarà il vostro miglior amico.

Oltre alla ripetitività di fondo accennata poco fa, il problema maggiore di questo gioco risiede nella longevità. È possibile completare la prima mappa in 3 ore e altrettante ne servono per andare avanti in quelle successive. Certo, è possibile rigiocare i livelli tutte le volte che si vuole, ma la mancanza di stimoli si fa sentire fin troppo presto. Ultima nota: non è supportata la lingua italiana ma poco importa. La storia praticamente non viene raccontata se non in un paio di filmati statici e durante il gioco non esiste alcun tipo di dialogo. Potrete farne tranquillamente a meno.

Se siete appassionati di questo tipo di giochi probabilmente questi difetti vi sono familiari e non ci farete neanche caso. Va detto però che in questa categoria esistono titoli indubbiamente più validi, non ultimo l'eccellente Nex Machina dei veterani Housemarque.

6 / 10
Avatar di Daniele Cucchiarelli
Daniele Cucchiarelli: Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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