Tharsis - recensione
È possibile arrivare su Marte a colpi di dadi?
Il tema della casualità nei videogiochi è, da sempre, uno dei più discussi e scottanti. Quanta ce ne dev'essere? Come dev'essere rappresentata? Quanto il giocatore dev'esserne cosciente? Una delle regole più importanti nel game design è che la presenza della casualità deve comunque essere sempre legata in qualche modo alle scelte del giocatore; punirlo o premiarlo in maniera arbitraria può essere frustrante e poco divertente.
Ma stante che la casualità è presente comunque, in qualche misura, nella maggior parte dei giochi, diventa fondamentale decidere come, e se, mostrarla al giocatore; e in quest'ambito abbiamo imparato a riconoscere il caso in una sorta di oggetto-feticcio che ben lo rappresenta: il dado.
Quante volte troviamo il dado mostrato in un videogioco? Pensateci... Molto poche. Il motivo risiede proprio in ciò che abbiamo detto. Mostrare i dadi (e i loro risultati) porta allo scoperto il meccanismo di gameplay che solitamente opera nelle retrovie (ed è invisibile). Renderlo visibile ha il vantaggio di coinvolgere il giocatore in ragionamenti e calcoli che possono essere interessanti, ma hanno anche lo svantaggio di mostrare chiaramente quanta parte del nostro destino sia in mano alla dea bendata.
E siccome la psicologia insegna che l'uomo è decisamente più propenso a determinare gli eventi, più che ad accettarne la casualità, ecco che la decisione di mostrare dadi, punteggi (e quindi probabilità) si rivela estremamente pericolosa per chi progetta un gioco, o un videogioco.
Questa introduzione si rende necessaria nel momento in cui il titolo che stiamo recensendo decide proprio di far giocare l'utente principalmente con dadi, probabilità e fortuna. Tharsis è infatti un gioco in cui l'intero gameplay è basato sul lancio di dadi e sulle decisione di utilizzo dei punteggi ottenuti.
Il tema racconta di un'astronave in viaggio per Marte che incappa in un incidente. Gli astronauti si trovano quindi alle prese con una serie di problemi che, turno per turno, si presentano nei vari moduli della nave. In ogni turno alcuni di questi moduli subiscono dei malfunzionamenti più o meno gravi, e ognuno di questi va risolto accumulando punteggi più o meno alti; ogni astronauta ha un pool di dadi da tirare e sta al giocatore decidere dove spostarli per contribuire alla risoluzione del problema. Questo è il succo del gameplay, intorno al quale vengono attaccate altre meccaniche secondarie utili a rendere il gioco più interessante e l'apporto del giocatore più significativo.
Ogni astronauta ha una barra di morale, una di salute e un pool di dadi; tutte e tre queste statistiche cambiano a seconda di alcuni eventi chiave. Durante ogni intervento di riparazione potrete infatti decidere di allocare alcuni dei dadi a compiti diversi rispetto alla riparazione del modulo; se serve un 12 e il vostro astronauta tira quattro dadi, ad esempio, c'è il caso che uno dei punteggi sia superfluo e possa essere investito in ricerca, progressione del personaggio o altre abilità speciali (che cambiano a seconda del modulo e dell'astronauta). I vari astronauti hanno poi abilità speciali che aiutano gli altri o la situazione generale della navicella; sta al giocatore decidere come sfruttare al meglio le abilità dei vari personaggi in ogni situazione specifica.
Ma non solo. Tharsis cerca di premiare anche i punteggi bassi del dado permettendo al giocatore di compiere diverse azioni con i numeri ottenuti. Inoltre lega, ogni volta diversamente, alcuni punteggi a dei malus: un certo punteggio può causare una ferita o addirittura far sparire il dado. Queste meccaniche, legate al fatto che ogni astronauta ha anche la possibilità di ritirare alcuni dei dadi (anche qui a seconda di abilità e sblocchi eseguiti durante la partita), rendono il loro lancio un affare ben più complesso e profondo del semplice raggiungimento del punteggio "di riparazione" del modulo. Ogni turno si conclude con una scelta tra diversi eventi che, ancora una volta, mettono il giocatore di fronte a scelte piuttosto complesse perché sempre legate a un trade-off (vantaggio/svantaggio); senza contare un dilemma morale particolarmente "crudo" che non abbiamo intenzione di spoilerarvi...
Tharsis è quindi un viaggio in cui al giocatore spetta gestire risorse limitate per compiere un percorso a tappe predefinite e giungere al termine, Marte, in un modo o nell'altro. Il sapore è quello di un boardgame basato sui dadi prestato al medium videoludico.
L'interfaccia è realizzata ottimamente, è molto informativa, intuitiva e si nota la preoccupazione costante di rendere il gioco e le sue meccaniche perfettamente trasparenti all'utente. Comprendere il funzionamento di Tharsis è questione di pochi minuti: il tutorial vi accompagna in una prima partita e starà poi a voi esplorare le strategie migliori per sfruttare al meglio bonus e caratteristiche dei vostri personaggi. La presentazione è quindi di prima qualità insieme con elementi di contorno quali le animazioni dei dadi, gli effetti sonori e tutti gli altri dettagli legati alla funzionalità e all'estetica dell'interfaccia.
La grafica gode di un approccio estetico azzeccato con uno stile molto colorato e giocoso che ben contrasta con la drammaticità della situazione degli astronauti. Da un turno all'altro sono presenti delle brevi sequenze animate che raccontano il procedere degli eventi; sono sempre uguali ma la voce narrante cambia a seconda che il capitano sia una donna o un uomo. Insomma Tharsis sembra essere un buon prodotto, ben pensato e ben confezionato.
Peccato che il gameplay sia ancora troppo legato al caso, nonostante gli estremi sforzi del designer di inserire tante decisioni da prendere da parte del giocatore. Per quanto sia possibile apprendere strategie e buone pratiche nella gestione di punteggi e abilità, la fortuna deciderà gran parte del vostro destino in Tharsis, col risultato che anche giocando distrattamente, e ottenendo buoni punteggi dai dadi, potreste giungere al termine del viaggio. Di converso, anche applicando le migliori strategie e riflettendo su ogni singolo dado, se la fortuna non vi assiste potreste vedere la vostra nave implodere già dopo due o tre turni. Quest'ultima eventualità è particolarmente frustrante.
Ad esempio, perdere un astronauta al primo turno perché ha tirato due numeri uguali (assegnati al malus "injury") lascia un sapore amarissimo, ma che assomiglia più a una meccanica mal pensata e fondamentalmente bacata che a una casualità prevista dal game design. Queste eventualità sono ben più frequenti di quanto ci si possa aspettare e sono in grado di rovinare l'esperienza in una buona percentuale delle partite giocate.
Lo stesso vale al contrario: se ottengo una sfilza di dadi buoni posso procedere "in carrozza" ed evitare facilmente la maggior parte dei problemi, senza dover applicare ragionamenti e/o strategie particolari. Questi problemi si collegano a una scarsa longevità generale del prodotto. Pur essendo presenti sblocchi di personaggi e altri premi, la motivazione a proseguire oltre la prima vittoria è al momento decisamente bassa; nel menù iniziale è presente un'opzione "Missions" che è però, al momento, indisponibile, potrebbe aiutare questo aspetto, oppure no...
Inoltre la natura "puzzle" di Tharsis fa sì che una volta scoperta la strategia "massimizzante" (che sfrutta al meglio le probabilità di vittoria) non si debbano compiere altri particolari ragionamenti, ma sia sufficiente applicare quanto imparato.
Come ormai spesso succede Tharsis sembra essere un gioco che verrà corretto in corsa per limare quelli che sono problemi piuttosto gravi alla base della concezione generale del gioco (come è successo, ad esempio, a Skyshine's Bedlam). Non c'è nulla di male nel creare un videogioco che assomigli a un boardgame basato sui dadi, ma bisogna sempre ricordarsi di coinvolgere il giocatore e di farlo sentire agente del proprio destino, non mero ricevente di un fato deciso altrove. In questo, purtroppo, Tharsis fallisce in maniera piuttosto decisiva.
Il prezzo è interessante (14,99 euro) e i lavori sul gioco continueranno; le basi sono comunque buone e se vi piace il genere (e i boardgame basati su dadi), potreste volergli dare una possibilità.