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The Adventures of Shuggy

Una piacevole e cervellotica sorpresa.

Spesso e volentieri il servizio Xbox Live Arcade nasconde piccoli gioielli di cui nessuno si cura, ma che meritano molta più attenzione di titoli più importanti e blasonati.

Uno di questi è stato il supremo Braid, che consiglio a tutti di recuperare in caso non l’abbiano fatto finora. Già che ci siete allungate lo shopping virtuale e acquistate anche The Adventures of Shuggy, che proprio a Braid volge lo sguardo in termini di gameplay.

Devo ammettere che quando questo gioco uscì su XBLA io fui uno di quelli che, superficialmente, lo battezzò come il solito action-platform senza particolari attrattive. Mi sbagliavo, eccome. Per prima cosa avevo azzeccato solo metà del genere d’appartenenza: Shuggy (lo chiamerò così d’ora in poi) è sì un platform, ma abbinato a meccaniche tipiche dei puzzle game.

Quelle piccole, sensibili palline saranno l’unico modo per aprire le gabbie e recuperare le gemme.
In livelli come questo è possibile comandare più “copie” del protagonista per risolvere il puzzle.

Come molti puzzle del passato, remoto e recente, l’obiettivo da portare a termine è di una semplicità disarmante e in questo caso consiste nel recuperare tutti i gioielli verdi presenti nei livelli. Ovviamente tra il dire e il fare c’è qualcosa di mezzo, ma stavolta non è il mare bensì la solita pletora di nemici e ostacoli da evitare, ai quali si aggiungono anche specifiche regole che spesso e volentieri aggiungono ulteriore sapore alla semplice ricetta di base.

Ogni stage non dura più di 1 o 2 minuti, anzi, in alcuni casi ci si trova di fronte a sfide che possono essere completate in poche decine di secondi. La cosa che le rende irresistibili è la varietà di situazioni proposte, a volte tremendamente bastarda ma più che sufficiente a far passare il tempo senza che il giocatore quasi se ne accorga. Io stesso sono riuscito a staccarmi a malapena dal pad dopo quasi due ore di gioco!

Alcuni livelli (ce ne sono oltre 100 per il single player) mettono di fronte il giocatore a sfide apparentemente semplici che si rivelano poi decisamente più ardue, a volte anche troppo. Questo è uno dei pochi difetti di un titolo che altrimenti si sarebbe rivelato pressoché perfetto: alcuni livelli, specialmente da metà gioco in poi, raggiungono picchi di difficoltà decisamente alti, specialmente a causa delle molte varianti che gli sviluppatori hanno inserito.

Tra queste troviamo la possibilità di ruotare parti di livello per raggiungere le gemme, di utilizzare un numero variabile di cloni del protagonista, di usare una corda per “avvolgere” le piattaforme e tanto altro ancora. La varietà non manca di certo e spesso il problema non è capire cosa fare ma riuscirci senza andare a sbattere da qualche parte.

In questo, purtroppo, la precisione nei salti non aiuta molto. In più di un’occasione, un lieve ritardo nella risposta a questo semplice ma essenziale comando rappresenta la differenza tra il successo e il fallimento ma fortunatamente ci si fa presto l’abitudine.

Vediamo il gameplay del gioco.

La tentazione di rigiocare i livelli per migliorare il proprio tempo (e magari sbloccare qualche Obiettivo o Trofeo in più) rende la modalità singola decisamente longeva. A questa va aggiunta una discreta componente multiplayer, rappresentata da altri 36 livelli per il co-op fino a quattro giocatori, disponibile purtroppo solo in locale, e la modalità Sfida che mette invece l’uno contro l’altro i partecipanti in una specie di mini-gioco in stile “tris”.

Nel complesso il gioco è più che consigliato e gli 800 MP richiesti sono, a mio avviso, giustificati da un titolo che mette insieme svariate idee di gameplay in un mix irresistibile. Tecnicamente siamo su livelli sufficienti ma non esaltanti, ma ad un titolo del genere l’unica cosa che si chiede è di essere piacevole e divertente... per affogare in una valanga di poligoni ed effetti speciali ci saranno altri tempi ed altri luoghi.

8 / 10