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The Banner Saga 2 - recensione

Il viaggio verso la salvezza continua anche su console.

The Banner Saga, lo dice il titolo stesso, è l'epopea di un simbolo, di un vessillo che rappresenta la speranza, la voglia di non arrendersi, l'urgenza e l'imperativo di compiere una missione dai contorni sfumati e poco chiari. La bandiera segna il cammino di un manipolo di profughi, in fuga dall'Oscurità e dall'insensata violenza dei Dredge che, villaggio dopo villaggio, valle dopo valle, mettono a ferro e fuoco ogni dominio di Umani e Varl, popolo di fieri giganti sempre in cerca di battaglie in cui misurare il proprio valore.

Più di ogni altra cosa, The Banner Saga è una tragedia, un dramma che esorcizza l'idea della morte, pur ponendola costantemente e puntualmente al centro della scena, pur investendo uno stendardo del ruolo di tacito protagonista della vicenda. Stendardo che per forza di cose sopravvivrà a decine di eroi e uomini comuni che finiranno per essere sopraffatti dalla furia dei misteriosi invasori.

Il diretto sequel di uno degli strategici più convincenti degli ultimi anni, anche su console, riconferma quanto di buono aveva dimostrato il predecessore, affidandosi agli stessi ingredienti e feature per fare breccia nei cuori degli appassionati del genere. La storia riprende esattamente dove si era interrotta, proprio al termine della battaglia cruenta che è costata la vita ad uno dei due protagonisti, Rook o Alette, in base alla scelta compiuta nel corso stesso del conflitto. Non è obbligatorio, ma già da questa premessa si intuisce quanto sia fondamentale essersi giocati il capitolo originale, prima di iniziarsi all'avventura proposta in The Banner Saga 2.

Tra i pochi difetti che possiamo annoverare, c'è sicuramente quello dei tempi di caricamento non proprio fulminei, per usare un eufemismo.

Per quanto uno striminzito riassunto aggiorni il neofita sui principali avvenimenti, ritrovarsi catapultati in una landa desolata, costretti a fuggire da un'orda di Dredge, è certamente disorientante. Tuttavia, nuovi e vecchi utenti impiegheranno pochissimo tempo ad appassionarsi alla vicenda. Il merito è da attribuirsi alla qualità della sceneggiatura, all'attenzione maniacale riservata alla caratterizzazione dei personaggi, alle emozioni contrastanti che l'esodo provoca di continuo.

La carovana procede, giorno dopo giorno, alla volta di Arberrang, ultimo baluardo contro la follia omicida dei Dredge, affrontando quotidianamente pericoli, ostacoli, difficoltà di ogni genere. Il viaggio, esattamente come accadeva nel predecessore, si ramifica in tre distinte sezioni. Nel corso degli spostamenti dovrete tenere sotto controllo il morale della truppa e le riserve di cibo. Combattenti frustrati e non rifocillati a dovere renderanno meno sul campo di battaglia. Inoltre, finiti i viveri, sarete impotenti testimoni di strazianti dipartite tra i componenti del clan.

Per evitare quest'evenienza dovrete spesso e volentieri accamparvi da qualche parte per recuperare le forze e ottenere cibo, magari barattando materie prime con gli sparuti villaggi che non hanno ancora conosciuto la furia distruttrice dei razziatori. Sarà durante queste due fasi che potrete dedicarvi alla gestione del roster di guerrieri che dovranno affrontare le varie schermaglie. Specifici manufatti doneranno loro bonus di varia natura, ma per farli salire di livello, facendogli così apprendere nuove abilità, dovrete spendere la stessa valuta da cui attingere per acquistare cibo.

Su console l'interfaccia rimane chiara e di facile navigazione. Va da sé che con il joystick tutto risulti lievemente più scomodo di quanto non lo fosse su PC con mouse e tastiera.

Come capi della spedizione, sarà solo la prima di una lunghissima e difficilissima serie di decisioni che dovrete prendere. Dialoghi con altri personaggi e imprevisti lungo il percorso vi porranno spesso e volentieri di fronte a scelte che possono influenzare pesantemente il proseguo dell'avventura. Alleanze, lotte, sopravvivenza di alcuni compagni, ulteriori pericoli da affrontare: molto dipende dalla strategia che sceglierete di adottare, ma preparatevi a subire conseguenze spesso impronosticabili.

Decidere di approdare per riparare una falla nella nave, una saggia decisione non c'è dubbio, può tramutarsi in un bagno di sangue se ad attendervi sulle rive c'è un gruppo di Dredge armati fino ai denti. Aiutare un gruppo di sopravvissuti in difficoltà, oltre a non garantirvi una ricompensa certa, può costarvi caro dal momento che lascerete praticamente indifeso l'accampamento vicino. Esattamente come la vita reale, The Banner Saga 2 sa essere cinico e imprevedibile, doloroso e frustrante, alienante e, anche per questo, ipnotico, ammaliante, strabiliante.

Proprio in queste due fasi, il viaggio e le soste per recuperare fiato e riorganizzarsi, si apprezza la magnificenza della trama, fatta sì di lunghissimi e copiosi dialoghi, ma straordinariamente sfaccettata, strepitosamente e coraggiosamente coerente. Nemmeno questo secondo capitolo risponderà alle tante domande sorte già nel prequel, eppure il lore, il mondo immaginifico viene espanso esponenzialmente. I vecchi eroi mostrano nuovi aspetti di sé; vengono introdotte razze inedite, come i centauri; leggende e miti ampliano un panteon di eroi e divinità quanto mai suggestivo.

Nel corso dell'esodo, incontrerete numerosissimi personaggi uno più affascinante dell'altro. Un consiglio: non affezionatevi troppo a nessuno di loro. Non si sa mai.

Tutto ciò è inoltre supportato da un comparto artistico che rasenta la perfezione. Le abbozzatissime animazioni, che vivacizzano tenuemente quelli che sono dei meravigliosi quadri dipinti a mano, straniano e pur attraggono ulteriormente l'utente. I paesaggi nordici lasciano a bocca aperta. Le musiche, composte anche questa volta da Austin Wintory, lo stesso di Journey, creano il giusto accompagnamento per ogni situazione. A tutto questo, va poi aggiunto il vero cuore pulsante di The Banner Saga, la terza fase in cui si ramifica il viaggio: le battaglie a turni, il momento in cui il gameplay raggiunge l'apice, proponendo meccaniche sì classiche, ma perfettamente incastrate l'una con l'altra.

Questa versione per console, anche da questo punto di vista, non aggiunge assolutamente nulla di quanto non si sia già visto su PC. Ogni scenario si distingue per conformità e presenza di ostacoli. Ogni unità gode di specifici punti di forza. Ogni abilità speciale va utilizzata con raziocinio, aspettando il momento più opportuno.

La feature che più di altre distingue The Banner Saga 2, riguarda la presenza di ben due statistiche, Armatura e Forza, entrambe rilevanti ai fini della sopravvivenza dei combattimenti, nonché prosciugabili apportando specifici attacchi. Mentre la prima indica la capacità di assorbire danni senza intaccare i punti vita, la seconda rivela sia quanta vita rimane al personaggio di turno, sia il suo effettivo potere offensivo. Un alleato ferito, insomma, non solo è una preda facile per i Dredge, ma rappresenta anche una superflua minaccia per i nemici.

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In soldoni, la componente strategica del gioco è tanto classica, quando profonda, complessa, difficile da padroneggiare sulle prime. Serve impegno e astuzia anche ai livelli di difficoltà più bassi. Conoscere i punti di forza di unità alleate e nemiche è fondamentale per capire come e quando attaccare.

The Banner Saga 2 è un gioco che pretende molto dal videogiocatore. La trama non è immediata ed è caratterizzata da ritmi molto lenti. Servono ben più che un paio di partite per digerire e comprendere il gameplay. Ciononostante le gioie e le soddisfazioni che ne trarrete sono impareggiabili. Non è difficile commuoversi per la morte di un eroe, tremare di terrore alla vista dei terribili Dredge, perdersi tra le tante schermate che spiegano il lore di questo mondo fatato, che deve moltissimo alla mitologia nordica. Allo stesso tempo, una volta entrati in simbiosi con le meccaniche che danno vita all'anima strategica del gioco, vi lascerete incantare e stupire dalla varietà di ogni battaglia.

La versione per console non presenta alcun cambiamento rispetto all'edizione di qualche mese fa per PC. Inutile quindi sottolineare come, pur avendo a che fare con un gioco praticamente esente da difetti, difficilmente saprà farsi apprezzare da chi si è sempre tenuto a distanza dal genere. Al tempo stesso, ai neofiti che vogliono iniziarsi alla saga e insieme agli strategici a turni, è caldamente consigliato di recuperare il capitolo originale, prima di buttarsi a capofitto in The Banner Saga 2.

9 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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Banner Saga 2

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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