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The Banner Saga 3 - recensione

La fine di un mito.

The Banner Saga è una serie decisamente particolare. Il suo mix di narrativa, dinamiche RPG, dialoghi con scelte multiple a combattimenti tattici non trova eguali sul mercato (tranne che per il quasi-clone recente Ash of Gods). Non è solo una questione di gameplay, quanto di stile generale, atmosfera e soluzioni estetiche impiegate da Stoic. Per questa ragione The Banner Saga ha sempre faticato, nonostante i suoi ottimi numeri di vendite, a mettere d'accordo tutti, un problema che altre serie, anche solo vagamente simili, non hanno incontrato (X-Com ad esempio).

Lo stile artistico di Banner Saga si sposa perfettamente con il suo ritmo compassato e le sue battaglie tattiche raffinate in cui le scelte hanno un impatto solo apparentemente limitato. Insomma Banner Saga è una sorta di gusto acquisito, un RPG tattico da godere tra la sua narrativa epica e le difficili scelte che vengono offerte al giocatore. Il tutto immerso in un'atmosfera piuttosto pesante, ovvero caratterizzata da una sensazione costante di tragedia incombente e di mille problemi a cui è impossibile trovare una soluzione soddisfacente. A questo ci ha abituato la serie nelle sue prime due puntate.

Il gameplay è composto di diversi elementi. Il flusso del tempo, e quindi del gioco, è affidato a uno o più gruppi di umani (mescolati ad altre creature) in marcia verso una meta più o meno definita e in fuga da un pericolo più o meno incombente (rimaniamo vaghi per chi volesse godersi l'intera saga dall'inizio). Il giocatore è a capo di questo esodo e veste i panni di uno degli eroi disponibili; il viaggio presenta scelte strategiche relativamente al numero di persone accolte tra i ranghi, al cibo, all'umore dell'intera comitiva e alla valuta che caratterizza Banner Saga, il prestigio. Starà al giocatore decidere come spendere il prestigio (acquistando cibo o progressioni per i propri personaggi) e quando fermarsi per recuperare morale (ma spendere cibo).

Il sistema di combattimento della serie Banner Saga può sembrare semplice e dotato di poche sfumature... niente di più lontano dalla realtà!

Durante i viaggi, e durante le soste, la storia procede e propone al giocatore una miriade di decisioni più o meno importanti che muovono la vicenda principale, alcune (poche) linee narrative secondarie e anche le relazioni tra i personaggi più importanti del gioco. Questi dialoghi sono sempre caratterizzati da ottimi testi e da una pressoché perfetta struttura drammatica: la serie The Banner Saga è una delle migliori in quanto a trama e qualità di produzione narrativa. Ma non solo, anche a livello di gameplay questi dialoghi sono sempre interessanti perché non esiste MAI una scelta corretta, e qualsiasi posizione si prenda di fronte a un evento (sia esso generale o relativo a una situazione personale) esiste sempre un rovescio della medaglia. Raramente si sono visti dei dialoghi tanto simili a quanto succede nelle situazioni umane a cui siamo abituati nella vita reale: scegliere una direzione ha sempre conseguenze multiple e sfaccettate, almeno quando le decisioni non sono banali.

Queste decisioni si riverberano spesso anche sulle risorse da gestire strategicamente e si ha sempre la sensazione di essere veramente a capo di una spedizione di disperati che sta cercando di sopravvivere aggrappandosi a ogni briciola di cibo e alle forze di ogni singola creatura nel gruppo.

A questa parte del gioco si unisce quella relativa ai combattimenti tattici, che per molti giocatori è anche quella principale. Al di là del numero dei vostri combattenti (sempre intorno alle centinaia), il giocatore controlla un più ristretto numero di eroi da cui sceglie, di volta in volta, un pool di sei elementi da portare in battaglia. In questa terza puntata sono presenti quaranta (40) diversi eroi che si rendono disponibili tra i vari gruppi e in situazioni più o meno definite; al solito vedrete alcuni personaggi, quelli centrali alla trama, più spesso di altri.

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I combattimenti si svolgono su una griglia divisa in quadranti su cui i personaggi si muovono e utilizzano i propri attacchi e abilità in turni alternati; ogni singolo personaggio ha un posto nella barra del tempo che detta l'ordine di attivazione. Questa impostazione può sembrare piuttosto semplicistica ai giocatori neofiti della serie, ma in verità Banner Saga raggiunge un livello di profondità tattica che pochi altri giochi riescono a toccare. Ogni personaggio ha un punteggio di forza (che detta salute e potenza degli attacchi) e uno di armatura (che protegge dai danni subiti) ed è fondamentale decidere costantemente quale di questi valori attaccare: abbattere l'armatura vuol dire esporre il nemico a colpi successivi potenzialmente letali, mentre abbattere la forza ne inibisce la pericolosità negli attacchi, a costo di una vita del nemico probabilmente più lunga (visto che l'armatura continua a proteggerlo).

Solo questo sistema garantisce una gran quantità di decisioni interessanti, ma bisogna aggiungere le abilità speciali e la forza di volontà. Quest'ultima serve a potenziare gli attacchi (e il movimento) e a usare le abilità speciali che, a loro volta, garantiscono vantaggi particolari. Proprio questi ultimi 'vantaggi particolari' possono sembrare a prima vista poco potenti e interessanti, ma qui risiede un altro piccolo tesoro di profondità di Banner Saga, visto che combinando le abilità dei propri personaggi tra loro, con un occhio alla situazione sulla scacchiera e tenendo presente i nemici che si hanno di fronte, si possono ottenere effetti letteralmente devastanti.

Negli insediamenti potrete eseguire tutta una serie di azioni di gestione del vostro gruppo e interagire con personaggi più o meno importanti per la trama.

Questo sistema si combina con la crescita in stile RPG dei propri personaggi. Ogni volta che si progredisce di livello è possibile spendere prestigio per aumentare le statistiche del personaggio e/o migliorare le proprie abilità speciali (o acquistare artefatti presso mercanti). In questo aspetto quest'ultima puntata di Banner Saga è piuttosto particolare poiché i personaggi sono tutti di livello ormai molto alto e le loro statistiche molto vicine al massimo disponibile. Ciò vuol dire che bisogna concentrarsi sulle abilità speciali e questo è tutt'altro che un problema visto che ci è sembrato decisamente più divertente scegliere nuovi skill che aumentare di qualche punto una statistica.

Dopo aver descritto i componenti classici della serie Banner Saga è necessario specificare che nulla è cambiato sotto questo punto di vista in quest'ultima puntata. Il mix rimane identico, come anche il ritmo dell'avventura e il tono generale. Dal punto di vista estetico il discorso è lo stesso, con il consueto stile artistico a metà tra il fumetto e il dipinto, uno stile che, onestamente, non manca di meravigliare ancora il giocatore con scenari mozzafiato ed emotivamente coinvolgenti.

Il tempo di gioco è scandito dal viaggio del vostro gruppo...

Anche i valori di produzione a livello di testi e narrativa rimangono altissimi con una storia drammatica e coinvolgente che giunge finalmente al termine. Banner Saga rimane uno dei punti più alti raggiunti dalla narrativa e dalla sceneggiatura in un videogioco. I testi in particolare sono splendidi, mai troppo lunghi né convoluti e sempre cesellati nel minimo dettaglio (e privi di qualsiasi tipo di errore). È presente una traduzione in italiano, ma un avvertimento è d'obbligo: si tratta di uno sforzo amatoriale eseguito da traduttori che non conoscono la professione della localizzazione. Vi si mischiano traduzioni letterali, scelte semantiche discutibili e in generale una scarsa attenzione per il contesto e il tono dell'atmosfera; se il vostro livello di inglese è anche solo discreto, lasciate perdere la localizzazione italiana.

Banner Saga 3 non aggiunge nulla di nuovo a livello di gameplay ma continua a proporre la sua formula per portare al termine una storia splendida e interessante come poche. Personaggi profondi, scelte sempre significative (e ricche di conseguenze) e combattimenti che testeranno il vostro acume tattico...questa è la formula vincente del gioco targato Stoic. Se siete appassionati della serie ci sono veramente pochi dubbi sulla validità di questo acquisto, mentre se siete sempre stati restii, per qualsiasi ragione, a Banner Saga, questa puntata non aggiunge alcun nuovo elemento che possa convincervi. Ma rimane il fatto che la saga è eccellente sotto tutti i punti di vista e che merita di essere esplorata anche dagli scettici; certo, sul mercato ci sono molti titoli, e il tempo è sempre limitato, ma di fronte a queste punte di eccellenza, rimaniamo dell'opinione che provare Banner Saga sia un must.

9 / 10