The Batman Recensione: un Cavaliere mai così Oscuro
A Gotham City, in un novembre rosso sangue.
Finalmente arriva sul grande schermo il nuovo The Batman, un film attesissimo perché l'uscita è stata più volte rimandata, e soprattutto per via del suo nuovo protagonista, Robert Pattinson, subentrato dopo l'abbandono di Ben Affleck. Ma valeva la pena aspettare.
Incontriamo così Batman, il ragazzo le cui ferite non sono mai guarite, l'uomo assetato di vendetta che per questo si è fatto super-uomo. Da due anni esercita la sua attività di vigilante a Gotham City, temuto anche da coloro che salva, spietato con chi castiga, ben conscio che il male si combatte ma non si estirpa.
La sua collaborazione con l'ispettore Gordon (Jeffrey Wright) è già in essere su una base di reciproca fiducia, ma è malvisto da tutto il corpo di Polizia, perché è Batman ritenuto un temibile freak. Bruce Wayne infatti si materializza dal buio e nel buio si dissolve, mirato solo a estinguere la sua sete di vendetta ancora intatta.
Del resto non c'è vedetta che possa riparare un cuore spezzato. Nella sua goticheggiante magione, nella sua caverna sotterranea, lo aiuta come sempre il fidato Alfred Pennyworth (Andy Serkis), in una scrittura del personaggio che lo avvicina al protagonista della serie tv dedicata ai suoi anni giovanili.
In una Gotham City percorsa da comizi elettorali dove i potenti promettono una rinascita per la città grazie a un mitizzato piano di rinnovamento, pensando invece a come spartirsi la torta, la delusione e lo sconforto trascinano tutti a fondo.
Un misterioso personaggio, detto l'Enigmista (Paul Dano, al quale vengono concessi pochi minuti senza maschera per dimostrare la sua bravura), compie atroci uccisioni, lasciando ogni volta un messaggio personale per Batman.
Alla ricerca di indizi Bruce finirà inevitabilmente nella "città di sotto", dove si muovono personaggi come il boss malavitoso Pinguino (Colin Farrell, irriconoscibile sotto il trucco), il capo mafioso Carmine Falcone (John Turturro, soave) e la misteriosa, ambigua e bellissima Selina (Zoë Kravitz).
La città è corrotta, è scontato denunciarlo, ma fin dove arriva e da dove è partita questa piovra che ha infettato un'intera società? E la si potrà mai sconfiggere? Certo si potrà tentare ma attenzione che i metodi per sconfiggerla non diventino gli stessi di chi ne è responsabile.
Fra ammazzamenti crudeli, scene di combattimento poco coreografate e violentissime, e qualche momento d'indagine e riflessione, spiccano l'emozionante apparizione della Bat-Mobile, protagonista di un feroce inseguimento, e un corpo a corpo fra Batman e degli scagnozzi in un corridoio buio illuminato solo dalle fiammate dei mitra. Una scena finale fa balenare il ritorno del più amato fra gli avversari di Batman e promette sequel anche la brevissima sequenza quasi subliminale alla fine dei titoli di coda (state attentissimi).
Nel titolo, quell'articolo davanti al nome segnala una rilettura, uno stacco rispetto alle precedenti versioni, che sono state parecchie in questi ultimi decenni. Dato che da ancora più decenni questo personaggio ha accompagnato le nostre vite, arricchendo il nostro immaginario, ciascuno avrà nel cuore un'immagine diversa e sarà stato più o meno contento delle scelte effettuate dai vari registi negli anni precedenti.
Siamo al quattordicesimo trattamento in live action (oltre a infinite versioni in animazione e serie tv e videogame) e nei panni dell'Uomo Pipistrello abbiamo visto alternarsi Adam West, Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Chistian Bale e Ben Affleck. Personalmente la scelta di Robert Pattinson, a visione avvenuta, ci trova assai favorevoli per la resa della glaciale anaffettività del personaggio, anche ad armatura dismessa.
Qui siamo in una cupezza senza i fronzoli da miliardario di altre versioni, e non aspettatevi di vedere Bruce in abito da sera in mezzo a qualche party. Anche il suo rapporto con Gordon è più asciutto di sempre: lealtà e fiducia, ma senza emotività. Perché Bruce/Batman è un uomo in stress post traumatico a vita, con corpo e animo martoriati da cicatrici e lividi, e la corazza che indossa gli fascia anche il cuore. Finché non incontrerà Selina/Catwoman, costruendo un rapporto completamente riscritto rispetto al passato.
The Batman, che dura 175 minuti che però non pesano, è un film nero striato di rosso dove le immagini degli interni sono così desaturate da sfiorare il bianco e nero, e negli esterni la città è così piovosa da ricordare Il Corvo.
Rendiamo grazia al direttore della fotografia che è Greig Fraser, cui dobbiamo già Dune. Ma non si pensi che la bellezza della confezione sovrasti la sostanza del film, che trova nell'ancora giovane Pattinson un interprete perfetto, perché è ancora ragazzo e non ancora uomo, non ha niente dell'algido glamour di Christian Bale e non ha l'aggressività percepibile nel più maturo Ben Affleck, i due ultimi interpreti di riletture d'autore.
Splendida la colonna sonora di Michael Giacchino, anche se il tema principale ricorda molto quello di un altro eroe "oscuro", Darth Vader, mentre in altre parti si fonde con le angeliche note dell'Ave Maria di Schubert (ed echeggiano le note di Something in the Way dei Nirvana, canzone assurta a metafora di solitudine e isolamento).
Dirige Matt Reeves dopo Cloverfield e i due Pianeta delle scimmie, e la sua sceneggiatura, scritta insieme a Peter Craig, fa della storia un vero thriller, con quello che sembra un serial killer (che uccide in stile Saw), che nelle sue elaborate scene del delitto lascia agli investigatori indizi da decifrare, enigmi da risolvere, come fossimo in Se7en o The Zodiac.
Anche se la scusa generica e scontata è quella di colpire la corruzione, l'avidità e l'ingiustizia, ossia i punti dolenti di una società eternamente classista, anche nel villain la leva è la stessa di Bruce/Batman. Che capirà che la vendetta è un piatto che va servito a qualunque temperatura ma che può anche essere mangiato da altre persone e da diverse parti. E come una lama di luce che squarcia la buia nube che lo ha sempre avvolto, forse il chiarore di un'alba filtrerà nella sua vita.
Così farà qualcosa che un qualunque vecchio Batman mai avrebbe fatto, con quello sguardo di sbieco in uno specchietto retrovisore a guardare indietro una strada ormai vuota. Perché non può piovere per sempre...