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The Blind Prophet: Blood of The Apostle - recensione

“La redenzione non ha né surrogati né mezze vie.”

Prendete il cantante Till Lindemann, vestitelo da Witcher e fategli fare il lavoro di John Constantine: ecco, a grandi linee, la prima impressione che offre The Blind Prophet: Blood of The Apostle.

Avviato all'inizio del 2019, il progetto Kickstarter dello studio francese ArsGoetia si pone tra il punta e clicca e il fumetto interattivo. I personaggi e gli oltre 90 fondali sono stati realizzati a mano con un tratto spesso e colori freddi, a eccezione del rosso del sangue e dei neon che illuminano la lugubre e depravata città di Rotbork.

Bartholomeus è un Apostolo, un essere (più o meno) immortale inviato nel mondo moderno per una missione divina: Rotbork risulta assediata dall'influenza demoniaca ed è compito dell'uomo quello di purgarne la presenza e riportare l'equilibrio; tuttavia, fin da subito qualcosa non quadra, il livello di corruzione della città risulta fuori scala e i demoni sono stranamente consapevoli della presenza e delle intenzioni dell'Apostolo.

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La storia prosegue linearmente per circa 6 ore di gioco, alternando dialoghi con qualche scelta multipla, semplici enigmi ed esplorazione degli ambienti. Quest'ultimo è l'aspetto senza dubbio più curato: il protagonista può interagire con gli altri personaggi ed elementi dello scenario selezionando una tra quattro azioni (Esamina, Usa, Prendi, Parla) e le reazioni e i commenti di Bartholomeus nel caso di una scelta palesemente fuori luogo (come quella di "usare" una ragazza sotto shock o di conversare con una statua) riescono a strappare più di un sorriso.

Lo stesso purtoppo non si può dire dei frequenti, goffi tentativi del gioco di alleggerire l'atmosfera con scambi di battute e siparietti comici tra il protagonista e le maligne figure infernali che si troverà a fronteggiare, per la maggior parte abbastanza casuali e fuori luogo.

Anche per questa ragione, la caratterizzazione del protagonista risulta schizofrenica ed è davvero difficile inquadrare il carattere dell'uomo e riuscire a empatizzare con lui, complice anche una mancanza pressocchè totale di backstory.

La maggior parte delle schermate di gioco, interamente disegnate a mano, sono evocative e piene di particolari.

I "filmati" di gioco sono realizzati da sequenze di tavole in stile comic, ben pensate per quanto assai scolastiche nella struttura. Stesso dicasi per il design complessivo del titolo, che alterna tavole curatissime ad altre assai inferiori per qualità e dettagli.

Cio in cui The Blind Prophet brilla è il sound design: a dispetto della mancanza di doppiaggio (e di localizzazione italiana in generale), il gioco presenta un'ottima esperienza acustica per suoni ambientali e background musicale, risultando piacevolmente immersivo se giocato in cuffia o con delle buone casse audio.

Per quanto riguarda il gameplay, l'avanzamento nella storia è quasi automatico, gli enigmi estremamente semplici e le possibilità di fallimento e game over si contano sulle dita di una mano. Inoltre, il potere del protagonista, lo Stalker's Eye, rende praticamente impossibile non notare gli elementi con cui è possibile interagire; infine, aprendo il menu di gioco è possibile consultare in qualunque momento la missione in corso, senza quindi il rischio di non capire la maniera in cui proseguire.

Gli enigmi che il giocatore si troverà ad affrontare saranno per la maggior parte di una semplicità disarmante.

Simpatica, ma poco approfondita, la presenza di un compendio di Lore sui demoni da sconfiggere e sugli eventi della storia.

Tirando le somme, The Blind Prophet presenta tante valide idee, ma non risulta memorabile sotto nessun punto di vista, sia per scrittura che per meccaniche di gioco. Gli appassionati di punta e clicca potrebbero trovare nel titolo un buon passatempo e i backer del progetto hanno senza dubbio visto mantenuta ogni promessa della software house, ma per tutti gli altri il consiglio è di aspettare un'offerta sullo store e non caricare troppo le proprie aspettative.

The Blind Prophet è stato concepito, portato avanti e concluso da una manciata di persone alla propria prima esperienza nel campo del gaming; per questo motivo, bisogna riconoscere i meriti tanto degli sviluppatori, quanto dei quasi 500 sostenitori che hanno creduto nel progetto Kickstarter.

Le scene di azione vengono proposte sotto forma di fumetto e riescono a rendere molto bene la dinamicità degli eventi.

Tuttavia, il prezzo di listino di 19,99 Euro, la tendenza del software a buggarsi obbligando a un riavvio, una storia priva di reale mordente e la rigiocabilità pari a zero sono dei difetti che non possono restare ignorati in sede di giudizio.

6 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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