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The Boys - recensione prima stagione completa

Se i supereroi sono leggenda, non l'hanno scritta loro

La serie Amazon The Boys approfondisce il tema del supereroe negativo e ci ricorda che il confine fra buono e cattivo non è mai ben definito

Diciamo super eroi e pensiamo a Superman, Spider-Man, Wonder Woman, gli Avengers, gli X-Men, Batman, personaggi che a prezzo della loro felicità passano la vita a vigilare su di noi, spesso ingrati mortali. Se ci eravamo indignati per come erano stati trattati gli Avengers, se sembrava impossibile che l'umanità si rivoltasse contro Superman, se ci siamo angosciati per il destino dei protagonisti di Watchmen, avremo visto con interesse il film L'angelo del male, che al di là della sua riuscita effettiva, aveva il coraggio di mostrare un supereroe malvagio che gode del proprio potere per fare ciò che gli aggrada. Potremmo anche avere riso guardando la serie Powerless, che spiritosamente trattava il problema delle conseguenze degli sfracelli provocati da questi personaggi (serie malintesa però e subito cancellata).

Arriva adesso sugli schermi grazie ad Amazon Prime un'interessante e divertente serie, The Boys, tratta dai fumetti di Garth Ennis disegnati da Darick Robertson nel 2006, già a quel tempo così espliciti e violenti da provocare il blocco della pubblicazione da parte di Wildstorm- DC Comics, con la Dynamite Entertainment a proseguire in seguito il lavoro. É stata trasposta per la tv da Eric Kripke (Timeless, Supernatural) insieme a Evan Golberg e Seth Rogen (coppia d'oro già responsabile di Preacher), con un cast di facce note, da grande e piccolo schermo.

Per diversi anni si era pensato di farne un film ma alla fine si è scelta la formula della serie tv, con otto episodi di quasi un'ora ciascuno per raccontarci di un mondo in cui i supereroi sono diventati superdivi, superegoisti, superdotati di poteri straordinari ma anche di lati negativi fortissimi, capaci di maschilismo e prepotenze stile Weinstein. Prima i loro interessi, il loro piacere, poi il dovere. Sono ricchi, ossequiati, adulati, fuori controllo, ormai in preda al delirio di onnipotenza: non c'è empatia con la razza che salvano. Ma "nessuno viene a sapere perché nessuno vuole sapere". Sono Homelander (Patriota), il potentissimo; Queen Maeve, la "sua" Wonder-Regina; A-Train, il superveloce; The Deep, l'Uomo-pesce; il misterioso Black Noir, del quale mai vedremo la faccia; Translucent l'invisibile. E la nuova arrivata dallo Iowa, la dolce Starlight, piena di illusioni dorate come il suo potere.

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Dopo l'ennesimo abuso, a contrastare questi incontrastabili personaggi scenderà in campo un gruppetto di contro-eroi, costretti a restare uniti "come le Spice Girls". Ma il nemico da battere in realtà è la Vought International, la "casa-madre" degli eroi, quella che li ha sotto contratto, comandata dalla cinica Madelyn Stillwell (Elisabeth Shue), che cerca di piazzarli per ogni città come i divi di uno show perenne, perché intorno a loro gira tutto il solito circo commerciale/mediatico. Come fanno i bravi agenti con i loro clienti più preziosi, coprono ogni magagna delle loro galline dalle uova d'oro, nascondendo ogni loro malefatta, corrompendo e mistificando. Perché il fine ultimo è altissimo, quale cliente più ricco si potrebbe trovare, del Governo americano? Ma non solo i supereroi sono un ottimo affare, intorno a loro gravita tutto un giro religioso di fedeli oltranzisti, che ha come leader l'ambiguo Ezechiele. Che porta di città in città il suo tour della fede (detto Believe Expo), supportato dai valori cristiani degli altri eroi di casa Vought (forse Gesù è stato il primo Supereroe?), fomentando demagogicamente gli istinti delle masse più ignoranti per scavalcare l'Autorità costituita. Del resto, il popolo non chiede forse John Wayne?

Il giovane Hughie (Jack Quaid) resta colpito negli affetti più cari dall'imprudenza del velocissimo A-Train. Devastato dall'accaduto, si lascia coinvolgere in un piano di vendetta da un misterioso personaggio, Billy Butcher (Karl Urban). Intorno alla coppia si formerà per gradi un gruppetto di personaggi, dei quali scopriremo pieghe inattese: Frenchie, il "francese"; il cupo Mother's Milk; e la muta Kimiko. Ma anche i Supereroi, nello sviluppo della trama, ci riserveranno non poche sorprese. Finale col botto, in attesa della seconda stagione.

Nel cast, come dicevamo, troviamo Karl Urban, definito "versione porno di Matrix", con il suo cognome evocativo, Butcher, cane sciolto intorno a cui si forma il gruppo; Elisabeth Shue, la donna in carriera assetata di potere; Jack Quaid, figlio di Dennis, non goodlooking come il padre, ma perfetto per il ruolo da bravo ragazzo, con le sue t-shirt con le stampe di James Taylor o Billy Joel; Erin Moriarty (Jessica Jones), faccina da brava ragazza modello, da cheerleader buona; Chance Crawford (Blood & Oil) il bambozzo che parla con i pesci, ma ha un cervello da gallina; Antony Starr (Banshee, American Gothic) in versione bionda con sorriso a 32 denti, davvero inquietante nel suo Homelander. Simon Pegg fa l'ingrigito e mite papà di Jack e ci sono varie comparsate nel corso della narrazione, specie nel sesto episodio e una da sobbalzo nel finale. Bella anche la selezione di canzoni. Consigliamo come al solito di ascoltare l'audio originale, doppiato perde moltissimo Homelander e anche il bel personaggio del Francese viene sminuito dal falso accento made in Italy.

Lo Squadrone del Bene.

The Boys, fedele al fumetto originale per cinismo, sarcasmo e violenza (manca solo il bulldog), racconta una storia aggiornata alla nostra società attuale, satira del nostro corrotto sistema che pompa personaggi accuratamente costruiti per essere venduti al meglio su un mercato creato all'uopo, personaggi che diventano marchi commerciali e a contare è solo la facciata, l'immagine esteriore. Non per nulla la selezione per accedere a questo mondo dorato ricalca quelle dei vari reality. Si sa che l'umanità ha la tendenza, la necessità quasi, a cercare eroi, che siano veri combattenti in guerre di vario genere, o semplici rappresentanti della società dell'intrattenimento di cui abbonda la cultura pop, oggi ormai in mano alle Corporation (e c'è chi si accontenta degli influencer). E questi idoli diventano subito cristallini, senza ombre, non suscettibili di nessun controllo, e tutto possono permettersi, agli occhi ingenui del frustrato cittadino comune, che si riflette nelle loro immagini scintillanti. Intendiamoci, i supereroi i superpoteri li hanno per davvero (ma è un dono o una maledizione?), solo che li usano non per altruismo o generosità d'animo, ma per interesse e senza mai pagare il dazio per gli errori che commettono. Quindi a grandi problemi, grandi reazioni e più la vittima è inerme e impotente, più feroce sarà la sua delusione e il suo desiderio di rivalsa.

The Boys è una serie che si rivelerà meno spassosa di quanto facessero credere i trailer, pur punteggiata di battute e citazioni, con una piega drammatica nello sviluppo di tutti i protagonisti, e splatter, gore, complottista, che sembra mirare a un discorso "politico". Se tutti ci ingannano, se tutto è imbroglio, menzogna, facciata, se non ci possiamo più fidare dei Presidenti e anche il più eroico degli eroi nutre ambizioni distorte, cosa ci resta?