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The Boys – Stagione 3 Recensione, l'unico uomo nel cielo sono io

Una stagione destinata a lasciare il segno.

Cosa succederebbe se i più potenti supereroi della Terra, sotto al loro mantello dorato, nascondessero in realtà le peggiori forme di depravazione e dissolutezza? A chi dovremmo rivolgerci se l'alone mitologico di queste figure semi-divine celasse un manipolo di egoisti malfattori, interessati più al consenso popolare che ad aiutare concretamente i bisognosi? Come si può fermare un individuo praticamente invulnerabile e pressoché onnipotente?

Sono domande che sicuramente sono rimbalzate numerose volte nella testa degli appassionati negli ultimi 70 anni di produzione fumettistica che hanno sempre dipinto i supereroi come esseri di pura luce, sempre pronti a sacrificarsi per il bene della collettività.

Ed è di certo balenata anche in quella del leggendario fumettista Garth Ennis quando nel 2006, in collaborazione con il disegnatore Darick Robertson, ha portato alla luce The Boys, un'opera che si prefiggeva come obiettivo principale quello di demolire, destrutturare e, per certi versi, vandalizzare l'archetipo del supereroe, immaginando una realtà in cui questi ultimi non sono altro che prodotti di una multinazionale senza scrupoli interessata a capitalizzare il più possibile sulle loro gesta, nascondendo anche le loro più becere nefandezze sotto il proverbiale tappeto (vi ricorda qualcosa? NdR).

Del resto, è una tematica ricorrente anche nelle storie che riguardano il superuomo per eccellenza, Superman: quando sei più forte, più veloce, più resistente, più inattaccabile di qualunque altro essere sulla faccia della Terra, esiste davvero un sentimento abbastanza forte da farti rimanere legato all'umanità con tutte le sue imperfezioni? Esiste davvero qualcosa in grado di farti rispettare le regole se non c'è nessuno in grado di imporle?

Tornano i Boys ideati dal leggendario fumettista Garth Ennis e portati sullo schermo da Amazon Prime Video.

The Boys ruota costantemente attorno a questi concetti proponendo una versione distorta, violenta, adulta e a tratti oscena dei Super calandoli in un contesto distopico in cui solo un piccolo gruppo di avanzi di galera sprovvisti di poteri ma al soldo della CIA è disposto a ergersi contro le malefatte della Vought International. L'opera a fumetti di Ennis e Derrickson non si risparmiava dettagli scabrosi sulle vite nascoste dei metaumani nonché scene di una violenza inaudita, parecchio al di sopra dell'ordinario, e qualsivoglia amenità che può caratterizzare un prodotto destinato a un pubblico adulto.

Anche solo l'idea di trasporre contenuti di questo calibro in una serie live-action da trasmettere su una delle principali piattaforme di streaming del mondo farebbe sudare freddo qualsiasi produttore di Hollywood ma Amazon Prime Video ha dimostrato coraggio da vendere producendo due stagioni di uno show che corre regolarmente sulla linea sottile che separa ciò che può essere effettivamente mostrato su un qualsiasi network televisivo e ciò che, a norma di legge, deve essere quanto meno diluito per rientrare nei canoni previsti dagli organi di classificazione dei prodotti audiovisivi.

I primi due set di episodi della trasposizione di The Boys di Prime Video erano davvero estremi, molto più della stragrande maggioranza delle altre produzioni attualmente in distribuzione e, conoscendo lo sviluppo degli eventi nei fumetti, ci chiedevamo fin dove si sarebbero spinti con l'inevitabile terza stagione.

Beh, dopo aver visto in anteprima ben sei puntate della serie che arriverà sulla piattaforma a partire dal 3 giugno a cadenza settimanale, possiamo dirvi che tutto ciò che avete visto finora vi sembrerà solo una lieve brezza autunnale rispetto all'autentico uragano di violenza, sesso e droga che prende forma in questa season.

La psiche di Homelander, già di per sé piuttosto traballante, rischia di andare in frantumi definitivamente.

Procediamo con ordine ma prima una doverosa precisazione. Questo articolo non conterrà alcuno spoiler sulla terza stagione di The Boys ma, sebbene ci limiteremo parecchio nell'analisi della trama, per forza di cose saranno presenti riferimenti ad alcuni momenti chiave delle due passate stagioni. Se non le avete ancora viste non continuate nella lettura!

È passato circa un anno dallo sconvolgente epilogo della passata stagione. Homelander e il resto dei supereroi Vought stanno tentando di mantenere un basso profilo a causa dello scandalo planetario che ha visto coinvolto il leader dei Sette, impegnato in una relazione sentimentale con l'eroina Stormfront che, come si è scoperto, nascondeva un passato da fervente sostenitrice del partito nazista di Hitler.

I Boys stanno approfittando del periodo di relativa calma per mettere in ordine le proprie vite: Billy Butcher (Karl Urban) sta affrontando il lutto per la brutale morte della sua amata Becca; Little Hughie (Jack Quaid) lavora stabilmente come collaboratore della deputata Victoria Neuman (Claudia Doumit) e forma una coppia invidiabile con la supereroina Starlight (Erin Moriarty); Kimiko (Karen Fukuhara) e Frenchie (Tomer Kapon) vivono ormai pressoché in simbiosi in un'amicizia che forse nasconde qualcosa di più forte; Latte Materno (Laz Alonzo), dal canto suo, sembra aver del tutto accantonato la caccia ai Super per dedicarsi alla famiglia. Tutto questo però, è destinato a cambiare radicalmente.

La già traballante psiche del potentissimo Homelander (personaggio interpretato magistralmente dall'attore neozelandese Antony Starr) è messa ancora più alla prova dai sondaggi che rivelano un calo di popolarità drastico, senza alcun precedente nella storia, e da alcune decisioni di riorganizzazione interna della multinazionale che sembrano destinate a minare la sua leadership tra i Sette.

Billy Butcher e Homelander: due personaggi diametralmente opposti ma, in un certo senso, complementari.

Nel frattempo, Butcher, in perenne disaccordo con i metodi di Hughie che tenta di perseguire le malefatte dei Super per vie prettamente legali, è venuto a conoscenza della potenziale esistenza di un'arma capace di eliminare qualsiasi metaumano in via definitiva, anche quelli apparentemente indistruttibili come il malvagio Homelander.

Per recuperarla, però, dovrà lanciarsi assieme ai suoi alleati in una missione dall'alto tasso di rischio sulle tracce del primo supereroe della storia, il leggendario Soldier Boy, portato a schermo dall'attore statunitense Jensen Ackles, divenuto celebre, tra le altre cose, per il ruolo di Dean Winchester nella serie TV di culto Supernatural.

Non proseguiamo oltre per non rovinarvi alcun tipo di sorpresa ma possiamo garantirvi che, a livello narrativo, la terza stagione di The Boys ha in serbo parecchie sorprese, alcune delle quali piuttosto... sconcertanti. I primi episodi sono caratterizzati da un ritmo più compassato, più orientato ai giochi politici che all'azione vera e propria ma, andando avanti, come il migliore dei motori diesel che ci mette un po' a carburare per poi esplodere in tutta la sua potenza, lo showrunner Eric Kripke indugia in sequenze d'azione mozzafiato, nonché nel tanto discusso segmento dell'Herogasm il cui nome lascia poco spazio all'interpretazione e che, nella versione live-action, è stato reinterpretato per adattarsi meglio alla trama ma ha mantenuto comunque l'essenza grottesca e scabrosa che l'aveva contraddistinto nei fumetti.

Permane, proprio come nelle precedenti stagioni, un sottotesto di violenta critica sociale alle storture della società americana (e non solo), troppo spesso impegnata a idolatrare figure indorate costruite a tavolino ignorando completamente il marciume che nascondono alla luce dei riflettori. C'è tempo per sfiorare gran parte dei temi più caldi e sensibili dell'attualità come il razzismo, le relazioni tossiche, il sessimo sistemico che pervade le aziende più facoltose, l'esasperante finzione del mondo dello spettacolo e tanto altro.

Il Soldier Boy di Jensen Ackles è l'aggiunta più gradita al cast: davvero un'ottima interpretazione del personaggio.

Certo, gran parte di questi argomenti vengono solo trattati in modo superficiale ma è evidente come The Boys voglia essere una sorta di parodia tutto ciò che non va nella struttura societaria moderna e, se si legge bene tra le righe, ci si rende conto che lo fa con una sagacia e un acume con pochi pari.

Che dire, invece, delle prove attoriali dei vari interpreti? Il lavoro svolto dal cast della terza stagione di The Boys mantiene i livelli qualitativi che già ci avevano ampiamente convinto nelle passate edizioni, con il mai troppo osannato Homelander di Antony Starr che qui appare ancora più inquietante e implacabile rispetto al passato (ci sono un paio di monologhi da brividi che, siamo certi, diventeranno delle piccole miniere di citazioni negli anni a venire).

Ottime anche le prove di tutti i componenti dei Boys tra cui spicca, ovviamente, l'irresistibile Billy Butcher di Karl Urban, come sempre sboccatissimo, tagliente e sempre con la battuta pronta. In questo caso lo troviamo invischiato in un conflitto interiore che lo sta lacerando ma rimane la stessa adorabile carogna che abbiamo imparato a conoscere.

La sorpresa maggiore, tuttavia, è l'interpretazione di Soldier Boy offerta da Jensen Ackles che, grazie al suo innato carisma, buca letteralmente lo schermo e porta in scena un personaggio che parodizza efficacemente l'eroe senza macchia e senza paura proveniente da un passato remoto in stile Captain America e lo fa in un modo del tutto personale che ha fatto breccia nel nostro cuore.

La terza stagione di The Boys spinge ancora di più l'acceleratore su sangue, violenza e contenuti disturbanti.

Buono anche l'impianto registico che, pur senza stupire con trovate di particolare brillantezza, è capace di seguire con una certa dovizia di particolari anche le scene più disturbanti che, credeteci, sono presenti in misura anche maggiore rispetto al passato. Ottimi, invece, gli effetti visivi e prostetici che hanno raggiunto un livello qualitativo di tutto rispetto in questa terza stagione complice, forse, il budget più elevato stanziato per questa nuova edizione.

Insomma, questi primi sei episodi della terza stagione di The Boys ci hanno regalato esattamente ciò che speravamo di trovare a questo punto della trama: tanta violenza, tanti colpi di scena e qualche momento davvero memorabile. Il ritmo è decisamente meno convulso perché la sceneggiatura si prende il suo tempo per delineare una situazione che sta rapidamente degenerando, come se stesse posizionando tutti i pezzi sulla scacchiera prima dell'inevitabile mattanza finale.

Mancano ancora da vedere (e valutare) il finale ma, allo stato attuale possiamo dirci assolutamente soddisfatti e convinti che questa terza stagione lascerà davvero il segno. 'Tranquilli, papà è tornato' ed è più in forma che mai.