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The Crew - prova

Il futuro dei racing games secondo Ubisoft.

Parigi - Nei primi del Novecento si cantava di come per andare in America bastassero 100 Lire, per fuggire alle difficoltà economiche di un paese sempre sull'orlo del conflitto, conteso tra le vere potenze europee. Certo, il rischio che il bastimento s'inabissasse era da prendere in considerazione, ma l'agognato traguardo di Ellis Island ben riusciva ad allontanare il mal di mare, promessa di rivalsa economica e sociale.

Oggi, ad un secolo di distanza, l'inflazione ha scaraventato il prezzo di un volo per New York ben oltre le cantate 100 Lire, ma per fortuna ci sono videogiochi come The Crew che ci permettono di visitare gli States dal comodo abbraccio della poltrona di casa, magari prendendosi anche il lusso di guidare alcune tra le vetture più belle del mondo. Siamo volati a Parigi, invitati da Ubisoft, per tre ore di gameplay puro nelle quali mettere alla prova l'operato di Ivory Tower, e scoprire se il titolo in arrivo per PC, Xbox One e PlayStation 4 possa davvero essere un passo avanti per il genere.

Presentato come ibridazione tra i classici titoli di corse ed un gioco di ruolo, The Crew vuole stupire fin dall'impostazione delle vetture, dividendole in quelle che normalmente chiameremmo classi. In realtà è l'equipaggiamento ad impostare lo stile di guida, grazie a un sistema che permette al giocatore di prendere le proprie vetture e modificarle per inseguire l'archetipo cercato. Possiamo scegliere di puntare su ammortizzatori e resistenza, per farne delle inarrestabil macchine da off-road con le quali scorrazzare per le campagne, oppure sulla velocità di punta, per bruciare gli avversari sulle lunghe e larghe autostrate che percorrono la federazione americana in una ragnatela di viabilità esasperata.

L'impostazione è decisamente arcade, e non mancano i momenti davvero spettacolari.

Non mancano la possibilità di creare una macchina dalla ripresa fulminante, per le gare cittadine, e due classi intermedie che sembrano pensate per quei terreni che si piazzano a metà strada tra gli estremi. Il totale conta cinque diverse tipologie di equipaggiamento, sei se aggiungiamo le vetture base (che però ovviamente rimarranno base per molto poco), anche se non tutte possono essere modificate al cento percento: del resto una Lamborghini con super sospensioni e paraurti giganti è proprio difficile da immaginare.

"The Crew vuole stupire fin dall'impostazione delle vetture"

Tanta diversità ambientale ci è garantita dall'eterogeneità degli Stati Uniti, capaci di mostrare praticamente ogni tipo di paesaggio e riproposti in scala dagli sviluppatori in The Crew. Non aspettiamoci una riproduzione fedele, ovviamente, visto che quella che ci viene presentata è una mappa solo ispirata alla reale morfologia americana, ma da quanto visto ci sentiamo di dire che il sapore di bacon e ketchup c'è tutto, soprattutto nel diverso respiro delle varie metropoli riprodotte. Da San Francisco a New York, passando per Seattle, Los Angeles e Miami, ognuno degli agglomerati urbani gode della sua personalità e dei suoi iconici riferimenti architettonici, tanto che il rischio è di balzare da una città all'altra in preda alla curiosità.

Qui, però, entra in scena un altra meccanica ludica mutuata dai giochi di ruolo: la gestione dell'esplorazione è vincolata al progresso del giocatore. Certo sarà possibile esplorare tutto il mondo di gioco fin dal primo avvio ma i contenuti saranno via via sbloccati col procedere lungo le missioni principali, in un percorso che ci porterà dalla East alla West Coast grazie a una storia sicuramente non spettacolare (solito mix di corse clandestine, gang di automobilisti ed agenti sotto copertura), ma comunque apparentemente piacevole.

Il racing di Ubisoft come non l'avete ancora visto nella Official Worldwide Gameplay Premiere.

La scelta di evitare il tutto & subito ci sembra condivisibile, così si mantiene un certo senso di progressione, si stuzzica il giocatore con la promessa di nuove terre da esplorare, e si mettono a frutto le ore spese per la realizzazione della campagna principale, che altrimenti potrebbe venire messa da parte.

"Per quanto riguarda le missioni, abbiamo visto le abituali variazioni sul tema"

Parliamo di storia, dunque, ma non dimentichiamoci che The Crew è un titolo che punta fortissimo sugli aspetti social, aprendo la partita del giocatore ad altri 5 utenti connessi. Non un vero e proprio MMO, allora, con decine e decine di giocatori collegati contemporaneamente, ma una mappa divisa in aree nelle quali compare un numero prestabilito di persone. Chiaramente, se stiamo giocando con un amico non è che lo vedremo sparire cambiando zona: il matchmaking farà in maniera di tenerci legati, però durante le scorribande in solitaria avremo sempre attorno qualcuno col quale condividere l'esperienza.

Per quanto riguarda le missioni possiamo dire che abbiamo visto le abituali variazioni sul tema: inseguimenti, speronamenti, semplici gare, il tutto però arricchito da una generosa spolverata di piccole sfide da incominciare in corsa. Semplicemente attraversando determinati check point, infatti, si attivano delle sfide che chiamano il giocatore a raggiungere semplici obiettivi quali brevi gare di velocità e di abilità nel controllo del mezzo. Queste sfide sono sparse per tutta la mappa, rendono frizzante anche l'esplorazione più spensierata e soprattutto ci posizionano nelle immancabilil classifiche online, dalle quali sbertucciare i nostri contatti meno abili.

La mappa del gioco è coprotagonista dell'avventura, immensa e piena di missioni e brevi skill challenge.

Quanto detto fin qui ci disegna il quadro di un titolo forse non rivoluzionario ma sicuramente capace di fare proprie le nuove tendenze del genere e di presentare le sue peculiarità in maniera divertente e convincente. Purtroppo, però, non possiamo dire altrettanto per la realizzazione tecnica della produzione di Ivory Tower, viziata da da una generale mancanza di pulizia che non rende grazia alle doti del titolo.

"I 30 fotogrammi al secondo possono anche andare bene, ma sono modelli poligonali e texture a non travolgere per qualità"

Durante la nostra prova abbiamo potuto mettere le mani sulla versione PC, teoricamente quella più performante delle tre previste, rimanendo però leggermente delusi da quanto accadeva a schermo: i 30 fotogrammi al secondo possono anche andare bene, se rimangono stabili com'è sembrato, ma sono modelli poligonali e texture a non travolgere per qualità. Attenzione, stiamo parlando comunque di un open world veramente intenso e privo di qualsivoglia caricamento, ma non nascondiamo che almeno per la versione PC ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Non mancano delle trovate estetiche piacevoli, però, come la possibilità di vedere in azione le varie parti della propria macchina, smontandola un po' come si faceva con le armi di Ghost Recon, per poterne ammirare le componenti in movimento. Buona anche la realizzazione dei vari terreni: correre sulle dune sabbiose di una spiaggia è completamente diverso dal farlo sull'asfalto, ferma restando la decisa impostazione arcade del titolo che premia il giocatore aggressivo, sebbene il tasto del freno vada sfiorato di tanto in tanto per avere ragione delle curve più nette. Pollice in su anche per quanto riguarda la personalizzazione dei mezzi, che possono essere colorati a nostro piacimento e arricchiti dalla presenza di adesivi e grafiche di vario genere.

Ivory Tower ci fa giocare a The Crew.

Se c'è un aspetto, invece, sul quale ancora dobbiamo rimandare il giudizio, questo è sicuramente quello delle microtransazioni. Anche in The Crew, come in molte altre produzioni odierne, sarà infatti possibile aprirsi la via lungo la progressione nel gioco a suon di strisciate di carta di credito. L'idea è permettere anche a chi non avesse molto tempo a disposizione di vedere tutti i contenuti. Per ora non possiamo esprimere un giudizio sull'effettivo bilanciamento tra prezzi e ore di gioco richieste per lo stesso risultato, anche se ci è stato assicurato che si tratta di un'aggiunta che non destabilizza l'equilibrio del titolo.

The Crew ci ha divertiti, decisamente, grazie ad un buon mix di gare, sfide di abilità, elementi social e personalizzazione. Speriamo solo che la versione PC venga migliorata sul fronte della tecnica anche se, va specificato, non abbiamo incontrato nessuna mancanza capace di rovinare l'esperienza di gioco. Il titolo è previsto per il prossimo autunno, quindi il tempo per le ultime rifiniture non manca e non vediamo l'ora di metterci di nuovo le mani, magari all'E3 di Los Angeles, per seguirne lo sviluppo fino alla data d'uscita.

Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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The Crew

PS4, Xbox One, Xbox 360, PC

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