The Crew: Wild Run
Più che un DLC, una parziale riprogettazione.
Contro ogni pronostico e aspettativa, The Crew è sopravvissuto. Nonostante una tiepida accoglienza da parte del grande pubblico e numerose stroncature rimediate un po' in tutto il mondo, la produzione di Ubisoft è stata sostenuta e sostentata da una community che, passo dopo passo, a suon di feedback e microtransizioni, ha permesso allo sviluppatore Ivory Tower di correggere almeno parzialmente le principali problematiche e i vizi di gioventù.
Lentamente ma progressivamente, è stato migliorato il netcode, rendendo finalmente godibili le scorribande per gli Stati Uniti D'America insieme ad altri membri della propria banda; il motore fisico è stato opportunamente potenziato, a tutto vantaggio di un realismo comunque mai perseguito fino in fondo; il sistema di guida ha giovato di una lieve ricalibrazione, mettendo maggiormente in evidenza le differenze di trazione e tenuta di strada tra un veicolo e l'altro.
The Crew: Wild Run, in questo senso, è un upgrade ancor più impattante ed evidente, non fosse altro perché potenzia, tra le altre cose, anche l'aspetto grafico del gioco donandogli, sin dal primo accesso, un nuovo look davvero accattivante. Non fatevi delle strane illusioni, sia chiaro: le magnificenze visive di Forza Motorsport 6 e Driveclub restano irraggiungibili. Eppure partire in una notte di luna piena nelle umide campagne del Midwest, per ritrovarsi all'alba nell'assolatissima e coloratissima Los Angeles, ha certamente il suo fascino.
Permane qualche incertezza, qualche elemento dell'ambientazione che si carica con un attimo di ritardo, ma una linea d'orizzonte evidentemente più ampia, una maggior pulizia e definizione dell'immagine, nonché un frame-rate generalmente stabile, rendono i lunghi viaggi in macchina piacevoli ed ammalianti come mai prima d'ora.
Non è tutto qui, naturalmente. Il piatto principale di Wild Run è il Summit, una competizione itinerante e temporanea che enfatizza e potenzia le aspirazioni online e massive del prodotto di Ubisoft. Un po' come i festival a base di motori inquinanti e look sgargianti dei vecchi Motorstorm, raggiunta la location di turno troverete un nutrito numero di appassionati come voi, intenti a sfidarsi a suon di record e prestazioni da capogiro.
Il Summit, che si terrà con una cadenza decisa dagli sviluppatori stessi, si divide in due gironi distinti: qualifiche e fase finale. Divise per categorie, le prove v'impongono di raggiungere un risultato minimo per essere ammessi nel torneo vero e proprio, nel quale vi scontrerete con gli utenti più abili per l'ottenimento di ghiotti premi: un quantitativo esorbitante di denaro, certo, ma soprattutto auto esclusive.
Partecipando al primo di questi eventi organizzati siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla risposta della community, dalla sentita partecipazione che, per forza di cose, ci ha costretti a dare il meglio ogni volta che dovevamo barcamenarci tra acceleratore e freno, anche solo per sperare di strappare la qualificazione alla fase successiva. La presenza di prove d'abilità divise per genere (gare a tempo, prove di velocità e così via), incentiva e incentiverà ulteriormente il potenziamento del proprio parco auto nei diversi kit aerodinamici già proposti e conosciuti al tempo della pubblicazione del gioco.
Proprio a questo proposito, si segnala l'ulteriore novità di Wild Run, l'introduzione delle nuove categorie drift, dragster e monster truck. Le prime due riportano la mente ai numerosi pomeriggi spesi giocando all'indimenticabile Need For Speed: Underground. Drift si spiega da solo: montato il kit sull'auto, meglio se a trazione posteriore ovviamente, dovrete diventare abili nel controllare il sovrasterzo mentre il mezzo scivolerà lungo le curve quasi priva di attrito. Non che The Crew non disdegnasse già di per sé le derapate, ma guidando i veicoli specifici e partecipando alle gare, dovrete pensare solo mettere di traverso la macchina il più a lungo possibile.
Dragster trasforma le folli corse nel deserto in veri e propri quick time event dove premere pulsanti e azionare gli analogici al momento giusto per partenze brucianti e cambiare marcia. Nelle officine specializzate, infine, potrete aggiornare i vostri bolidi in lenti ma colossali monster truck. Se nelle strade cittadine non dovrete più preoccuparvi del traffico, nelle arene dedicate The Crew diventa una sorta di emulo dei Tony Hawk's Pro Skater.
Abbandonati tempi da battere e gare di velocità da dominare dall'inizio alla fine, l'unica vostra preoccupazione sarà accumulare punteggio raccogliendo i bonus ed esibendovi in (irrealistici) trick. Tra backflip e giri della morte, gli scenari pensati per l'occasione sono generosi di half-pipe e rampe che stimoleranno la creatività dell'utente spericolato di turno.
Infine non vanno dimenticate le moto, l'ennesima novità introdotta da Wild Run. Con evidente poca convinzione, gli sviluppatori hanno voluto regalare un contentino anche agli amanti delle due ruote, rendendo disponibili un discreto numero di veicoli, acquistabili nei concessionari sparsi per gli USA, e accompagnando il tutto con un nutrito numero di gare e prove d'abilità.
Che si tratti almeno per il momento di un semplice orpello realizzato in fretta e furia, e con scarsa ispirazione, lo si intuisce analizzando l'esiguo livello di personalizzazione permesso a questo genere di mezzi e, soprattutto, non appena ci si accorge di quanto il sistema di guida non presenti sostanziali modifiche tra un modello e l'altro. Un difetto questo che tuttavia il titolo continua a presentare anche su buona parte delle quattroruote.
Wild Run, in fin dei conti, è molto più che un semplice DLC. È una parziale riprogettazione che suggella la progressiva crescita in positivo di The Crew. Permane qualche difetto grafico e alcune auto continuano a somigliarsi fin troppo nel modo in cui rispondono ai comandi impartiti, ma la rinnovata grafica, nonché le gare di drift, dragster e monster truck, hanno ulteriormente ingigantito e rafforzato la proposta corsaiola di Ubisoft.
I picchi toccati da Driveclub e Forza Horizon, per restare nei pressi degli arcade, non sono ancora ravvisabili nella creatura di Ivory Tower, ma è indubbio che Wild Run abbia tramutato un brutto anatroccolo in un volatile ben più maestoso e gradevole alla vista.