The Dark Pictures Anthology: House of Ashes - prova
Dark Pictures Anthology arriva al suo terzo episodio con House of Ashes: il più affascinante finora?
Quello della Dark Pictures Anthology pubblicata da Bandai Namco è un progetto estremamente ambizioso ma altrettanto audace. Produrre una serie antologica di videogiochi horror accomunati solo dalla struttura ludica ma completamente slegati tra loro sotto il profilo narrativo può essere un'arma a doppio taglio: da una parte si può sfruttare il marcato estro creativo degli sviluppatori per proporre diverse interpretazioni dell'orrore digitale all'interno di un'unica collana ma, dall'altra, si rischia di non avere tempo a sufficienza per affezionarsi ai personaggi o per approfondire a dovere le varie ambientazioni.
Fortunatamente, al timone di questa singolare opera, c'è il team di Supermassive Games, talentuoso studio di sviluppo inglese che, dopo aver dimostrato il proprio valore consegnando nelle mani dei giocatori il travagliato Until Dawn con risultati più che apprezzabili, si è lanciato anima e corpo nella creazione di questo tetro universo narrativo dalle mille sfaccettature che arriva sui nostri schermi a cadenza annuale portando con sé nuove storie, nuovi personaggi e nuove minacce a cui far fronte.
Dopo aver esplorato i tenebrosi corridoi e i ponti della nave infestata di Man of Medan ed essere sopravvissuti allo spaventoso villaggio di Little Hope, è tempo di conoscere il terzo episodio dell'Antologia, probabilmente il più intrigante (e originale) di tutti in termini di setting: House of Ashes.
Negli scorsi giorni abbiamo avuto occasione di provare con mano questa terza incursione di Supermassive nell'incubo interattivo, in modo da scoprire le qualità del lavoro svolto dagli sceneggiatori e quali modifiche siano state apportate dal punto di vista del gameplay.
Questa volta, l'inquietante e imperturbabile voce del Curatore ci porta indietro nel tempo fino al 2003, negli ultimi giorni del conflitto in Iraq tra le forze militari statunitensi e le milizie locali. Qui facciamo la conoscenza di Rachel King (interpretata dall'attrice hollywoodiana Ashley Tisdale), un'agente speciale della CIA inviata sul posto per indagare, con l'aiuto di una squadra di marine, sul potenziale uso di armi chimiche ai danni della popolazione. Proprio durante un controllo di routine, però, il gruppo cade vittima di un'imboscata da parte dell'esercito iracheno con cui ingaggia un intenso scontro a fuoco.
Nel bel mezzo del conflitto, tuttavia, un violento terremoto scuote la zona aprendo una grossa voragine nel bel mezzo del deserto e alcuni dei membri di entrambe le fazioni precipitano in una buia caverna nel sottosuolo. La sensazione di spaesamento iniziale lascia presto il posto al terrore puro quando i poveri malcapitati scoprono di essere finiti al cospetto di un antichissimo tempio sumero e che qualcosa di affamato e terribilmente pericoloso si muove, in quell'antro oscuro.
Come da tradizione, anche la storia di House of Ashes viene raccontata attraverso il punto di vista di diversi protagonisti, in questo caso ben cinque: Nick e Jason, due marine americani armati di tutto punto e i primi a entrare in contatto con le creature che popolano la caverna; Rachel e Eric, la già citata agente della CIA e un colonnello dell'aeronautica che sembrano condividere un passato di qualche tipo e, infine, Salim Othman, il comandante delle truppe irachene che avevano preparato l'imboscata all'inizio della storia.
L'idea di introdurre il punto di vista di Salim, nello specifico, ci è sembrata particolarmente brillante: la prospettiva di vestire i panni dei componenti di due eserciti contrapposti in circostanze di simile pericolo potrebbe aprire la strada a sbocchi narrativi davvero interessanti, soprattutto se si considera che lo svolgimento dell'intera saga di The Dark Pictures Anthology si basa sulle scelte compiute dai giocatori.
Abbiamo apprezzato parecchio la volontà di Supermassive di stabilire dei rapporti solidi e convincenti tra i vari personaggi coinvolti nella vicenda, in misura ancora maggiore rispetto a quanto visto in passato. Operare alcune scelte sapendo che ciascuno di loro potrebbe morire a causa di un nostro passo falso contribuisce a costruire un clima di tensione impareggiabile, senza troppi concorrenti nel panorama videoludico moderno.
C'è da dire che, come sempre, gli sviluppi di alcuni dei bivi proposti sono difficili da prevedere, forse fin troppo per chi cerca di condurre il racconto entro binari ben precisi ma anche questo fa parte del fascino delle varie iterazioni dell'Antologia: nessuno è mai davvero al sicuro.
Sotto il profilo del gameplay, invece, House of Ashes presenta una struttura ludica pressoché invariata rispetto al suo diretto predecessore. Si tratta di un thriller/horror interattivo in cui, al giocatore, è concessa la facoltà di muoversi liberamente in scenari di dimensioni variabili alla ricerca di indizi e oggetti utili a proseguire nella trama.
Di tanto in tanto sarà necessario affrontare impegnative conversazioni con i comprimari tramite il classico sistema a scelta multipla che, oltre a mostrare un certo approfondimento psicologico di tutti i personaggi, dimostra (qualora ce ne fosse ancora bisogno) la spiccata cura nella stesura dei dialoghi da parte di Supermassive, un elemento essenziale per la buona riuscita di prodotti di questo tipo.
Ovviamente, in qualunque modo scegliate di interpretare il carattere dei vari protagonisti, le scelte che compirete avranno un peso specifico notevole nel corso della storia e anche il più piccolo errore di valutazione potrebbe avere risvolti catastrofici nell'economia dell'intreccio. Certo, a volte il tempo a disposizione degli utenti per prendere importanti decisioni è piuttosto risicato perciò dovrete prestare la massima attenzione a ciò che avviene a schermo per essere sempre pronti a reagire di conseguenza.
Come fare, dunque, per avere un'idea approssimativa degli esiti delle nostre scelte? Anche in questo terzo capitolo, nel corso dell'esplorazione, potreste imbattervi in artefatti indicati come 'Oggetti Premonizione' che vi daranno accesso a una breve clip contenente suggerimenti circa il terribile fato che può verificarsi da lì a poco. È importante setacciare le ambientazioni ogni volta che se ne ha occasione, in modo da non perdersi questi preziosi consigli.
Le fasi di azione, invece, vengono gestite ancora una volta tramite i sempreverdi QTE che, proprio come in Little Hope, vengono preceduti da un comodo indicatore che vi consentirà di avere sempre il polso della situazione. Dopo le lamentele dei fan che additavano quelli di Man of Medan come troppo rapidi e confusionari, Supermassive ha ben pensato di correre ai ripari con questa soluzione che forse svilisce un po' la sensazione di costante precarietà ma consente di avere sempre il pieno controllo sulle azioni dei nostri alter-ego virtuali.
Notate bene: l'inclusione di personaggi armati fino ai denti come i due marine americani non deve trarvi in inganno. Analogamente ai precedenti episodi, infatti, anche House of Ashes non prevede sezioni di combattimento o momenti di azione al cardiopalmo ma solo sequenze scriptate in cui dovrete prendere le vostre decisioni per avanzare nel racconto. Se siete alla ricerca di un action puro, dovrete semplicemente cercare altrove.
La build di prova a cui abbiamo avuto accesso comprendeva un unico capitolo ambientato poco dopo il prologo del gioco ma la direzione artistica ci è sembrata già da ora piuttosto ispirata nonché capace di costruire un'atmosfera incredibilmente ansiogena, ancora più di quanto fatto nei due precedenti episodi.
I modelli poligonali dei personaggi e le loro animazioni facciali, inoltre, garantiscono un tasso di immersione totale nella narrazione così come l'eccellente doppiaggio in italiano che sembra poter contare su performance recitative di assoluto rispetto.
In definitiva, il nostro primo incontro con The Dark Pictures Anthology: House of Ashes ha confermato le già ottime impressioni derivanti dal materiale promozionale distribuito nei vari eventi degli ultimi mesi. Supermassive Games e Bandai Namco sono sulla strada giusta per offrire ai fan della serie la loro nuova visione dell'orrore digitale, quella che appare come la più intensa e intrigante finora.