The Division 2: Warlords of New York - prova
Ubisoft ci porta nuovamente nella Grande Mela.
Apprestarsi a scrivere di The Division 2 in piena emergenza coronavirus, fa uno strano effetto. L'MMO di Ubisoft, infatti, vede la propria trama incentrata su un un letale derivato del vaiolo, capace di decimare la popolazione mondiale e di portare la società alla barbarie e al caos. Non è poi trascurabile il fatto che questo virus si diffonda attraverso i contanti, facendo crollare non solo la popolazione ma anche l'economia globale.
In tale contesto entra in azione la Direttiva 51, che attiva gruppi di agenti dormienti, ossia The Division. Le loro armi sono tra le più avanzate e dispongono della più completa autonomia per gestire le minacce come meglio credono.
È inutile negare che muovendoci per la strade di Washington e New York, l'immaginazione sia andata più volte a quel fatidico "what if", ossia "chissà se": e se accadesse veramente? E se il coronavirus sfuggisse di mano? E se mutasse in una variante più aggressiva? Insomma, Ubisoft nel 2016 (data di uscita del primo capitolo della serie) è riuscita a immaginare un universo oggi più che mai d'attualità, seppure involontariamente.
In The Division 2, uscito poco meno di un anno fa, gli agenti vengono richiamati a Washington per proteggere la loro stessa esistenza. La capitale americana è ormai in mano alle bande armate e l'ultimo baluardo della resistenza è una Casa Bianca ridotta allo stremo, e che noi dovremo difendere e ripristinare nella sua operatività.
Purtroppo però, nonostante The Division 2 sia un titolo oggettivamente ben riuscito (82 su Metacritic e 7.0 di user score nella versione PS4), il successo commerciale non è stato quello che Ubisoft si aspettava. Ecco probabilmente spiegato perché, dopo la release dell'Episodio 3, il gioco ci porterà nuovamente sulle tracce di Vitaly Tchernenko.
Il biologo che ha creato il virus pare infatti sia tenuto prigioniero dalla fazione dei Black Tusk sull'isola di Coney Island. Il che, tradotto, vuol dire tornare nuovamente in quella New York in cui si ambientava il primo capitolo della serie, e capace di colpire l'immaginario collettivo ben più di quanto non abbia fatto Washington.
La sensazione, dunque, è che Ubisoft voglia aggrapparsi ai fasti del passato per rilanciare il proprio presente, ma a ben guardare queste sono speculazioni soggettive. Quel che è certo è che un nuovo attacco biologico è imminente, e non c'è tempo da perdere. Anche perché dovremo affrontare Aaron Keener, il primo agente diventato nel frattempo un terrorista.
Warlords of New York è un'espansione che Ubisoft definisce "massiccia" e che è imperniata su tre pilastri: la narrativa, il rinnovamento delle meccaniche alla base del gioco stesso e infine il nuovo endgame. Quanto alla prima, ci troviamo otto mesi dopo i fatti spiegati nel primo episodio della serie: durante questo periodo di tempo, New York è stata devastata da quello stesso uragano che aveva già flagellato Washington.
Un pretesto narrativo, questo, per un totale rifacimento non solo della città ma anche delle sue atmosfere, ben lontane da quelle invernali viste al lancio della serie e ora più verdi e rigogliose (e plausibilmente estative), più vicine quindi a quelle respirate in Washington.
La nostra caccia ad Aaron Keener, violento, talentuoso e carismatico leader dei cattivi, sarà fondamentale per scongiurare la minaccia biologica che sta per attuare. Ma non sarà facile eliminarlo perché non lavorerà da solo. Anzi, avrà al suo fianco quattro altri agenti coi quali dovremo confrontarci.
Ognuno di essi avrà una propria storia alle spalle e delle proprie motivazioni, ma anche delle abilità speciali delle quali potremo entrare in possesso solamente una volta che li avremo sconfitti in delle specifiche boss fight, ognuna diversa dall'altra.
Chi tra voi fosse già pronto a gridare allo scandalo temendo un presunto riciclo delle mappe da parte di Ubisoft, stia sereno: Warlords of New York si ambienterà in una nuova zona della Big Apple, ossia Lower Manhattan, e vedrà la presenza di zone iconiche come Chinatown, Wall Street e i ponti di Brooklyn e Manhattan.
La mappa di gioco sarà suddivisa in quattro aree: Battery Park, Financial District, Civic Center e Two Bridges. Ma la zona più importante sarà quella di Haven, la nostra nuova base operativa, cioè l'insediamento dal quale prenderanno il via le nostre gesta. Che si articoleranno in 5 nuove missioni principali e in 8 nuove missioni secondarie. Queste ultime saranno tutte collegate alle missioni principali perché faranno parte del processo investigativo che ci porterà a scoprire dove sia nascosto Aaron Keener.
Ma le novità non riguarderanno solamente l'area in cui combatteremo. Stando a Ubisoft il giocatore verrà liberato da qualsiasi vincolo per fruire l'esperienza nel modo che reputerà più opportuno. Si potrà iniziare una parte della campagna, abbandonarla, iniziarne un'altra e magari tornare a quella iniziale: tutto ci sarà consentito, anche perché il gioco si adeguerà al livello del nostro alter ego.
Ubisoft annuncia anche novità interessanti all'impianto ruolistico. Il problema principale da risolvere, a detta degli sviluppatori, era la complessità intrinseca di The Division, amata dai giocatori hardcore ma capace di scoraggiare gli utenti occasionali e coloro che si avvicinino per la prima volta alla licenza. Ecco perché ora le direttive lungo cui si muoverà The Division 2 sono tre.
La prima riguarda una maggiore leggibilità dell'inventario e, in particolare, dell'equipaggiamento. Sarà più facile capire cosa facciano i singoli pezzi che s'indossano, il che comporterà una maggiore intuitività nel modo in cui The Division 2 dialogherà con gli utenti. Al tempo stesso, la profondità resterà invariata: chi saprà dove guardare, ricaverà lo stesso numero di statistiche e di informazioni che in precedenza.
La seconda direttiva consisterà nel rendere il loot sempre intrigante. Sarà possibile usare subito qualsiasi drop e immagazzinarne le statistiche grazie alla Ricalibrazione; essendo questa una feature già presente in The Division 2, sarà interessante capire quali siano le novità cui accenna Ubisoft. La terza direttiva, infine, sarà scongiurare la necessità di usare build predefinite per giocare ai massimi livelli. Le strade degli MMO sono però lastricate di queste buone intenzioni da circa vent'anni, e non resta che vedere come tale proposito verrà attuato.
Warlords of New York porterà i giocatori dal livello 30 al livello 40 e, come già ricordato in precedenza, saranno introdotte nuove abilità che potranno essere sbloccate unicamente sconfiggendo i boss che controllano Lower Manhattan, ossia Keener e suoi scagnozzi. Attenzione che ovviamente loro le useranno contro di noi quando sarà il momento di combatterci. Chiude la lista delle novità un non precisato numero di nuovi equipaggiamenti esotici.
Anche le Dark Zone saranno oggetto di un revamp, con l'obiettivo di catturare nuovamente la magia del primo The Division. Stando a Ubisoft, nel secondo capitolo queste aree non si sono dimostrate sufficientemente intuitive e gli sviluppatori promettono anche incentivi al gioco in cooperativa, il che lascia intendere ricompense aumentate per coloro che aiuteranno i compagni fino al momento dell'estrazione.
I miglioramenti nell'endgame non possono però fermarsi alla Zona Nera, ed ecco quindi che ci sono novità anche per quanto riguarda i raid. Ne verrà introdotto uno nuovo, ambientato a New York, e che si chiamerà The Foundry (non Digital, però). Questo è stato pensato mettendo a frutto l'esperienza maturata finora da Ubisoft con The Division, che afferma che le situazioni proposte spingeranno al massimo la strategie di squadra e la relativa coordinazione. Anche in questo caso siamo alle solite dichiarazioni di rito, e non resterà che testare il raid per dare un giudizio compiuto.
La buona notizia per coloro che non vorranno acquistare Warlords of New York è che Ubisoft renderà accessibile il raid non solo agli Agenti di livello 40 ma anche a quelli di livello 30. Verrà poi aggiunto il livello di difficoltà Leggendario alle missioni standard e si punterà molto sulle Stagioni, ognuna della durata di tre mesi e dotata di un proprio arco narrativo. I giocatori avranno così un obbiettivo, un contesto e soprattutto una ragione per restare incollati al gioco. Come dite, sembra lo stesso meccanismo che altri titoli propongono dietro il pagamento di un Battle Pass? È esattamente così, e The Division 2 non farà eccezione.
Ogni stagione introdurrà attività ben precise che si articoleranno in un calendario definito. Il risultato dovrebbe essere un endgame sempre fresco a mai ripetitivo, quanto meno nelle intenzioni di Ubisoft. Ci saranno anche eventi globali che ogni volta, grazie all'introduzione di nuovi modificatori, costringeranno gli appassionati a cambiare il proprio modo di giocare, forzandoli a uscire dai binari dell'abitudinarietà.
Verranno poi introdotte nuove attività, che spingeranno gli agenti a competere non solo contro il gioco ma anche tra di loro. È un vero peccato però che Ubisoft non abbia voluto dettagliare maggiormente queste affermazioni, limitandosi a rimandare a delle non meglio precisate leaderboard.
Portando a termine le attività introdotte da ogni Stagione, verremo premiati non solo con nuove parti dell'equipaggiamento ma anche con nuove abilità che andranno ad aggiungersi a quelle preesistenti. Poiché durante la presentazione gli sviluppatori hanno più volte usato il termine "manhunt", cioè caccia all'uomo, il sospetto è che non sarà possibile sbarazzarsi subito di Aaron Keener e dei suoi scagnozzi, ma che ognuno di essi potrà essere sconfitto solamente nell'apposita stagione. Ma, sia chiaro, si tratta di una nostra congettura.
Warlords of New York sarà venduta come espansione a 30 euro, mentre coloro che ancora non possiedono The Division 2 potranno acquistare la Ultimate Edition, inclusiva del gioco base, dei 3 DLC fin qui proposti, dei bonus dell'Anno 1 e ovviamente di Warlords of New York. Il prezzo, però, non è stato annunciato in sede di presentazione.
L'Episodio 3, disponibile in early access da domani per i possessori del pass annuale (e tra una settimana per tutti gli altri), riporterà i giocatori a New York e servirà a introdurre la trama di Warlords of New York. Il consiglio dunque è di non perdersi questa espansione, così da arrivare preparati all'appuntamento. Che non sarà molto distante, dato che Warlords of New York sarà rilasciato il 3 di marzo per PlayStation 4, Xbox One e PC. A fine marzo, invece, il gioco sarà disponibile anche per Google Stadia in quella che supponiamo sarà l'Ultimate Edition.
In conclusione, Ubisoft ha più volte insistito sulla volontà di rendere Warlords of New York accessibile a tutti. Chi non avesse mai giocato a The Division 2 potrà allora iniziare dal livello 1 oppure saltare direttamente al 30, dimenticandosi dei contenuti standard e concentrandosi solo su quelli nuovi.
Una decisione, questa, che i puristi potrebbero non apprezzare ma che ha un senso nell'ottica di ampliare al meglio il possibile bacino di utenti, rimuovendo qualsiasi barriera all'ingresso a un titolo che pare in crisi di pubblico.
Perché è inutile nasconderlo: giocare oggi a The Division 2, persino su PS4 che è la piattaforma più venduta, significa affrontare pressoché tutto il gioco in solitaria. Mettersi in coda per il matchmaking comporta attese estenuanti e quasi sempre infruttuose, e l'unico modo di giocare in cooperativa (per chi non faccia parte di un clan) è rispondere alle saltuarie chiamate d'aiuto degli altri utenti.
Ma se c'è una possibilità per Ubisoft di rimettere in carreggiata The Division 2, Warlords of New York è l'espansione giusta per riuscirci.