The Division non è un altro Destiny - editoriale
Nel bene e nel male, è un gioco completamente diverso.
Mancano 90 secondi all'estrazione e getto uno sguardo all'orologio. Sono accanto a un tipo che ho incontrato alcuni isolati più indietro, assediato dai looter. Li abbiamo sterminati insieme e ci siamo ringraziati a colpi di emoticon, quindi siamo tornati al punto di estrazione per mettere al sicuro il nostro bottino.
A 60 secondi dal via ci ha raggiunti un altro giocatore. Ci muovevamo tutti di continuo, con spostamenti circolari e uno sguardo fisso sul radar. Almeno, è questo che credo stessero facendo anche gli altri. Va tutto bene, in giro non c'è nessun altro. Sto per completare la prima di quelle che probabilmente saranno centinaia di run in The Division. Lo shooter online di Ubisoft è tutto incentrato su questa dinamica: avventurarsi, esplorare, trovare risorse e sconfiggere i nemici controllati dall'IA (o altri giocatori che hanno deciso di trasformarsi in predatori e sono marchiati come tali). Alla fine di tutto ciò, si raggiunge il punto di estrazione e si aspetta di poter mettere in salvo ciò che si è raccolto, per ritrovarlo pronto la prossima volta che si ritorna in base.
20 secondi all'estrazione e tutto va bene. 10 secondi e... di punto in bianco, il mio personaggio è steso a terra. Mi hanno colpito alla testa e sto sanguinando. Il mio compagno, incontrato pochi minuti fa, mi corre incontro tentando di resuscitarmi, ma la nostra conoscenza più recente gli è già addosso. Ed è così che se ne va tutto il nostro loot, con un tradimento perfettamente calcolato, all'ultimo secondo. Bel pezzo di bastardo!
In Destiny, lo shooter open world di Bungie che spesso viene paragonato a The Division, non si potrebbe mai avere un'esperienza del genere. Laddove Destiny è ampiamente prestabilito (vai lì, fai questo, guadagna tot esperienza), The Division sembra in grado di offrire più sorprese. Ovviamente siamo ancora nelle sue prime fasi e non va dimenticato che Destiny è in circolazione da 18 mesi ed è stato cambiato più volte. The Division è invece in closed beta e ancora deve rivelare molti dei suoi segreti.
Non so come finirà per rivelarsi The Division, se riuscirà a raccogliere una comunità di giocatori appassionati nei mesi a venire, ma di certo mostra già ora dei segni promettenti. La Zona Nera, dove è consentito il PvP, già ha il feeling del luogo in cui i giocatori più esperti si incontreranno e scontreranno. Un posto a cui i noob come me potranno accedere solo se scortati da un paio di amici più navigati. Una zona pericolosa, eccitante. Sensazioni che mancano a Destiny. Nulla è più ripetitivo di affrontare un raid per ore ed essere ancora bloccati nel combattimento con uno specifico boss, o più frustrante di completare l'evento del giorno ed ottenere in cambio una ricompensa inutile.
Di nuovo, è impossibile dire se The Division finirà per trascinare i giocatori su un sentiero simile ma il potenziale per creare grandi cose e grandi storie c'è tutto. Sebbene Ubisoft al momento non abbia rivelato molto riguardo i suoi piani per l'endgame, o quali progressi si potranno ancora fare quando avremo completato la dozzina di missioni della campagna, già sappiamo quali sono i programmi per le prime due espansioni. La community di The Division già può valutare la roadmap di come il titolo verrà ampliato e migliorato post-release, qualcosa che i fan di Destiny hanno agognato per diverso tempo.
Ciò detto, ci sono anche elementi di The Division che non convincono appieno. Sono piuttosto colpito dalla grafica del gioco ma già ora intuisco che il suo mondo potrebbe presto diventare privo d'interesse. È colmo di oggetti collezionabili in puro stile Ubisoft, disseminati in una griglia di strade cittadine che già ora risultano fin troppo familiari. Neppure la storia del contagio di massa è particolarmente coinvolgente, e finora non ho mai visto neppure un personaggio memorabile.
Anche la mitologia di Destiny inizialmente era piuttosto vuota ma il suo mondo e i suoi personaggio presto hanno trovato un'identità grazie alle esperienze offerte e al rapporto che si è creato con i giocatori. I fan di Destiny sono affezionati al rapporto di amore-odio con il Criptarca, il che rappresenta il principale contatto di scambio nella Torre. Nella zona franca di The Division, invece, troviamo semplicemente un tizio in mimetica.
Ma la cosa più importante per i giocatori sarà il gameplay di The Division, che non raggiunge la qualità di quello sapientemente creato da Bungie per Destiny, né per gli spostamenti né per i combattimenti. La beta dimostra che la natura del gioco è sostanzialmente quella di uno shooter con coperture, i cui nemici tendono a fagocitare un'incredibile quantità di colpi prima di accasciarsi.
Anche le armi del gioco non mi hanno convinto pienamente: piuttosto che offrire un arsenale equilibrato, sembrano dividersi chiaramente in armi migliori e peggiori, con queste ultime ovviamente da evitare. Nessuno di noi ha ancora messo le mani sugli oggetti migliori del gioco ma la beta di Destiny già comunicava un gameplay di qualità che The Division al momento non eguaglia.
Il gioco di Ubisoft ha però altri punti di forza: un albero di talenti dettagliato, la possibilità di modificare e craftare le armi, abilità extra che si sbloccano in base alla situazione del mondo di gioco eccetera. Come Destiny, ovviamente, ha anche delle debolezze. La cosa che mi fa piacere è che i due giochi raramente si sovrappongono. Mentre Destiny si avvia al suo periodo forse meno vitale, The Division indubbiamente finirà per sottrargli qualche Guardiano stagionato (alcuni degli streamer più famosi hanno già effettuato il salto della barricata). Da quanto visto finora, credo che anch'io li seguirò. Nel frattempo, Bungie sarà libera di lavorare al suo prossimo progetto, tenendo possibilmente un occhio sul radar per monitorare un nuovo e agguerrito concorrente.