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The Elder Scrolls Online - review

Un tempo ero un avventuriero anch'io, poi…

Nonostante la predominanza di MMO free-to-play sul mercato, Bethesda si è gettata nella mischia tentando di presentare con il suo The Elder Scrolls Online una valida alternativa, con cui punta a offrire un'esperienza complementare e differente.

Il settore degli MMO è cambiato infatti molto dai tempi del primo boom di WoW, e non ha più molto senso tentare di ripercorrerne la via. Ne sono un esempio i non proprio fortunati Warhammer Online e il più recente Star Wars: The Old Republic. Il primo ha chiuso da qualche mese i battenti, il secondo invece è sopravvissuto solo come free-to-play. Nessuno è insomma riuscito negli anni a giustificare la spinosa questione dell'acquisto di un esoso abbonamento mensile.

Per riuscire nell'impresa, The Elder Scrolls Online punta su una formula di gioco ben bilanciata ed emozionante tentando di non lasciare da parte nulla, a partire dalla trama.

Ambientato secoli prima degli eventi narrati in Skyrim, Morrowind e Oblivion, il gioco narra la vicenda di uno sconosciuto eroe prigioniero di Molag Bal, principe Daedrico intenzionato a unire il suo reame demoniaco con Tamriel per creare un mondo di sofferenza. Il nostro scopo non sarà solo quello di salvare il mondo da questo simpaticone, quanto quello di dipanare la matassa di una storia intricata, accompagnati dal Profeta.

Le macchine d'assedio sono un'importante risorsa nel PVP. Per comprerla si utilizzerà una valutà apposita che ci servirà solo durante le nostre scorrerie a Cyrodill.

Questo enigmatico stregone ha perso la vista in gioventù per aver osato dare una sbirciatina alle antiche pergamene del titolo, acquisendo però grandi poteri ed enorme saggezza, e dovrà ora espiare le sue colpe guidandoci attraverso un'intricata narrazione che solo di rado interromperà le nostre avventure.

"The Elder Scrolls Online tenta di non lasciare da parte nulla, a partire dalla trama"

La trama è infatti sottolineata con eleganza e presentata al giocatore molto lentamente. La prima missione della quest principale ci sarà proposta all'inizio del gioco, la seconda dopo aver completato un paio di livelli, la terza addirittura dopo aver raggiungo il livello 10. Ciò avviene per meglio consentirci di prendere gradualmente confidenza con un enorme mondo di gioco, composto da almeno una ventina di locazioni, tra cui Oblivion e Cyrodiil (arena del PVP). Tutti ambienti che potremo sbloccare procedendo nelle quest secondarie e che, una volta raggiunti, saranno completamente esplorabili.

È proprio durante queste esplorazioni che ci si rende conto di quanto The Elder Scrolls Online sia differente dai titoli che lo hanno preceduto. Per quanto l'interfaccia di gioco sia stata disegnata per ricordare quella di Skyrim, i due titoli sono profondamente diversi. Manca ad esempio quasi totalmente il sistema di reputazione del personaggio, che in The Elder Scrolls Online non può commettere crimini o rubare, se non nella cornice di determinate missioni.

Manca la grandissima quantità di oggetti di tutti i tipi rinvenibili in grotte e caverne, così come assumono un ruolo secondario l'alternarsi del giorno e della notte o le scelte compiute durante il gioco.

Il gioco spinge il giocatore a collaborare non soltanto tramite un party. Assistere un giocatore in difficoltà sarà utile infatti a fare esperienza, e entrambi potremo raccogliere gli oggetti del nemico caduto.

Tutte limitazioni che, pur facendo storcere il naso ai fan della serie, sono più che comprensibili e controbilanciate da interessanti miglioramenti che hanno reso indolore la transizione all'online. Chi riuscirà infatti a spingere il proprio sguardo oltre queste piccolezze, noterà che The Elder Scrolls Online è un gioco molto complesso che presenta diversi livelli di lettura, o meglio, diversi approcci possibili al gameplay.

"Era forse dai tempi di Daggerfall che la serie non proponeva ai giocatori degli ambienti così vari e diversificati"

Lo scopo non è però solo accontentare tutti, quanto aggiungere profondità. Potremo infatti scegliere di giocare The Elder Scrolls Online come un nuovo capitolo della serie offline, affrontando anche in singolo la grande quantità di quest proposte, seguendo le linee narrative delle diverse gilde e completando la quest principale. Oppure potremo dedicarci all'esplorazione di enormi dungeon e al PVP, anche se il modo migliore per godere di questa esperienza nel suo complesso è proprio quello di sperimentare un po' di tutto.

Sarebbe infatti un peccato lasciar da parte i molti, intricati dungeon che popolano la regione di Stonefalls, anche perché proprio in essi sono concentrati tutti quegli equipaggiamenti, oggetti e tesori che non potrete più trovare semplicemente razziando i corpi dei nemici caduti.

Questi labirinti, insieme al PVP, rappresentano il cuore dell'esperienza online. Si tratta di quella parte presa in prestito dai canoni degli MMO che, sorprendentemente, si integra piuttosto bene con lo stile della saga. Tali sezioni sono le più complesse e impegnative del gioco, e richiedono necessariamente la partecipazione ad un gruppo eterogeneo per portare a termine la non facile l'impresa di esplorare i dungeon dove, tra l'altro, dimorano anche i nemici più grandi e coriacei del gioco. Proprio per questo motivo è sconsigliabile avventurarsi da soli o prima di aver raggiunto un determinato livello, che varia in base alla difficoltà del dungeon stesso.

Se quindi possiamo senza dubbio affermare che si tratti di alcune delle sezioni più riuscite del titolo, lo stesso non si può dire del PVP. La modalità Player Vs. Player che in The Elder Scrolls Online, integrata nel mondo di gioco piuttosto che in una modalità completamente a sé, è perfetta sulla carta ma non altrettanto nella pratica. Non ancora almeno.

"Non è possibile avere una propria casa in-game"

Troppo simile a quella del lontano Dark Age of Camelot, con cui il gioco condivide molti degli sviluppatori, questa modalità ci consente di accedere ad una enorme mappa di Cyrodiil, dove tre fazioni si contendono risorse e postazioni strategiche. Al giocatore spetterà il compito di allearsi ad uno di questi schieramenti, formare gruppi con altri avventurieri e portare avanti diversi compiti.

Principalmente si tratterà di azioni di disturbo e guerriglia nei confronti degli altri giocatori, di gestire assedi a grandi fortificazioni, compiti di difesa degli obiettivi strategici o campagne alla conquiste delle varie "Elder Scrolls" nascoste nelle fortezze.

Inoltre, proprio come in Dark Age of Camelot, il PVP è visto come un prosieguo della trama, da affrontare una volta ultimate tutte le quest del PVE. Una scelta poco condivisibile che la rende troppo ostica per chi, come noi, vorrebbe cimentarsi fin da subito in tutto ciò che il titolo ha da offrire.

L'editor dei personaggi è molto simile a quello degli altri capitoli della saga, consentendoci orientativamente le stesse possibilità di personalizzazione.

Al momento è difficile farsi un'idea migliore di questa parte del gioco, visto che ci vorrà un po' prima di vedere la Cyrodiil guerrafondaia popolata da giocatori di livello alto, in grado di sostenerne la complessità.

Ci basti dire che il PVP resta comunque un buon esempio della grande varietà offerta dal gioco tanto nelle modalità quanto nelle ambientazioni. Era forse dai tempi di Daggerfall che la serie non proponeva ai giocatori degli ambienti così vari e diversificati. Si va da panorami innevati a sobborghi medievali, passando per le solite caverne piene di trappole e le pianure di Oblivion.

La stessa attenzione alla varietà è stata profusa tanto nei dungeon di cui vi accennavamo poc'anzi quanto nelle quest secondarie che, slegate spesso dai soli combattimenti, porteranno i giocatori a svolgere compiti molto differenti tra loro, dai più umili ai più complessi.

Ci è ad esempio capitato di dover ritrovare i compagni di un NPC che, trasformati in roditori da un sortilegio, sarebbero poi scappati mettendo in pericolo loro stessi. Abbiamo dovuto utilizzare le nostre abilità di persuasione per liberare con l'ingegno gli spiriti di un battaglione sconfitto e intrappolato sul suo ultimo campo di battaglia. O ancora di dover evacuare un intero villaggio minacciato da un esercito rivale.

Il boss che incontreremo nel primo dungeon da affrontare è un tipico esempio di quello che c'è da aspettarsi da questo titolo.

È quasi impossibile trovare una missione identica a un'altra o un dungeon uguale al precedente e, anche quando si tratta solo di combattere, il gioco è in grado di presentarci delle sotto-trame piuttosto accattivanti. Ciò denota una cura maniacale per i dettagli, nonché per la struttura di gioco, costruita in modo tale da attrarre tanto gli appassionati di MMO quanto i neofiti del genere.

Tutto è stato studiato per rendere indolore la possibile transizione verso l'online dei giocatori della serie, sinora relegati solo ed unicamente al gioco in singolo. L'interfaccia simile a quella di Skyrim, la possibilità di realizzare classi ibride e giocare giocare con la visuale in prima o terza persona, sono tutti elementi che denotano come The Elder Scrolls Online non voglia essere il solito MMO. I problemi però iniziano a sorgere appunto quando iniziamo a paragonarlo con gli altri esponenti del genere.

È evidente come la facilità d'approccio e la scelta di concentrarsi sul gameplay puro e semplice facciano partire il titolo qualche gradino più indietro rispetto alla concorrenza. The Elder Scrolls Online è infatti privo di talune funzioni che, introdotte ormai da anni perfino nei free-to-play, sono qui quasi completamente assenti.

Non è ad esempio possibile costruire una casa dove conservare oggetti e manufatti (l'unico modo è rivolgersi alla banca) e manca una vera e propria casa d'aste, sostituita dai negozi delle Gilde, dove i giocatori possono posizionare i propri oggetti da rivendere e, successivamente, ritornare per ritirare una percentuale senza però poter gestire attivamente l'acquisto.

La scelta di puntare sulla semplicità, forse in virtù anche dell'ormai prossimo adattamento su console, ha influito non poco su The Elder Scrolls Online. Non siamo di fronte a un titolo progettato per chi mangia MMO a colazione e pretende tutta una serie di funzioni complesse, quanto piuttosto a un MMO pensato per chi voglia cimentarsi nelle stesse situazioni della serie trasposte in un mondo persistente online.

"L'interazione con scenari ed NPC è limitata e spinge il giocatore a passare molto meno tempo nelle città"

State pur certi che riuscirà quindi a divertire tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa del genere, miscelando sapientemente alcuni canoni del multiplayer online, senza snaturare in alcun modo lo stile di The Elder Scrolls, se non per quel che concerne piccole eccezioni.

Una di queste è appunto lo stile grafico, che pur assumendo tinte più fumettose e pulite non riesce a svincolarsi dai tanti difetti visivi che affliggono la serie da anni. Animazioni legnose, texture non perfette, qualche compenetrazione e altre piccole imperfezioni che, pur non essendo gravi, avrebbero potuto in ogni caso essere facilmente limate.

L'interazione con scenari ed NPC è decisamente più limitata, spingendo il giocatore a passare molto meno tempo nelle città, e lo stesso si può dire dei sistemi di concia, forgiatura, incantamento e simili che, pur ispirati a quelli di Skyrim, sono presenti in una versione leggermente più semplificata.

Il giocatore potrà equipaggiare sino a un oggetto e 5 abilità per la selezione veloce. Una volta sbloccata inoltre sarà possibile equipaggiare una 'limit' in un settimo slot, molto utile per tirarsi fuori dalle situazioni più concitate.

Cambiano anche le abilità del personaggio che, forse per amor di semplicità, cresce di livello in un modo un po' più semplicistico rispetto a quanto avveniva in Skyrim o in Oblivion. Il level up del nostro eroe è infatti ovviamente legato all'accumulo dei punti esperienza che, ad ogni nuovo livello, ci consentiranno di sbloccare nuove abilità peculiari della classe scelta all'inizio del gioco.

"Il risultato finale è buono ma non manca di sbavature"

Al contempo alcuni attributi potranno essere migliorati solo attraverso il loro utilizzo, proprio come nell'ultimo capitolo della serie. Una scelta che non toglie nulla al gioco, e che anzi rende la gestione del personaggio più sfaccettata rispetto a quanto avviene solitamente.

Il risultato finale, pur mancando di talune features che qualunque MMORPG dovrebbe avere, è buono ma non manca di sbavature. The Elder Scrolls Online è afflitto da una marea di piccole imperfezioni che, all'atto pratico, lo rendono svantaggiato nei confronti dei suoi competitor più affermati, rendendolo carente proprio in tutte quelle meccaniche che i giocatori degli MMO ricercano.

Come MMO è però dannatamente divertente da giocare, e questo basterebbe a renderlo un buon acquisto per gli appassionati della serie, se non fosse per il modello economico scelto da Bethesda.

Le ambientazioni sono uno dei punti forti del gioco. La grafica ha i suoi problemi, è vero, ma il design è di sicuro ispirato ed evocativo.

L'idea di dover pagare 12,99 euro al mese, o poco meno in caso si acquisti un abbonamento da 3 o 6 mesi, di certo non invoglia a fianco di alternative così concorrenziali. Il fatto che il titolo possa contare su un nome importante non è necessariamente una buona giustificazione per far pagare ai giocatori un canone fisso.

E mentre c'è già qualcuno che scommette su quanti mesi ci vorranno perché il gioco passi al free-to-play, come già successo a The Old Republic, non possiamo che restare con l'amaro in bocca all'idea di dover pagare mensilmente per poter giocare un titolo valido, ma allo stato attuale delle cose decisamente troppo costoso.

7 / 10