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The Evil Within, un'altra pioggia di sangue - preview

Un horror viscerale.

L'horror lo puoi gestire fondamentalmente in due modi, basandoti sulla tensione di qualcosa che c'è, ma si vede pochissimo, tipo Alien, o su qualcosa che c'è e non ha paura di mostrarti quanto fa schifo, tipo la maggior parte degli horror splatter degli anni '80 o il cosiddetto "torture porn" alla Hostel.

Shinji Mikami con The Evil Within ha senza dubbio scelto di percorrere questa seconda strada, nel tentativo di portare a termine una missione difficilissima: reinventare un genere.

Così come un film horror deve ormai fare i conti con protagonisti col cellulare, e inventarsi mille modi per non farlo funzionare, così i survival horror non possono più fare di necessità virtù e sfruttare la limitazione delle inquadrature fisse per creare atmosfera. Forse l'idea potrebbe piacere a uno zoccolo duro di integralisti dell'orrore, ma il grande pubblico vuole qualcosa di nuovo, non l'ennesimo clone.

Per questo motivo Tango Gameworks ha lavorato sodo su una componente fondamentale dell'atmosfera: l'illuminazione dinamica, e su una caratteristica che fa parte del nuovo filone dei giochi horror: protagonisti fragili, che al confronto sono praticamente costretti a preferire la fuga.

Di sicuro il gioco non punterà su sottili trame psicologiche ma sull'horror più truculento.

Anche in questa demo della Gamescom infatti abbiamo passato molto più tempo a scappare e nascondersi che ad affrontare a muso duro i mostri. E quando si arriva allo scontro il gioco non lesina budella, cervelli spappolati, ossa rotte, sangue e rumori decisamente realistici. The Evil Within non è un gioco che si nasconde nell'ombra, ma vi salta addosso con una motosega, coperto di sangue.

I vostri compagni di viaggio in questo tour di orrori saranno l'ansia, la consapevolezza di avere armi inadeguate e il bisogno continuo di muoversi. La staticità vi porterà immancabilmente alla morte, soprattutto quando alle spalle avete un abominio armato di mannaia che vi insegue lungo un corridoio in cui poco illuminato e lordo di sangue, e credeteci se vi diciamo che non è stata la situazione peggiore in cui ci siamo trovati.

Fortunatamente i controlli sono abbastanza precisi da assistervi nella vostra fuga precipitosa, visto che fortunatamente Mikami ha abbandonato l'idea che la paura si genera anche facendo il modo che il giocatore abbia difficoltà a controllare il proprio alter ego, un'idea ormai fuori dal tempo che è stata sostituita da una fluidità degna di uno sparatutto in terza persona.

Per fuggire dovremo utilizzare alcuni trucchetti classici del genere stealth, come lanciare oggetti in giro per l'ambiente, così da creare rumore e attirare i mostri in angoli lontani da noi, ma nella nostra fuga dovremo stare attenti non solo a ciò che si trova allo nostre spalle, ma anche di fronte.

Il mondo di The Evil Within è infatti lacerato da un continuo alternarsi di realtà e mondi demoniaci, e se la realtà fa schifo non potete neppure immaginare cosa voglia dire ritrovarsi di fronte a dover scegliere se affrontare una mare di sangue che vi arriva addosso come una marea rossa o uno spettro che farebbe paura alla bambina di The Ring.

Sì perché tanto per andare sul sicuro Mikami ha deciso che il gore non bastava, e ha saccheggiato a piene mani dal genere horror in maniera trasversale, mescolando autopsie a mani nude con orrori giapponesi, amichetti di Leatherface con i più classici zombi, in una specie di buffet infernale in cui potete scegliere ciò che volete, finché non vi rendete conto che il pasto siete voi.

D'altronde Sebastian, come molti personaggi dei film horror ha pensato bene di ficcare il naso nel posto sbagliato. Un negozio di giocatoli? Ma no, un gelataio? Neppure? Un prato fiorito in una bella giornata di sole? Magari! No, il nostro eroe va nel Beacon Hospital, un manicomio criminale teatro di un orribile massacro che ha fatto da catalizzatore per l'arrivo di entità demoniache che hanno poi devastato tutto ciò che le circondava.

L'unica cosa che non spaventa del gioco è il suo attuale stadio di lavorazione. Già all'E3 avevamo avuto modo di constatarne il buon avanzamento, e oggi alla Gamescom non possiamo fare altro che confermare le nostre buone impressioni. Tango Gameworks sembra infatti aver piegato al suo volere l'id Tech 5, ottenendo un gioco che sembra al momento privo di sbavature, anche se ovviamente stiamo parlando di una demo preparata ad hoc.

L'assenza di armi troppo potenti ci farà sentire veramente indifese di fronte ai mostri.

La parte del leone ovviamente la fa il sistema di illuminazione, che, se non fosse che dovete sempre scappare, vi fa venire voglia di fermarvi un attimo per ammirare ombre e giochi di luce veramente ben fatti.

Rispetto alla versione dell'E3, il gioco c'è anche sembrato un po' meno legnosetto, anche se ancora non siamo arrivati al livello di animazione di Uncharted, mentre è ancora scarsa l'interazione con l'ambiente generale, che rimane poco più di un palco sul quale mettere in scena il vostro orrore personale.

Tuttavia, c'è ancora tempo prima che il gioco raggiunga gli scaffali, e siamo curiosissimi di capire cosa effettivamente ha preparato per noi Mikami San. Se il titolo si manterrà sui livelli di tensione che abbiamo potuto apprezzare, saremo troppo impegnati a fuggire terrorizzati per capire se The Evil Within reinventa o meno il genere survival horror.