The Fight
Un colpo fin troppo basso…
Un'atmosfera cupa, rude, buia. E sullo sfondo Danny Rejo, una delle facce più conosciute di Hollywood a farci da mentore, mentre noi dotati di Move e telecamera ci prepariamo a sferrare pugni, calci e schivate nel più classico dei picchiaduro.
Questo è un antipasto esaltante, con tanto di regia virtuale che segue il gesticolare di Danny, i suoi consigli, il suo sguardo da duro di quartiere. Ma la qualità, mista al giusto feeling che si sta per creare, finisce all'improvviso, proprio sul più bello. A un certo punto la serietà d'approccio lascia il posto al trash, con il nostro tutor intento a dimenare i telecomandi Sony, a mostrarci movimenti e pseudo mosse da eseguire in libertà. Non sapendo che dall'altra parte, fin dalle prime istruzioni, lo scetticismo sta già prendendo il sopravvento sulla spruzzata di entusiasmo iniziale...
L'idea alla base è sempre buona. Insomma, abbiamo questo Move capace di captare i nostri movimenti, cosa ci sarebbe di più facile che creare un rullacartoni vecchia maniera ma con lo spirito next-gen del nuovo controller PS3?
Ecco, forse la presunta facilità ha fatto andare fuori strada gli sviluppatori, classico esempio di come non si dovrebbe realizzare qualcosa in cui picchiare è il primo comandamento, ma picchiare bene, non liberare casualmente le braccia in aria. La questione è legata proprio all'effettiva riproduzione dei movimenti. Non c'è fisicità, tutto sembra troppo finto, anche se di finzione stiamo parlando. Se questa deve essere la presunta realtà virtuale, in cui entrare in contatto col videogioco, beh, allora meglio fare un passo indietro a coccolarsi la freddezza dei tasti di un joypad.
Perché se la prima, seconda, terza, quarta regola è la "calibrazione", allora l'immediatezza del mio spostarmi per essere catturato dalla PlayStation Eye non ha più senso. The Fight pecca innanzitutto nella precisione. Pensate che più o meno prima di ogni incontro si deve tornare a calibrare il controller perché nel frattempo qualcosa si è perso per strada, tra assi verticali e orizzontali, rotazioni ad angolo giro e giroscopi poco finalizzati all'accuratezza.
Superato questo scoglio, ci si rende conto che giocare "senza regole" con un solo Move è poco appagante. Sembra quasi che si possa picchiare soltanto con un braccio, quindi per un feeling di combattimento più intenso meglio munirsi di due controller. Ok, magari prima leggetevi tutta la recensione...
Inizia lo scontro. Restare in guardia è decisamente tosto ma i veri problemi cominciano quando si prova a sferrare qualche colpo. Problemi, come accennavo, di comprensione, perché il Move va letteralmente in panne quando variamo tanto la tipologia di cazzotto, che la sua intensità.
Questo si traduce in un alter ego virtuale goffo e che non ci rappresenta su schermo, anzi, vorremmo quasi essere il nostro avversario di turno per potergli dare quattro veri ceffoni! Che siano ganci, dritti o montanti i colpi vengono captati quasi a caso.