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The Game Awards 2021: Uno sguardo ad un futuro entusiasmante? - editoriale

Vincitori, vinti e grandi assenti nella notte di gala del mondo dei videogiochi.

Dicembre. La fine dell'anno è il momento perfetto per guardarsi alle spalle, fare dei bilanci, capire cosa è andato per il verso giusto e cosa poteva essere fatto in modo diverso, in modo da affrontare l'arrivo dei prossimi trecentosessantacinque giorni con tutto l'ottimismo e la fiducia di cui siamo capaci.

È un discorso che, ovviamente, può essere esteso anche al mondo dei videogiochi che sta vivendo un periodo piuttosto particolare, caratterizzato da un dualismo quantomai marcato. Da una parte ci sono i soliti fenomeni del mercato che continuano a macinare numeri da capogiro consolidando la crescita esponenziale che ha interessato il medium negli ultimi tempi mentre, dall'altro, l'ormai nota carenza di componentistica che sta flagellando l'elettronica di consumo impedirà, anche quest'anno, di far trovare ai propri cari una console di ultima generazione sotto l'albero di Natale.

E per quanto questo possa sembrare un problema di poco conto vista l'importante quantità di titoli cross-gen che si affollano sugli scaffali dei negozi, la penuria di PS5 e Xbox Series X e la difficoltà di creare una base installata solida sta sicuramente rallentando il passaggio completo alla fantomatica 'next-gen' che ancora muove timidamente i primi passi tra SSD, frame-rate e ray tracing piuttosto che con esperienze concretamente rivoluzionarie (a parte qualche rara e gradita eccezione, si intende).

Geoff Keighley, l'ideatore dei The Game Awards, è una delle figure più in vista dell'industria videoludica.

Come abbiamo detto spesso, però, al di là degli ostacoli, dei dubbi e delle incertezze, l'industria videoludica è prima di tutto una fucina di sogni, di attese, di speranze per il futuro e, negli ultimi tempi, tutti questi concetti hanno assunto un nome ed un cognome ben precisi: Geoff Keighley.

L'eclettico giornalista canadese, dopo aver dedicato una vita intera a questo straordinario mezzo espressivo, già ideatore dell'evento annuale dei The Game Awards, è letteralmente divenuto un punto di riferimento per gli annunci relativi alle novità e ai giochi di prossima uscita che tanto ci emozionano ancora, anche dopo vent'anni di onorata carriera.

Basti pensare che anche durante l'era pandemica, una delle più difficili e impegnative per il medium, in cui anche le principali convention del pianeta sono state costrette a dare forfait, il prode Keighley è riuscito a istituire un nuovo appuntamento estivo, il Summer Game Fest, un palco virtuale adatto a presentare quanto di meglio l'industria stava portando alla luce in quei giorni così bui.

Il reveal in anteprima di Elden Ring è uno dei più grandi successi di Keighley in tempi recenti.

Un entusiasmo contagioso che è stato dapprima recepito dalla nutrita community videoludica in tutto il globo e poi riconosciuto anche dai più grandi publisher che gli hanno affidato alcuni dei più importanti reveal degli ultimi tempi, tra cui spiccano quello della nuova ammiraglia di Microsoft, Xbox Series X, e il primo trailer dell'attesissimo Elden Ring di FromSoftware, tanto per citarne alcuni.

L'edizione di quest'anno dei The Game Awards, fortunatamente, non ha fatto eccezione e ha portato con sé una serie di premiazioni più o meno a sorpresa e la solita dose di annunci inaspettati che ci hanno tenuti con il fiato sospeso per tutte le oltre tre ore di durata, anche in un orario scomodissimo per noi europei.

A ben pensarci, tuttavia, i TGA 2021 hanno avuto un altro merito importante: quello di farci capire in che direzione si sta muovendo l'industria per la tanto chiacchierata 'next-gen' che finora, inutile girarci intorno, ha fatto un po' fatica a decollare.

Il ritorno di Alan Wake di Remedy è stato uno dei punti più alti ed emozionanti della manifestazione.

Il primo degli annunci della serata è stato emblematico, in tal senso. Ninja Theory, uno dei primi studi ad essere acquisito da Microsoft nell'era di Phil Spencer, dopo il mezzo passo falso rappresentato dall'arena brawler Bleeding Edge (ve lo ricordate? No? Non vi biasimiamo...), è finalmente uscito dall'ombra presentando al grande pubblico il suo prossimo grande progetto con un trailer, senza mezzi termini, spacca-mascella.

Senua's Saga: Hellblade II, sequel diretto dell'originale Senua's Sacrifice rilasciato nel 2017, è apparso in grande spolvero, con una sequenza di gameplay dall'incredibile impatto emotivo ma, soprattutto, visivo. Poche volte, in passato, ci è capitato di rimanere così tanto sbalorditi da una clip catturata in tempo reale da un gioco per console.

L'affascinante personaggio di Senua si è mostrato più vivo, realistico e credibile che mai con alcune delle migliori espressioni facciali mai viste. Mentre si addentrava in una caverna oscura assieme ad un manipolo di guerrieri alleati in cerca di una creatura dalle dimensioni colossali, si potevano apprezzare giochi di luce senza precedenti oltre ad effetti particellari di prim'ordine e un comparto animazioni sbalorditivo.

Insomma, se la qualità dei prodotti degli Xbox Game Studios dovesse rimanere su questi standard, dopo l'uscita dell'ottimo Halo Infinite, la battaglia per la supremazia a colpi di esclusive su console si farà più infuocata che mai e in questi casi, nemmeno a dirlo, i vincitori sono sempre e comunque i giocatori.

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Ma al di là dell'incredibile resa tecnica del prossimo Hellblade, c'è stato spazio anche per un altro tipo di sogni: quelli un po' meno concreti, più basati su una promessa e sull'eccellenza dei nomi in gioco, che su qualcosa di davvero tangibile. Che sono forse i sogni più belli, in fondo.

È il caso, ad esempio, di Star Wars: Eclipse, un gioco annunciato come un fulmine a ciel sereno con uno scintillante trailer i computer grafica e sviluppato da uno degli studi più talentuosi sotto il profilo dello storytelling: Quantic Dream. Gli autori di Farenheit, Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Detroit Become Human hanno acquisito i diritti di sfruttamento della licenza di Guerre Stellari e si preparano ad esplorare il (piuttosto inedito) periodo dell'Alta Repubblica portando con sé il consueto mix di interattività, scelte morali e finali multipli che da sempre caratterizzano i prodotti del team di David Cage.

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E poi c'è stato il reveal del gioco dedicato a Wonder Woman di Monolith, già creatori della serie F.E.A.R. e dei due action/adventure basati sulla Terra di Mezzo, Shadow of Mordor e Shadow of War. Sull'onda degli eccellenti tie-in fumettistici che stanno popolando il mercato negli ultimi tempi, come lo Spider-Man di Insomniac o i Guardiani della Galassia di Eidos Montréal, il curriculum dello studio statunitense dovrebbe garantire un prodotto di tutto rispetto basato sull'Amazzone di Themyscira, magari coadiuvato dall'eccellente sistema proprietario Nemesis, apparso per la prima volta proprio nei due titoli con protagonista il Ramingo Talion.

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Ma non è finita qui. È arrivato anche il momento di svelare anche uno dei sequel più attesi, bramati e desiderati da gran parte dei videogiocatori del mondo. Presentato dall'amabile Sam Lake con quel suo inconfondibile sorriso sornione, Alan Wake II di Remedy Entertainment ha infiammato la platea con un trailer breve e conciso che si è abbattuto sull'internet con la forza di uno tsunami. Per le 24 ore successive praticamente non si è parlato di altro: il tormentato scrittore partorito dalla penna dell'azienda finlandese sta finalmente tornando con un progetto che, a detta dello stesso Lake, dovrebbe abbracciare a pieno l'anima più oscura e orrorifica del piccolo cult che è diventato il primo capitolo. Toccherà aspettare almeno fino al 2023, è vero, ma onestamente non stiamo già più nella pelle.

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Dopo questo, tra l'assegnazione di un premio e l'altra, si sono susseguiti sul palco una pletora di reveal più o meno sorprendenti come l'imprevisto (ma gradito) ritorno di Warhammer 40K: Space Marine con un sequel diretto del primo capitolo, il primo gameplay mozzafiato del Suicide Squad di Rocksteady e gli affascinanti nuovi trailer di A Plague Tale: Requiem, Forspoken ed Elden Ring.

Tra i più inattesi ed apprezzati, di sicuro figura l'annuncio del Sonic Frontiers di SEGA che sembra avere tutte le intenzioni di proiettare il celeberrimo porcospino blu in una nuova generazione ricalcando un po' il percorso fatto da Nintendo con The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Frontiers, infatti, dovrebbe immergere Sonic in un ambiente liberamente esplorabile in cui sfrecciare ad alta velocità nell'ardua impresa di impedire la distruzione del suo mondo da parte di imperscrutabili invasori. Vale la pena tenerlo sotto stretta osservazione.

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Gli ultimi due annunci, interessantissimi ma forse un pelo anticlimatici in chiusura dell'evento, sono stati quelli dedicati a Arc Raiders (misterioso sparatutto free to play in lavorazione presso un nuovo studio fondato da veterani dell'industria, tra cui alcuni sviluppatori di Battlefield e Star Wars: Battlefront che, già da ora, mostra un comparto tecnico assolutamente impressionante) e a Matrix: il Risveglio, una tech demo realizzata con Unreal Engine 5 che ha avuto il duplice compito di promuovere il prossimo film della serie in arrivo nelle sale a gennaio e di sfatare tutti i preconcetti sulla presunta 'arretratezza' della next-gen con una realizzazione grafica senza alcun precedente su console. Se avete a disposizione una Xbox Series X|S o una PS5, avete il dovere morale di provarlo, siete avvertiti.

Tirando le somme, dopo questa lunga serata di gala arrivata ai titoli di coda senza un vero e proprio botto conclusivo, il futuro dei videogiochi appare un po' più roseo rispetto alle scorse settimane. I principali esponenti dell'industria stanno iniziando a svelare le proprie carte con alcune di esse che appaiono quanto mai luminose e affascinanti. Buona parte dei dubbi su questa nuova generazione di videogiochi è stata fugata da presentazioni all'avanguardia nonché dalla promessa di nuove storie, nuove esperienze e nuovi mondi da scoprire nell'immediato futuro.

Alzi la mano chi si aspettava un ritorno degli Space Marine. Nessuno, vero?

Nota a margine per l'assegnazione del Game of the Year che tra alcuni dei tripla-A più belli di quest'anno come Resident Evil: Village, Metroid Dread, Deathloop, Psychonauts 2 e Ratchet & Clank: Rift Apart, ha visto trionfare proprio It Takes Two di Hazelight, il gioco con più anima e sentimenti nel gruppo. L'immagine dell'emozionato Josef Fares che sale sul palco esultando come un ragazzino ci ha davvero scaldato il cuore e ci accompagnerà nella chiusura di questo 2021 in una nota assolutamente positiva.

In calce, un'ultima considerazione (o provocazione, a seconda dei punti di vista): che fine hanno fatto Sony e Nintendo? La prima si è presentata ai Game Awards, l'ultimo grande appuntamento dell'anno, con un solo trailer dedicato all'imminente Horizon: Forbidden West, splendido come sempre, ma già visto e rivisto oltre che atteso per febbraio mentre la seconda, invero storicamente poco legata a questo tipo di manifestazioni, si è limitata ad un trailer di Pokémon Legends Arceus rilasciato poco dopo la fine dell'evento. Davvero non c'era nient'altro da mostrare al pubblico? Niente teaser, niente promesse, niente speranze?

Magari entrambe hanno in mente una strategia comunicativa diversa, sicuramente arriveranno i nuovi State of Play e Nintendo Direct ad appianare la situazione ma, allo stato attuale, è evidente come Microsoft abbia gestito in modo più efficace la comunicazione di questo evento. Hellblade 2, Crossfire X, il tanto spazio dedicato al Game Pass, il martellante battage pubblicitario su Halo con tanto di ricorrenti richiami al lancio di Infinite e trailer della serie per Paramount+, il simpatico siparietto di Bethesda: il colosso di Redmond ha avuto praticamente campo libero.

Non ci si dovrebbe stupire, in effetti, se poi Xbox viene annoverata come publisher dell'anno, no?