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The Guest - recensione

Il mistero in una stanza.

Qualche volta capita di trovarsi di fronte a un prodotto completamente diverso da ciò che ci saremmo aspettati, ad un gioco che durante le prime presentazioni e i primi annunci sembra appartenere a un certo genere smentendoci clamorosamente tastiera e mouse alla mano. The Guest può in un certo senso essere incluso in questa particolare categoria di videogiochi.

Le prime presentazioni e il primo trailer sembravano, d'altronde, parlare chiaro, mostrando un'oscura avventura in prima persona con la presenza di enigmi e puzzle da risolvere. Il genere degli horror in prima persona è ormai una vera e propria costante e dopo titoli come SOMA e il più recente Layers of Fear, non ci stupiva più di tanto scoprire che un altro team aveva deciso di percorrere la strada dello spavento più o meno facile alla ricerca del jumpscare perfetto.

Il primo progetto di rilievo degli spagnoli di Team Gotham non è però un horror con una spruzzata di enigmi da risolvere ma esattamente il contrario. The Guest è a tutti gli effetti un'avventura punta e clicca con alcuni elementi horror e mostra con decisione di volersi proporsi come una sorta di thriller interattivo che fa forte affidamento sul mistero e sulla capacità di stimolare il giocatore, spingendolo a risolvere definitivamente il mistero del Dr. Evgeuni Leonov, un anziano scienziato russo che scoprirà di essere un prigioniero della propria, teoricamente accogliente, stanza.

Tutto ha inizio in una stanza di un hotel come tante ma ben presto l'Oakwood Hotel si trasformerà in un inaspettato mistero.

Apriamo gli occhi. Una luce accecante. Un ventilatore da soffitto. L'oscurità ci avvolge ancora una volta. Riapriamo gli occhi. Chi siamo? Dove ci troviamo? Sul comodino c'è un flacone di pillole, "fluoxetina", prescritte al Dr. Evgeuni Leonov. La memoria sta tornando, molto lentamente, qualche documento sparso per la stanza fa il resto e finalmente ci rendiamo conto che siamo noi l'anziano dottore russo e che ci troviamo all'Oakwood Hotel dopo che abbiamo deciso di accettare un invito che ci ha portato in quel di Boston. Tutto nella normalità quindi? Quasi, non fosse per un dettaglio non propriamente trascurabile: la nostra stanza non ha alcuna via d'uscita, siamo in trappola.

Evgeuni è prigioniero della propria camera, del proprio hotel, vittima di un rapitore sconosciuto spinto da motivi ignoti e alla ricerca di una via d'uscita, di un indizio in grado di far luce su una situazione al limite del credibile. Toccherà quindi a noi esplorare ogni anfratto di un ambiente all'apparenza estremamente limitato ma comunque ricco di spunti e di informazioni a un primo sguardo sconnesse, pezzi di un puzzle che lentamente si incastreranno formando un quadro più chiaro di ciò che sta succedendo.

The Guest, più che un'avventura con elementi horror, è un titolo investigativo che soprattutto nelle prime fasi sa coinvolgere e motivare il giocatore con la volontaria nebulosità della trama, a tutti gli effetti vero motore trainante dell'intera esperienza. I puzzle e i documenti sparsi per la stanza creano lentamente un background, credibile e dalle tinte cupe, particolarmente interessante ed è, quindi, un peccato dover sottolineare che proprio verso l'ultima parte delle circa 4-5 ore di gioco ci si troverà di fronte a un finale che, nonostante le premesse, ricade purtroppo nel cliché e nella banalità.

L'onnipresente Unity riesce a fare il proprio lavoro grazie a una buona gestione dell'illuminazione e alla cura per i dettagli.

Uno storytelling che, come detto, accompagna i giocatori tra le stanze e gli enigmi, alla ricerca di una via d'uscita o dell'identità del nostro rapitore. Il gameplay di The Guest si divide, infatti, tra due anime piuttosto evidenti: l'esplorazione e la risoluzione degli enigmi. Una volta entrati in una nuova "zona" della nostra stanza ci troveremo ad aprire cassetti, a raccogliere oggetti di uso comune o strani marchingegni, e a leggere tutti i documenti e le annotazioni presenti per ottenere delle risposte, per formulare una spiegazione vagamente plausibile di ciò che sta succedendo.

La fase di esplorazione ci aiuta anche ad avere un'idea più precisa degli enigmi da risolvere e degli oggetti che potremmo sfruttare accedendo al nostro inventario. Come molti esponenti del genere punta e clicca, infatti, anche in questo titolo saremo in grado di richiamare tutti gli oggetti raccolti attraverso un semplice click del mouse, scegliendo se analizzarli da vicino, cercare di utilizzarli in qualche modo o combinarli con altri oggetti ottenendo strumenti fondamentali per proseguire. A conti fatti però l'inventario e soprattutto l'interazione tra diversi elementi raccolti avrà un ruolo marginale perché il grosso degli enigmi sarà risolvibile semplicemente aguzzando l'ingegno e con un po' di sano backtracking.

Ci saranno inevitabilmente alcuni enigmi che non potrete risolvere fino a quando non avrete un oggetto specifico e, di conseguenza, non disperate se nelle prime fasi di gioco sbatterete la testa alla ricerca di una soluzione apparentemente impossibile (una strana serie di cubi blu rappresenta probabilmente uno degli ostacoli più fastidiosi). Non ci troviamo, infatti, di fronte a un'avventura particolarmente difficile da completare e probabilmente i veterani del genere non saranno pienamente soddisfatti dal livello di difficoltà proposto ma non si può negare che The Guest sia un'esperienza che tutto sommato funziona.

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Unire una discreta avventura con una buona varietà di tipologie di enigmi (logici, matematici e legati in qualche modo alla crittografia) a un universo misterioso che ci spingerà a formulare ipotesi a porci delle domande basandoci sui pochi indizi raccolti è molto probabilmente il pregio più grande di The Guest, quel tocco in più che va a creare un'atmosfera che spesso risulta convincentemente coinvolgente.

Come accade in molti casi in cui si scrive di un gioco che utilizza Unity come engine, ci troviamo di fronte a un lavoro senza particolari picchi qualitativi ma comunque sufficiente e convincente soprattutto dal punto di vista dell'illuminazione. La luce giocherà un ruolo fondamentale non solo per l'atmosfera ma anche per individuare certi oggetti e per rivelare nuovi enigmi. Pienamente sufficiente anche il comparto audio con un discreto doppiaggio in Inglese (sottotitolato in Italiano, così come avviene per ogni documento) e alcune musiche azzeccate anche se un po' troppo insistenti e invadenti quando ci troveremo bloccati di fronte allo stesso puzzle.

The Guest è sotto molti punti di vista un titolo senza infamia né lode, un'avventura non particolarmente difficile che però può contare su alcuni spunti narrativi interessanti e su una atmosfera azzeccata. Non è un gioco perfetto né tanto meno un punta e clicca degno dei capisaldi del genere ma sa coinvolgere per alcune ore, anche attraverso una manciata di enigmi ben implementati. Un debutto nel mondo PC, quindi, incoraggiante per i ragazzi di Team Gotham.

7 / 10
Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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