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Esclusivo: The House of the Dead: Overkill

Proiettili e cervelli che schizzano.

Volendo riassumere The House of the Dead: Overkill in poche e brutali parole, potremmo dire che il gioco è ciò che farebbe Quentin Tarantino se sapesse programmare. Gli sviluppatori di Headstrong Games hanno deciso di sbizzarrirsi prendendo tutte le possibili influenze trash dalla sottocultura pop nippo-americana. mixandole a dovere con la struttura di uno shooter "cafone" e decisamente "sui binari". Il risultato è un cocktail che va giù bene fin dal primo sorso e che vi farà venire voglia di ordinare un secondo giro.

Overkill fa piazza pulita delle atmosfere lugubri e goticheggianti dei suoi predecessori per sbattere il giocatore in un circo trash che miscela le atmosfere horror anni '60 con il "coolness" anni '70 in una ambientazione anni '90. Il delirio, arricchito anche saccheggiando tutti i clichè possibili dagli horror di serie B. Concepito come un prequel, il gioco vi mette nei panni dell'Agente G, protagonista del primo capitolo, dipinto come un borioso ragazzotto bianco a cui, tradizione vuole, viene affiancato un collega di colore dalla lingua tagliente che ricorda molto un certo Samuel L. Jackson.

L'ispirazione Grindhouse, il divertissement cinematografico di Tarantino e Rodriguez, è talmente palese che in certe situazioni viene voglia di gridare al plagio. I colori smorti, l'effetto "pellicola graffiata", la qualità audio incerta, perfino la gag del rullo di pellicola mancante sono ricalcati fedelmente: l’effetto finale è sicuramente divertente, soprassedendo sulla mancanza di originalità che, naturalmente, è una vera e propria scelta!

Una volta il ragazzo giocava a tennis. Carriera finita.

Una volta superato l'impatto (visivo soprattutto) con questo festival dell'eccesso Overkill si dimostra anche un gioco molto solido da un punto di vista tecnico. Tutto questo grazie all'intelligenza degli sviluppatori che hanno saputo sfruttare le limitazioni in termini di movimento tipici del genere (e del brand!), per ricavarne la massima resa grafica, anche in virtù dell'esperienza maturata sull'hardware. Le animazioni sono fluide e convincenti, le texture azzeccate e nonostante l'affollamento sullo schermo tutto si muove con rarissime incertezze. Ma una bella grafica e qualche riferimento cinematografico di certo non bastano per tenere il giocatore incollato allo schermo agitando un Wiimote (che poi in realtà, tanti ci rimangono lo stesso). In questo genere la capacità di tenere alto il ritmo e di variare le situazioni è tutto e gli Headstrong dimostrano di saper giocare bene con questi elementi.

In ognuno dei sette capitoli di gioco, della durata di 20/30 minuti ciascuno, il ritmo è sempre elevatissimo per l'appunto, ed è scandito sapientemente da momenti "topici" come il tenere la posizione, lo sparare in corsa, i bonus, le orde di non-morti e i tostissimi boss di fine livello. L'effetto è simile a un essere sballottati dentro un ottovolante, ma con la possibilità di sparare a quello che vi sta attorno.

Su schermo potrete godere sempre di un certo affollamento. Ogni round, una festa. Di sangue e gore.

A dispetto del poco tempo che impiegherete per completarlo (difficilmente supererete le tre ore), Overkill ha un altissimo fattore di rigiocabilità, perché è dannatamente divertente ma soprattutto per una geniale trovata di gameplay. Invece di puntare su un alto livello di difficoltà, che avrebbe allontanato tutti i giocatori meno "hardcore" (che sono lo zoccolo duro su Wii del resto...) lo Story Mode è decisamente indulgente col giocatore, concedendo vite infinite sin dal principio

Ogni vita però, costa parte del punteggio accumulato. Prima di gridare allo scandalo sappiate che i punti vengono convertiti in soldi che a loro volta possono essere usati per acquistare nuove armi e upgrade e difficilmente riuscirete a completare il vostro arsenale nella prima sessione di gioco. Pare una trovata di design decisamente geniale, capace di motivare il giocatore a dare il meglio senza frustrarlo troppo (anzi, mai). Se doveste ritenere che la sfida sia troppo abbordabile potrete sempre incrementare il numero di nemici per livello eliminando il problema alla radice.

Avatar di Lorenzo Fantoni
Lorenzo Fantoni: Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.

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