The House of the Dead Overkill: The Lost Reels - review
Il celebre coin'op ha i binari arrugginiti.
Eurogamer.it va a caccia di Zombie con The Lost Reels, inedito spin-off per il mercato mobile del divertente The House of the Dead Overkill.
Esistono generi che sembrano morire soltanto per resuscitare dalle proprie ceneri. Ne è un chiaro esempio l'adventure game, tornato alla ribalta nell'ultimo periodo grazie a piccole perle quali The Walking Dead dei Telltale. Ne esistono invece altri, come lo sparatutto su binari, che sembrano destinati a dormire in quella che potrebbe essere la loro notte eterna.
Secoli fa, quando i pomeriggi erano lunghi e una manciata di monetine da 200 Lire apriva le porte di un paradiso di leve, bottoni e cabinati, riuscire a mettere le mani sulle pistole di Time Crisis o House of the Dead richiedeva pazienza, devozione e molto tempo, a meno di non appartenere al gruppetto degli invidiati, quelli che "il gioco" ce l'avevano a casa in versione console con tanto di doppia pistola.
Poi gli anni '90 giunsero al capolinea e con essi anche la genia degli shooter su binari, rimpiazzata dall'impetuosa avanzata dello sparatutto in prima persona. L'azione spasmodica, l'esperienza cinematografica e la totale libertà di movimenti dell'FPS fecero della sala giochi un ospizio per malinconici, trasformando i vari House of the Dead e le loro pistole sgargianti in patetici giocattolini per bambini.
Ma venne il 2006 col suo Wii e il prodigioso Wiimote, l'arma segreta che ogni titolo per "light gun" bramava per tornare alla ribalta. E, ironia della sorte, lo sparatutto su binario tornò timidamente in vita, trovando nel Wii il proprio habitat naturale e in The House of the Dead Overkill, piccolo capolavoro targato SEGA e Headstrong Games, l'esponente più significativo e glorioso della rinascita. Dopo quattro anni (e un secondo inesorabile funerale), Overkill approda nell'universo iOS con The Lost Reels.
Rispetto alla deriva inarrestabile che la saga aveva assunto nell'ultimo periodo, Overkill cerca di rendere l'esperienza di gioco memorabile e accattivante permeando la narrazione con concetti rubati dall'horror più trash degli anni '70, e impreziosendo il tutto con un filtro visivo sporco e "rumoroso" tipico dei B-movie d'oltreoceano. Metteteci qualche quintale di parolacce e il cult è servito. Duole però scoprire che l'animo scollacciato del titolo Wii non traspare in questo spin-off per iOS, che per mantenere ragionevoli le dimensioni del download sacrifica le esilaranti cut scene originali con sequenze testuali a mo' di un fumetto.
Ma non temete, non avrete nemmeno il tempo di accorgervi di quanto l'atmosfera sia stata brutalmente diluita. L'offerta ludica di The Lost Reels si articola su due soli scenari della durata complessiva di circa 45 minuti, a cui fa da cappello una terza missione aggiuntiva acquistabile esclusivamente "in App". Si affianca poi una seconda modalità Orda, il cui obiettivo sarà quello di resistere quanto più a lungo possibile ad onde infinite di zombie, cercando di siglare il punteggio più alto. Considerando il costo non propriamente basso di 4,49€ per questa declinazione portatile del brand, il fatto di dover sganciare altri due euro scarsi per portarsi a casa nemmeno 20 minuti di contenuti extra non rappresenta certo un biglietto da visita invidiabile.
Anche i non morti cedono così al fascino delle microtransazioni, grazie alle quali sarà possibile come da consuetudine guadagnare denaro di gioco molto più velocemente e, di pari passo, aggiornare o comprare nuove armi, assicurarsi skin a dir poco pacchiane da incollare sulle pistole o, già che ci siamo, utilizzare le shuriken di Shinobi in luogo dei vecchi e noiosi proiettili. Esclusion fatta per il citato livello aggiuntivo, il cui acquisto "a parte" rappresenta senza dubbio la scelta meno comprensibile e condivisibile del pacchetto, il sistema di microtransazioni non si dimostra eccessivamente invasivo. Anzi, probabilmente finirete per non notarlo nemmeno, alla luce di una curva di difficoltà praticamente inesistente per tutta la durata del gioco.
"Anche i non morti cedono al fascino delle microtransazioni"
Muoversi senza troppi pensieri attraverso i pochi scenari proposti basterà per guadagnare denaro virtuale in abbondanza per aggiornare la dotazione bellica di base, che seppur nettamente meno potente della terribile Minigun o della Colt si dimostra più che sufficiente per respingere al mittente la minaccia non morta, boss inclusi. Considerando l'assenza totale di bivi e la linearità delle location, che offrono appena un paio di stanze segrete e poco altro, difficilmente troverete buoni motivi per riabbracciare o eventualmente ampliare l'arsenale a disposizione, rendendo di fatto gran parte delle armi appetibili del tutto inutili.
L'eccessiva facilità del playthrough è strettamente correlata al sistema di controllo touch. C'è poco da fare, la vecchia light gun richiedeva al giocatore una certa pratica iniziale, anche solo per mirare velocemente e ricaricare al momento opportuno. Utilizzare il meccanismo di tilt di iPhone/iPad per la mira "manuale" riesce solo in parte a replicare quelle vecchie sensazioni, dimostrandosi rapidamente scomodo e poco funzionale, e lascia spazio al comodo pad virtuale (per la mira) e annessa pulsanteria.
Lo schermo del dispositivo viene trasformato in un trackpad a sfioramento, che permette di muovere il mirino per l'area di gioco con una precisione al limite del chirurgico. Complice la non eccessiva velocità dei nemici, anche il giocatore meno esperto sarà perfettamente in grado di inanellare catene chilometriche di headshot racimolando denaro in gran quantità per ogni eventuale spesa del caso. Il risultato è un House of the Dead snaturato, dove anche le sequenze ad alto numero di nemici possono essere risolte con una veloce manciata di tap.
"Il level design non riesce a controbilanciare l'assenza di difficoltà del gameplay"
Il level design, dal canto proprio, non riesce a controbilanciare l'assenza di difficoltà del gameplay, se non per un paio di segmenti in cui i mutanti (così vengono chiamati gli zombie in The Lost Reels) appartengono ad una variante lievemente più agile e veloce. Nulla che comunque non possa essere messo a tacere con un secondo colpo più attento.
Anche sequenze concettualmente più complesse come le boss fight non ruberanno più di un paio di tentativi. La velocità e la precisione del mirino semplificano eccessivamente la missione, andando ad aumentare la confidenza del giocatore che non si sentirà mai davvero in pericolo come nella controparte arcade. Se a questo aggiungiamo la spropositata potenza del fucile a pompa potenziato, capace di ridurre in frantumi anche cinque crani con un sol colpo, l'onnipresente grido "Extreme Violence" che suggella le uccisioni perde rapidamente gran parte del proprio fascino.
A fianco degli headshot, il sistema di punteggio premierà il giocatore per i colpi sniper (l'uccisione di uno zombie da distanza considerevole) e per i block (eliminare il nemico di turno un istante prima che sia lui a colpirci). S'intravede ancora un barlume di arcade in The Lost Reels, un potenziale ludico interessante che però viene mal sfruttato dalla pochezza dei contenuti offerti. La possibilità di una controparte cooperativa per due giocatori avrebbe probabilmente risollevato il titolo di SEGA dalla mediocrità, ma si tratta tuttavia di una situazione impossibile considerando i limiti insindacabili dell'hardware di Cupertino.
The House of the Dead Overkill: The Lost Reels, spiace doverlo ammettere, è ben lontano dall'essere l'incarnazione portatile del gioco di culto che tutti ci attendevamo. Carente nell'offerta dei contenuti e nel bilanciamento del gameplay, che si limita ad offrire due soli acuti in concomitanza degli scontri coi boss, l'ultima creatura di SEGA è un "omaggio" parziale, venduto a caro prezzo, ad uno degli esponenti più amati del genere. E forse rappresenta la testimonianza più lampante di come, per questo genere di giochi, non esista nulla più indicato di un buon amico e di una coppia di pistole di plastica.