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The Impossible Game - review

Ci sono ci sono ci sono… noooooooooo!

C'è un confine molto sottile a separare scelta artistica e comodo rifugio nel mondo dei videogiochi. Non sempre pixel art o scelte grafiche minimalistiche valorizzano un particolare gameplay, e ultimamente simili soluzioni sono forse utilizzate un po' troppo.

The Impossible Game mi è sembrato subito eccessivo da questo punto di vista. Linee, un quadrato, triangoli e nient'altro per questo platform/rhythm game in cui dovremo guidare il nostro bel quadrilatero fino al termine dei vari livelli.

I controlli? Solamente uno, un tasto (barra spaziatrice o mouse sinistro) che corrisponde al salto, da tenere premuto o rilasciare a seconda degli ostacoli.

The Impossible Game non si spreca neanche a colori: le linee bianche sono quelle su cui si può andare senza conseguenze, mentre toccare il nero equivale a farsi riportare all'inizio del livello o alla bandierina più vicina, sempre che si decida di utilizzare questa opzione di cui parleremo meglio tra un attimo.

Niente di particolare neanche sul fronte delle animazioni, il quadrato scivola semplicemente via ruotando su se stesso in caso di salto o caduta da una piattaforma. In realtà sono i livelli a scorrere (ovviamente), ma la sensazione è quella.

"Mi sono serviti 200 tentativi e spiccioli per completare il livello"

Gli elementi da rhythm game mi avevano fatto anche sottovalutare la difficoltà del titolo di Grip Games, dopotutto se si chiama The Impossible Game, un motivo dovrà esserci, no? Lanciandomi nel primo livello, pensavo però che sarebbe bastato seguire il ritmo per avanzare, se non proprio con facilità, almeno con sufficiente scioltezza.

Mi sono serviti 200 tentativi e spiccioli per completare il livello, conditi da una quantità imprecisata di "noooooo" (dopo un'ora di gioco l'avrete esclamato con tutte le intonazioni possibili) dopo l'errore di turno, seguiti dal proverbiale "ultimo" (fino a quello seguente) tentativo effettuato assumendo posizione aerodinamica sulla tastiera e sguardo concentrato delle grandi occasioni.

Padroneggiato il primo livello, sono poi passato fiducioso al secondo solo per trovare ostacoli sparsi in maniera imprevedibilmente ancora più assurda, e imprevisti come sezioni rovesciate che mettono a forte rischio la sanità mentale. Sì, The Impossible Game è veramente così difficile.

La musica di accompagnamento, come detto prima, non aiuta particolarmente perché il ritmo viene scandito in corrispondenza dell'ostacolo, non del punto di salto. Se si prova ad affidarsi alle proprie orecchie, si finisce quindi sul triangolo o sulla linea nera di turno senza speranza.

"Non ho trovato il gioco particolarmente frustrante. "Simpaticamente infame" è una definizione più calzante"

Eppure, non ho trovato il gioco particolarmente frustrante. "Simpaticamente infame" è una definizione più calzante, complice anche l'enorme contatore del numero di tentativi che campeggia in cima allo schermo. Inoltre, pur intuendo che un sistema di questo tipo possa risultare irritante, ho faticato a staccarmene e ho trovato la sfida piacevole.

The Impossible Game ha una certa verve impossibile da ignorare, grazie anche alle musiche martellanti che accompagnano lo scorrere dei livelli, e la voglia di arrivare un po' più in là e far sì che il benedetto cinquecentesimo tentativo sia quello buono è sicuramente stimolante.

A semplificare le cose interviene la modalità di pratica di cui dicevamo, che permette di "piantare" una bandierina da cui si ricomincerà in caso di fallimento. Ogni nuova bandierina non elimina le precedenti, ed è possibile cancellarle in ordine inverso nel caso se ne posizioni una in maniera infelice.

Nulla impedisce di giocare The Impossible Game tutto così, anche se la mancanza della musica di accompagnamento nella sezione di pratica e degli achievement legati al completamento dei livelli senza bandierine alzano l'asticella per gli amanti della sfida.

"La velocità dello scorrimento dei livelli e il forte contrasto creano un ghosting che alla lunga diventa stancante"

Il problema, di natura esclusivamente tecnica, è semmai un altro. La velocità dello scorrimento dei livelli e il forte contrasto creano un ghosting che alla lunga diventa stancante e rende difficile focalizzare lo sguardo sugli ostacoli in arrivo. In questo caso tutto dipende dal monitor che vi troverete a utilizzare, ma resta il singolare fatto che un gioco da 5 euro può trovarsi a soffrire della mancanza di un monitor di alto livello.

Se questo è un fattore che varia da utente a utente, una considerazione oggettiva importante è che il gioco propone solo 5 livelli, uno dei quali consiste nella versione originale del primo. Vista la semplicità dell'allestimento di un livello, era lecito aspettarsi un po' di più quanto a contenuti già nel pacchetto base.

Un editor sopperisce alla scarsità dei livelli inclusi, ma giocare le proprie creazioni non ha proprio lo stesso gusto di caricare il gioco e iniziare a cimentarsi nel giro di pochi secondi.

Per il suo prezzo, The Impossible Game offre comunque un pacchetto più che sufficiente in grado di tenere impegnati veramente a lungo, soprattutto se si considera che il gioco di Grip Games è di quelli da prendere a piccole dosi, magari tra un titolo e l'altro per spezzare ritmo e monotonia. Sempre che abbiate dalla vostra una buona dose di caparbietà, o potreste finire per spezzare anche la tastiera...

8 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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