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The King of Fighters XIV - prova

50 lottatori per me, posson bastare?

Milano - Sono passati ormai 22 anni dall'uscita del primo The King of Fighters nelle sale giochi giapponesi, lo storico picchiaduro bidimensionale partorito da SNK per il suo mostro da sala giochi chiamato NEO-GEO. Nel corso di oltre due decenni sono usciti una quantità spropositata di spin-off e porting e ormai non c'è singola piattaforma che non annoveri nel suo catalogo un titolo della serie.

Sorprendentemente, l'ultimo capitolo risale a circa cinque anni fa, quel The King of Fighters XIII che ha portato una sferzata di aria fresca alla saga, ma che allo stesso tempo ha diviso i fan di lunga data. Durante l'ultimo Tokyo Game Show, SNK ha ufficializzato il quattordicesimo episodio della serie regolare, in sviluppo da oltre due anni per PlayStation 4 e ormai in dirittura d'arrivo in contemporanea in tutto il mondo.

La build che abbiamo provato presso gli uffici di Koch Media ci ha permesso di farci un'idea generale sul gioco, peccato che la presenza della sola modalità Versus (perlopiù contro una CPU dotata di un'intelligenza artificiale pari allo zero), ha limitato parecchio il nostro hands-on.

The King of Fighters XIV sarà accessibile sia dai veterani della saga che dai neofiti, grazie all'introduzione del Rush mode che permette di creare potenti combo premendo soltanto il pugno debole.

Per portare a casa il match bisogna sconfiggere tutti e tre i lottatori della squadra avversaria, mentre al lottatore che vince il round viene ripristinata un po' di energia. Il rooster di The King of Fighters XIV annovera perlopiù combattenti provenienti dai precedenti episodi, ma non non mancano diverse nuove entrate come la caramellosa Sylvie e il pugile Nelson, più alcuni graditi ritorni dal passato tra cui figurano Joe Higashi e Mai Shiranui. In totale sono presenti 48 personaggi divisi in 16 squadre, più i due boss che purtroppo non abbiamo potuto testare.

Prima di passare a parlarvi del combat system, è bene segnalare l'arrivo alla direzione artistica di Yasuyoki Oda, che in passato ha lavorato su altri prestigiosi picchiaduro quali Street Fighter IV e Fatal Fury. Il suo debutto nella serie comunque sembra voler far proseguire la strada intrapresa col tredicesimo capitolo, e quindi renderlo accessibile sia ai giocatori più esperti che ai neofiti.

Parlando di semplificazioni, alcune combo sono state accorciate ma richiedono comunque un'ottima precisione durante la loro esecuzione. Il d-pad del DualShock 4 si presta abbastanza bene anche per coloro alle prime armi, che ora possono altresì esibirsi in combo spettacolari premendo velocemente il solo pugno leggero. La quantità di danni che si possono infliggere durante il Rush mode è comunque inferiore rispetto alle combinazioni di combo tradizionali e necessitano a prescindere l'utilizzo di una o più barre per le special e le super.

Il character design di alcuni lottatori sono completamente fuori di testa. Secondo voi gli sviluppatori a chi si sono ispirati per la creazione di Choi?

The King of Fighters XIV vede anche il ritorno della Max Mode, tecnica azionabile premendo il tasto R1 e che permette (previo consumo di una power bar) di effettuare colpi e EX più potenti. La durata della Max Mode varia a seconda del numero di power bar riempite prima di averla attivata, quindi più il livello della power bar è alto, più tempo si ha disposizione per eseguire mosse e combo più potenti.

E parlando di colpi devastanti, le Climax Super sono ancora una volta il fiore all'occhiello di ogni personaggio, a patto di avere riempito tre power bar (due nel caso fossimo in Max Mode) e naturalmente aver imparato a memoria la sequenza di tasti per attivarle. Per i giocatori più abili è poi possibile chiudere le combo scaraventando il nemico contro entrambe le estremità dei livelli, per farlo rimbalzare verso il centro dello stage e concatenare una nuova combo.

Quanto agli stage, nel codice che abbiamo provato si poteva scegliere tra 9 diversi, ma almeno altrettanti erano coperti da punti interrogativi. Tra arene in festa, chiese fatiscenti, fabbriche abbandonate e misteriosi hotel subacquei, alla fine ci sarà soltanto l'imbarazzo della scelta, proprio come per i combattenti.

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Tecnicamente l'ultima fatica di Yasuyuki Oda sfoggia un motore non all'altezza della console su cui gira, e anzi l'impressione è quella di trovarsi di fronte un prodotto proveniente dalla scorsa generazione. I modelli tridimensionali dei personaggi sono poco definiti proprio come in 'sua mostruosità' Maximum Impact, ma perlomeno le meccaniche di combattimento sono strutturate su due dimensioni. Fortunatamente la risposta dei controlli è ottima, anche se ci tocca aspettare comunque la versione finale per vedere come la caverà con i vari arcade stick.

Visto il mezzo flop commerciale di Street Fighter V, The King of Fighters XIV ha la ghiotta occasione di fare bella figura in questa generazione di console, visto che gli altri concorrenti più pericolosi (Tekken 7 e Injustice 2), arriveranno soltanto durante il 2017.

L'uscita di The King of Fighters XIV è prevista per il prossimo 26 agosto su PlayStation 4, data entro la quale sapremo dalle sapienti mani del nostro Ricciotto se SNK è riuscita a fare centro per l'ennesima volta. Nel frattempo, non possiamo far altro che sperare in un netcode migliorato per il multiplayer online, l'unico cruccio che si portava appresso l'ultimo episodio e mai sistemato a dovere dopo il lancio.

Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.
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