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The King of Fighters XIV - recensione

Tutto quel che serve, grafica a parte.

Gli appassionati di picchiaduro stanno vivendo un periodo di enormi cambiamenti, all'interno del loro genere preferito. Con la virata prepotente verso gli sport elettronici, questo genere un tempo di nicchia sta iniziando a splendere sempre di più sotto ai riflettori, conquistando perfino colossi americani come ESPN (per chi non lo sapesse, l'ultima edizione dell'EVO è stata trasmessa anche sul celebre network americano).

Questo sta portando con sé tutta una serie di vantaggi, ma si trascina dietro anche elementi difficili da digerire, per una parte della fan base. Molto di ciò che è accaduto (e sta accadendo) con Street Fighter V è figlio della necessità di rispettare i tempi del Capcom Pro Tour (uscita incompleta del gioco, censure, richiesta ad alcuni pro player di scegliere un costume meno provocante per il proprio personaggio, DLC dal costo esorbitante per "finanziare" la Capcom Cup).

Nonostante questo, è innegabile che la strategia stia portando risultati interessanti e che, mese dopo mese, stia contribuendo alla crescita di un settore dal fatturato sempre più impressionante. Visto il successo di Capcom sul ring dell'esport, anche altre case produttrici stanno cercando di seguire il medesimo sentiero, motivo per cui assistiamo sempre più spesso alla nascita di eventi dal ricco montepremi, supportati direttamente dai creatori dei giochi.

L'ultima a salire sul carrozzone è SNK, che dopo aver stupito il mondo con un meraviglioso (e tecnicissimo) The King of Fighters XIII, per poi abbandonarlo al suo destino senza alcuna patch utile a risolvere i pochi problemi del gioco, si presenta con un nuovo episodio dello storico rivale di Street Fighter.

Alcuni personaggi sono stati caratterizzati piuttosto bene, altri sono orrendi.

The King of Fighters XIV è stato un gioco molto discusso fin dal primo trailer di presentazione, principalmente per un motivo: la veste grafica. Dopo lo splendore 2D del tredicesimo capitolo, questo episodio di The King of Fighters cede al ben più economico 3D, preferendo puntare più sulla qualità del gameplay e sulla grandezza del roster, che su un aspetto in grado di impressionare i giocatori.

Non sperate di imbattervi in qualcosa di simile a Guilty Gear Xrd. Gli sviluppatori do The King of Fighters XIV non hanno mai nemmeno lontanamente puntato a un aspetto grafico di qualità, preferendo affidarsi a modelli poligonali che sembrano usciti da un pachinko (o da un picchiaduro 3D della prima era PS3) e ad animazioni così povere da fare tenerezza.

Passando qualche ora con il gioco e testando i 51 (!!!) personaggi del roster, tuttavia, ci si rende conto che il livello qualitativo non è tutto terribile come potrebbe inizialmente sembrare. I modelli di alcuni personaggi sono più curati e in alcuni casi le animazioni sono davvero convincenti.

Sotto un certo punto di vista sembra quasi che la lavorazione sia stata commissionata in esterna a studi differenti, con un risultato finale altalenante. Un discorso diverso meritano invece i fondali, tutti di ottima fattura e dannatamente ispirati, così come l'ottima colonna sonora, che offre versioni remixate dei temi storici della serie.

Le arene sono state realizzate in modo impeccabile e sono quasi tutte molto ispirate.

Aspetto tecnico a parte, comunque, arcade stick alla mano The King of Fighters XIV si comporta benissimo, rivelandosi il degno successore del tristemente sottovalutato KoFXIII. Rispetto a quest'ultimo i ritmi di gioco sono leggermente più bassi e il tempismo per l'esecuzione delle combo è più permissivo, ma la giocabilità è ancora a livelli stellari.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una semplificazione generale, studiata per favorire l'avvicinamento dei nuovi giocatori attratti dalla massiccia cassa di risonanza garantita dal megafono dell'esport.

L'elemento che più di ogni altro sottolinea questo passaggio è l'inserimento dell'autocombo, eseguibile premendo ripetutamente il tasto del pugno debole. Si tratta della stessa meccanica già vista in altri picchiaduro (e introdotta nella serie Persona), che in pratica permette di eseguire combo spettacolari senza grande difficoltà, in cambio di un output di danno nettamente inferiore rispetto alle combo tradizionali.

Anche la gestione delle barre è molto cambiata, riducendosi al controllo di un unico indicatore, da dividere tra le varie meccaniche del sistema di combattimento. Durante gli scontri è possibile affidarsi alla solita varietà di tecniche normali e speciali, ma nel caso di The King of Fighter XIV, le ormai sdoganate tecniche EX (le mosse speciali eseguite premendo due tasti invece di uno solo) si possono eseguire solo una volta attivata la modalità Max (calcio debole + pugno forte).

La modalità allenamento è curata e permette di provare tutto ciò che il gioco mette a disposizione. È perfino possibile allenarsi con un amico online.

Una volta attivata questa modalità, l'indicatore Max inizia a svuotarsi col tempo, riducendosi drasticamente dopo ogni mossa speciale EX (in modo da evitare uno spam eccessivo). La cosa interessante è che, a seconda della posizione nel team del personaggio utilizzato, la barra MAX è più o meno lunga.

Questa scelta è particolarmente azzeccata, visto che dà il giusto peso a una modalità pensata per garantire a ogni giocatore la possibilità di uno spettacolare comeback. Proprio per questo, il primo personaggio del team può contare su una barra Max relativamente piccola, a differenza dell'ultimo.

Visto che l'attivazione della modalità Max è associata alle medesime barre usate anche per le Super, finché gli indicatori sono pieni si può scegliere se conservare l'energia per le devastanti tecniche finali, o se giocarsela con le tecniche EX e le combo più lunghe della modalità Max.

Per il resto, la giocabilità è quella solita di The King of Fighters, con tante combo interessanti, ottime possibilità di mix up e una quantità monumentale di match up da studiare. A differenza di Street Fighter V, infatti, il titolo SNK si distingue per un roster monumentale, letteralmente pieno di personaggi ben caratterizzati e differenziati tra loro.

Il povero Kensou viene maltrattato da Athena, dopo aver già subito un pessimo trattamento da parte del responsabile del suo modello 3D.

Prima di imparare come affrontare ogni membro del cast, sia in modo casuale che con la mentalità competitiva, dovrete investire moltissime ore del vostro tempo. Il bello è che potrete farlo con una delle numerose modalità inserite dagli sviluppatori.

In KoF XIV troverete una modalità Storia, che spinge ad affrontare una serie di scontri per poi vedersela con i due boss finali (con Antonov che sembra uscito direttamente da One Piece) e godersi le sequenze conclusive di ogni team (divertenti e disegnate in modo splendido).

A questa si affiancano il classico versus offline, il training (con tanto di utile tutorial), la modalità survival, le sfide a tempo, le prove da completare con ogni combattente (per apprendere alcune strategie da usare in combattimento) e, naturalmente, l'immancabile online. Durante le lunghe sessioni di prova che hanno preceduto questa recensione abbiamo abbondantemente testato il gioco offline, ma la nostra esperienza online si basa su una manciata di partite, le poche che siamo riusciti a trovare.

L'esperienza è stata altalenante e siamo passati da partite estremamente fluide a scontri che per via del lag sembravano giocati sott'acqua. Per avere informazioni migliori sulla qualità e la stabilità dei server, dovremo attendere il lancio ufficiale del gioco.

Guarda su YouTube

Al netto di una realizzazione tecnica deludente (nonostante gli ottimi fondali e le splendide musiche), The King of Fighters XIV è un gioco divertente e pieno di contenuti di qualità. L'elevato numero di combattenti (generalmente ben caratterizzati) unito ad alcune scelte di design davvero intelligenti, lo rendono un gioco adatto tanto ai principianti, quanto ai giocatori più esperti.

Nella speranza che SNK non lo abbandoni come ha già fatto in passato con The King of Fighters XIII, non possiamo fare altro che consigliare questo gioco a tutti coloro che sono rimasti delusi dal trattamento che Capcom ha riservato a Street Fighter V. Grafica a parte, in questo gioco troverete tutto ciò di cui avete bisogno.

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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