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The Last of Us - review

Il punto più alto toccato dalla PlayStation 3.

Ci siamo. Stiamo vivendo un momento storico dell'evoluzione dei videogiochi, una fase che tra qualche anno verrà identificata da tutti in un semplice nome: The Last of Us. Fra 20 anni il titolo Naughty Dog andrà ad affiancarsi a pietre miliari come Half-Life (1 e 2) quando si parlerà della maturazione del medium e della sua capacità di far coesistere narrazione e gameplay ad altissimi livelli in un unico mezzo di comunicazione che, a dispetto di quanto viene ancora oggi sostenuto da molti, se sfruttato nel modo giusto può trasformarsi in arte.

Lo sappiamo, l'affermazione è potente ma era da anni (dai tempi di Half-Life 2, per l'appunto) che un gioco non riusciva a coinvolgerci, colpirci e appassionarci come ha saputo fare The Last of Us. La PlayStation 3, guidata dalle mani esperte di un team straripante di passione e talento, si è trasformata nello strumento indispensabile per vivere una storia cruda, intensa, emozionante e credibile, trasformando il più classico dei racconti di viaggio in un'occasione per riflettere sulle priorità della vita, sui rapporti umani e sulla paura di restare soli, isolati... gli ultimi.

Raccontare la storia di The Last of Us senza rischiare di rovinare un'esperienza che merita di essere vissuta in prima persona è praticamente impossibile, quindi cercheremo di basarci unicamente sui dettagli già da tempo in circolazione. In un mondo devastato da una tragica pandemia generata da misteriosi funghi parassiti in grado di penetrare nel cervello degli esseri umani e di trasformarli in creature grottesche, un uomo, Joel, viene incaricato di accompagnare una ragazza di 14 anni di nome Ellie dall'organizzazione chiamata Le Luci (Fireflies, in originale).

Il viaggio di Joel ed Ellie è così lungo da essere accompagnato dal cambio delle stagioni.

Il viaggio, come prevedibile, si rivelerà duro e spietato ma permetterà a un uomo ancorato a un passato angosciante e a una ragazza che non ha mai conosciuto la spensieratezza di interagire, confrontarsi, a volte anche scontrarsi, ma proprio grazie a questo di compiere quei difficili passi che la vita esige per lasciarsi alle spalle sentieri oscuri e apparentemente interminabili.

"Per l'ennesima volta Naughty Dog ha sorpreso tutti cambiando completamente genere"

Per l'ennesima volta Naughty Dog ha sorpreso tutti cambiando completamente genere, recuperando della trilogia di Uncharted solo l'esperienza accumulata nella creazione di personaggi convincenti, dinamici e sorprendentemente umani.

Rispetto alla trilogia di Drake, poi, con The Last of Us gli sviluppatori si sono spinti ancora oltre, complice un filone narrativo meno portato alla spettacolarizzazione e all'azione a ogni costo. Insieme a Joel ed Ellie, protagonisti di The Last of Us sono la natura e il genere umano, rappresentati con l'esperienza di uno scrittore smaliziato in grado di cancellare gli strati superflui delle cose e mettere a nudo la loro vera essenza.

Durante l'interminabile marcia di una coppia emotivamente impacciata, apparentemente male assortita e ansiosa di trovare una crepa su cui lavorare per abbattere spessi muri di solitudine, non è raro vivere lunghi momenti di silenzio interrotti unicamente dal cinguettio degli uccelli, dal fruscio degli alberi e dall'abbaiare di qualche raro cane randagio in lontananza.

Durante la creazione degli oggetti l'azione non si ferma, quindi è sempre consigliabile eseguire tale operazione in luoghi riparati.

Il dominio prepotente della Natura è evidente in ogni istante di The Last of Us, tanto nei pericolosi boschi attraversati da infetti e cacciatori, quanto nelle strutture create dall'uomo e ormai diroccate, fatte a pezzi dall'avanzata inarrestabile di una vegetazione al tempo stesso mortale pericolo e formidabile alleato.

"Il dominio prepotente della Natura è evidente in ogni istante di The Last of Us"

Dall'altra parte, a fare da contraltare, c'è un'umanità primordiale, regredita, più spesso spinta dal semplice istinto di sopravvivenza che da veri e propri processi cognitivi. Uccidere per non essere uccisi. Cacciare per riempirsi la pancia. Una routine a cui gli stessi Joel ed Ellie sono costretti a sottostare, col rischio di trovarsi faccia a faccia con una verità impossibile da affrontare a testa alta.

In una simile cornice narrativa Naughty Dog è riuscita a inserire perfettamente un gameplay ricco, curato e profondamente coinvolgente, dimostrando quanto la capacità di divertire e di raccontare non si escludano a vicenda.

Il gameplay di The Last of Us racchiude in un unico calderone gli elementi basilari dei TPS, il cuore dei survival horror e degli stealth game e, per nostra fortuna, Naughty Dog si è prodigata per raffinare ognuno di questi tasselli per farli combaciare alla perfezione.

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Durante le circa 15 ore che abbiamo impiegato per portare a termine la Storia di The Last of Us, non abbiamo mai avuto la sensazione di trovarci di fronte a scene riempitive inserite per allungare il brodo. Ogni secondo del gioco è stato pensato per far parte di un insieme perfetto, armonioso e da cui è davvero difficile staccarsi.

"Abbiamo impiegato circa 15 ore per portare a termine la Storia di The Last of Us"

Tra fughe rocambolesche (tanto dagli Infetti quanto dagli esseri umani), rilassanti perlustrazioni alla ricerca di oggetti abbandonati da sfruttare a proprio vantaggio, dialoghi appassionanti, spaventose passeggiate tra orde di infetti ciechi ma dall'udito finissimo, sparatorie nella neve, battute di caccia, corse a cavallo e la collezione di documenti antecedenti alla pandemia, è davvero impossibile stancarsi del capolavoro Naughty Dog.

Soffermandosi sui collezionabili non si può che definire The Last of Us un titolo generoso. Il mondo creato dagli sviluppatori è vasto e ricco di storie da scoprire, a patto che decidiate di accettare la proposta di Naughty Dog e di adottare comportamenti consoni alle situazioni vissute da Joel ed Ellie.

Durante la nostra sessione single player ci siamo sorpresi spesso a preferire una lenta camminata a una corsa anche solo accennata, per il semplice motivo che ci sembrava più naturale. Grazie a questo abbiamo saputo apprezzare ogni angolo delle ambientazioni magistralmente immaginate dal team, ogni scambio di battute tra la coppia di viaggiatori e, naturalmente, ogni opportunità di scatenare la nostra insaziabile curiosità.

Attraverso il personaggio di Ellie, che non ha mai conosciuto il mondo antecedente all'infezione, Naughty Dog lancia più di una stoccata al consumismo e alla futilità di alcuni capricci.

I maniaci dell'esplorazione verranno ricompensati con le medaglie delle Luci (paragonabili ai tesori di Uncharted) ma, soprattutto, con note, appunti e pagine di diario utili a ricostruire gli ultimi istanti di coloro che hanno visitato i luoghi incontrati prima del passaggio di Joel ed Ellie.

"I maniaci dell'esplorazione verranno ricompensati con le medaglie delle Luci e con pagine di diario di chi ha visitato i luoghi prima di Joel ed Ellie"

Le storie che si possono scoprire in questo modo vantano la medesima cura che traspare dal filone narrativo principale e trasmettono emozioni altrettanto intense, sebbene cristallizzate nel tempo e spesso caratterizzate da un finale che può solo essere immaginato dal giocatore. Nel contesto grottesco e doloroso della pandemia, poi, è perfino possibile assecondare la passione di Ellie per i fumetti, aiutandola a scovare tutti numeri di una serie di dubbia qualità resa gradevole dalle circostanze.

La perlustrazione delle rovine incontrate lungo la strada, tuttavia, non riporta alla luce solo oggetti futili ma nella maggior parte dei casi ricompensa con armi, munizioni (poche ma sempre sufficienti per sopravvivere), razioni di cibo, kit di pronto soccorso e, soprattutto, componenti e materiali da assemblare attraverso un sistema di crafting basilare ma efficace.

Premendo il tasto Select, Joel può aprire in qualsiasi momento il proprio zaino per combinare alcuni oggetti e creare kit di pronto soccorso (semplici garze sterilizzate con l'alcol, a dire il vero), coltelli (utili per affrontare i letali Clicker o per aprire porte che nascondono veri e propri tesori sotto forma di risorse e materie prime), Molotov (fondamentali per liberarsi di gruppi di nemici), bombe di chiodi, una sorta di rudimentali fumogeni, o perfino di modificare le armi da mischia applicandovi lame e frammenti metallici.

I Clicker non possono essere affrontati a mani nude. Preparatevi a essere uccisi diverse volte da queste temibili creature.

In un mondo in cui ogni risorsa è fondamentale per sopravvivere avere la possibilità di produrre autonomamente anche solo pochi oggetti è una benedizione, ma questo non vuol dire che chi ignorerà l'esplorazione non sarà in grado di affrontare in modo adeguato The Last of Us. Nella maggior parte dei casi, infatti, al giocatore viene data la possibilità di scegliere fra diverse possibilità di approccio.

"I giocatori più irruenti possono optare per rumorose ma efficaci sparatorie, sporcandosi le mani con qualche scazzottata"

I giocatori più irruenti possono optare per rumorose ma efficaci sparatorie, sporcandosi le mani con qualche scazzottata quando necessario. Gli amanti della discrezione possono cercare di abbattere le minacce una ad una cogliendole alle spalle e strangolandole (nel caso degli umani o degli infetti base) o abbattendole a coltellate, a patto di essere adeguatamente equipaggiati. Considerando che i Clicker, che non possono essere affrontati in sicurezza a mani nude, sono ciechi e possono essere cautamente aggirati, ecco che anche la strategia stealth può rivelarsi vincente.

Il cavallo di battaglia delle fasi stealth è rappresentato dalla Modalità Ascolto, attivabile tenendo premuto il tasto R2. Affidandosi a tale abilità Joel si concentra sull'ascolto dei rumori circostanti, individuando con estrema precisione le posizioni di umani o infetti, perfino dietro alle pareti più spesse. Si tratta chiaramente di un espediente ludico utile a rendere godibili le fasi stealth senza per questo andare a rovinare l'atmosfera con improbabili radar o simili.

La Modalità Ascolto, così come altre caratteristiche di Joel, può essere migliorata ingurgitando le pillole che possono essere recuperate esplorando le ambientazioni, anch'esse figlie delle origini ludiche di The Last of Us. Naughty Dog ha avuto la capacità di capire dove allentare con la narrazione per inserire elementi di puro gameplay, mantenendo un perfetto equilibrio tra due scuole di pensiero difficilmente conciliabili.

Il multiplayer di The Last of Us in questo trailer dai Naughty Dog.

Così come le capacità del protagonista, anche le armi e l'efficacia di alcuni oggetti dell'equipaggiamento possono essere migliorate, nel primo casi apportando utili modifiche sugli appositi tavoli da lavoro (usando i componenti accumulati rovistando qua e là), nel secondo affidandosi ai mai troppo lodati manuali di approfondimento.

"Il sistema di controllo, reattivo e facilmente assimilabile, permette di muovere con naturalezza il burbero Joel"

Tutto questo è gestito attraverso un sistema di controllo reattivo e facilmente assimilabile, che permette di muovere con grande naturalezza il burbero Joel. L'unico appunto può essere fatto alla gestione rapida dell'equipaggiamento, funzionale ma non immediata. Prima di imparare a controllare tutto al meglio è infatti necessario un pizzico di pratica.

Con questo chiudiamo la lunga finestra sul single player di The Last of Us. Come molti di voi già sapranno, oltre a offrire una Storia ricca, longeva e curata sotto ogni punto di vista il titolo Naughty Dog vanta anche da un multiplayer piuttosto interessante.

Selezionando la modalità chiamata Fazioni i giocatori vengono accolti nello spietato mondo della sopravvivenza post-pandemica, dove devono scegliere se schierarsi con i cacciatori o con le Luci. Dopo aver preso le parti di una o dell'altra fazione si hanno a disposizione 12 giorni virtuali per procurare cibo, risorse e medicine ai propri rifugiati, con l'obiettivo di resistere il più a lungo possibile. Più si resiste, più personalizzazioni per il proprio avatar si sbloccano.

Durante le fasi stealth Ellie ha la brutta abitudine di spostarsi freneticamente da una parte all'altra. Pur non allertando i nemici, questo comportamento impatta sul coinvolgimento.

Ogni partita effettuata rappresenta un giorno e le prestazioni sul campo di battaglia influenzano direttamente la vita dei membri della fazione scelta. Le modalità nelle quali ci si può mettere alla prova sono due, Caccia ai Rifornimenti e Sopravvissuti. In entrambi i casi si tratta di Team Deathmatch 4 contro 4 nei quali, all'interno di mappe ampie e caratterizzate da una vasta gamma di possibili approcci, le squadre sono chiamate a eliminare i rivali assicurandosi al tempo stesso di recuperare la maggior quantità possibile di risorse.

"L'ampiezza delle mappe unita ad alcune scelte specifiche di design, riducono la frenesia tipica dei TPS"

L'ampiezza delle mappe unita ad alcune scelte specifiche di design (le limitazioni di durata dello scatto e della Modalità Ascolto, per esempio) riducono la frenesia tipica dei TPS, spingendo gli utenti a giocare di squadra per avere la meglio sui diretti rivali.

L'approccio cooperativo è reso necessario dalla vulnerabilità dei personaggi (bastano pochi colpi per essere abbattuti) e, soprattutto, dalla necessità di infliggere il colpo di grazia ai caduti, che una volta a terra possono essere sempre curati dai compagni e tornare in azione.

All'inizio di ogni partita i giocatori possono contare su dotazioni piuttosto limitate, dettaglio che costringe ad accaparrarsi il più in fretta possibile le risorse e le cassette degli attrezzi utili a creare nuove armi, sia durante le partite che nelle pause tra i round.

In alcune circostante Joel è costretto a indossare la maschera antigas per proteggersi dalle spore rilasciate dai funghi.

Tra una partita e l'altra, poi, eventi negativi di vario genere (l'attacco da parte di un'orda di infetti o la diffusione di qualche malattia, tanto per fare un paio di esempi) si abbattono sui sopravvissuti delle fazioni, sbloccando una serie di missioni utili per limitare i danni e prolungare la sopravvivenza del gruppo.

"All'inizio di ogni partita i giocatori possono contare su dotazioni piuttosto limitate"

Tali missioni si traducono sempre in azioni tracciabili attraverso le statistiche di gioco, come la rianimazione di un determinato numero di compagni o l'uccisione di una precisa quantità di avversari. Portando a termine le missioni si sostiene la propria fazione, assicurandosi la possibilità di sopravvivere un altro giorno.

L'unica differenza tra Caccia ai Rifornimenti e Sopravvissuti è rappresentata dal respawn. Mentre nella prima modalità ogni squadra ha a disposizione 20 rientri totali da spartire fra i quattro membri sul campo di battaglia, in Sopravvissuti i rientri sono preclusi, dettaglio che fa salire alle stelle la tensione durante ogni singola partita a tutto vantaggio del gioco di squadra.

In mancanza di un vero e proprio sistema di classi ai giocatori è permesso di personalizzare in modo abbastanza profondo il proprio avatar, sia dal punto di vista estetico che, soprattutto, da quello pratico, usando punti equipaggiamento e gli immancabili perk che influenzano le abilità.

I giocatori più aggressivi dovranno cambiare stile per ottenere qualche risultato nel multiplayer di The Last of Us. La fretta paga poco!

Per capire quanto l'esperienza offerta dal multiplayer di The Last of Us sia bilanciata sarà necessario attendere qualche settimana di gioco continuativo, ma appare già evidente quanto gli sviluppatori si siano impegnati anche su un fronte spesso appena abbozzato e inserito per mere necessità di mercato.

"Visivamente parlando il titolo Naughty Dog è straripante, così pieno di dettagli da lasciare senza fiato in più di un'occasione"

In sostanza Naughty Dog ha cercato di percorrere la strada già indicata da Ubisoft con Splinter Cell e Assassin's Creed, creando qualcosa di originale, gradevole e con tutte le carte in regola per prendere piede, complice anche l'aperta intenzione degli sviluppatori di seguire e supportare la community attraverso eventi speciali e iniziative di ogni genere.

Dopo aver messo a nudo gli elementi più intimi di The Last of Us, è giunto il momento di dedicarsi a un'analisi del suo comparto tecnico. Visivamente parlando il titolo Naughty Dog è straripante, così pieno di dettagli da lasciare senza fiato in più di un'occasione, soprattutto nella Storia single player. Il mondo rappresentato dagli sviluppatori è caldo, vivo e vibrante, grazie a un uso intelligente e mai barocco di luci ed effetti particellari.

I modelli poligonali dei personaggi, così come le loro animazioni, sono caratterizzati dalla medesima cura già riscontrata per la loro rappresentazione psicologica. Tutto questo, sfortunatamente, è stato ottenuto in cambio di qualche occasionale rallentamento e di un ritardo (leggerissimo, in single player) nel caricamento delle texture.

Un discorso a parte deve essere fatto per il multiplayer, dove l'intero comparto tecnico è stato ridimensionato per garantire un gameplay sempre fluido, scelta ovvia e facilmente condivisibile per ottenere risultati accettabili durante le sfide online.

Nel multiplayer di The Last of Us ogni volta che si abbatte un avversario si possono recuperare risorse utili per la propria fazione.

Sul fronte dell'Intelligenza Artificiale il gioco offre prestazioni altalenanti, passando dall'impressionante versatilità di Ellie (le sue reazioni a volte hanno dello sconvolgente) a qualche gaffe dei cacciatori, in particolar modo durante le sparatorie. Se quando attaccano in gruppo gli umani vantano dinamiche di accerchiamento invidiabili, infatti, negli scontri uno contro uno a volte mettono quasi tenerezza vista la loro ingenuità. Si tratta comunque di piccole imperfezioni di un panorama eccellente.

"Sul fronte dell'Intelligenza Artificiale il gioco offre prestazioni altalenanti"

Trattandosi del gioco più vasto realizzato da Naughty Dog, è probabile che il team di sviluppo abbia incontrato qualche difficoltà nella fase di testing, visto che in un paio di circostanze ci siamo imbattuti in bug che non ci saremmo aspettati da un team di tale caratura. Mentre esploravamo i corridoi di un albergo, per esempio, ci siamo imbattuti nel più classico dei pavimenti incorporei, col risultato che Joel si è ritrovato a camminare sul soffitto del piano inferiore costringendoci a riavviare la partita.

Un altro bug, questo più grave, ha precluso la comparsa del tasto di interazione per far salire Ellie su un punto rialzato dell'ambientazione, costringendoci a ricaricare più volte il gioco salvo poi risolversi autonomamente senza conseguenze.

Si tratta di problemi che, in modo più o meno grave, possono andare a rovinare l'esperienza di gioco e che, per questo, potrebbero giustificare un ridimensionamento della nostra valutazione finale. Vista la qualità e la portata dell'opera, tuttavia, preferiamo premiare il lavoro di Naughty Dog, sperando che il team si prodighi per rilasciare una tempestiva patch al day 1.

La morte e le scelte in The Last of Us.

Un'esperienza ricca e coinvolgente come quella di The Last of Us non poteva certo prescindere da un comparto audio di primissimo livello. La colonna sonora, caratterizzata da malinconici arpeggi di chitarra e da potenti bassi capaci di scuotere i polmoni, è usata con grande parsimonia, intervenendo con discrezione per riempire piccoli vuoti nelle fasi esplorative o sottolineando i momenti più intensi della narrazione.

Il resto è affidato agli eccellenti dialoghi e ai rumori di fondo capaci di rendere viva la lussureggiante solitudine delle ambientazioni. Entrare nelle case abbandonate e sentire i tonfi sordi causati dalla fuga di qualche animale ai piani superiori è spaventoso e tremendamente emozionante. E questo, ovviamente, è solo un esempio del mondo segreto raccontato dai suoni di The Last of Us.

Sebbene la versione italiana del gioco sia caratterizzata da un adattamento e da un doppiaggio estremamente validi, consigliamo caldamente di vivere The Last of Us in lingua originale, così come lo hanno pensato i suoi creatori. In questo modo godrete delle eccezionali prestazioni delle voci di Joel ed Ellie (e non solo!) e, soprattutto, vi eviterete alcune piccole incertezze dell'adattamento nostrano.

The Last of Us è il punto più alto toccato dalla PlayStation 3 e uno dei picchi di eccellenza di una generazione ormai agli sgoccioli. Nonostante i difetti segnalati nell'articolo siamo convinti che siano davvero poche le opere in grado di competere con un gioiello che, ne siamo certi, verrà più volte usato come termine di paragone negli anni a venire.

10 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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