The Last Stand: Zombie Apocalypse
Meglio un giorno da sopravvissuto o cento da zombie?
Se senza zombie non sapete proprio stare e passate intere giornate alla ricerca di un gioco con cui sfogare i vostri istinti omicidi, forse dovreste fare una visita all'App Store. Statistiche alla mano, non passa giorno all'interno del mercato digitale più dinamico del pianeta senza assistere alla comparsa di un nuovi titoli accumunati da quelle impacciate creature, portate al successo anni or sono dal venerabile Romero (il regista, questa volta). Non ci credete? Provate a digitare la parola "Zombie" nel motore di ricerca dello Store: la vostra pazienza si esaurirà ben prima di raggiungere l'ultimo titolo della lista.
All'interno di questo sanguinolento filone si inserisce anche The Last Stand, IP sviluppata dai 7 Raven Studio che cerca di guadagnarsi gli onori di guerra nell'arena del dual stick shooter: una battaglia difficile sin dall'inizio, vuoi per una concorrenza serrata sul genere, vuoi - soprattutto - per la presenza di IP di caratura quali Minigore e iDracula.
Inutile spendere troppe parole su un gameplay che i possessori di iPhone conosceranno a menadito: scopo del gioco è sopravvivere all'assalto di orde di zombie e altri ceffi poco raccomandabili, facendo affidamento su un arsenale potenziabile a suon di dollari tintinnanti e su una serie di power up che rendono temporaneamente più agevole la nostra resistenza, alterando parametri quali velocità, salute o potenza di fuoco.
Il control scheme è quanto di più abituale offerto dall'App Store, con uno stick virtuale direzionale sulla sinistra dello schermo e un secondo sulla destra ovviamente demandato all'attacco - una configurazione modificabile dal pannello opzioni. L'estrema intuitività dei comandi non basta però a togliere dagli impicci una meccanica che spesso non brilla per agilità: bastano pochi minuti per accorgersi di come, ad esempio, la velocità del nostro ammazza-zombie non sia sempre sufficiente ad eludere un attacco di gruppo, specie nelle fasi più concitate.
I problemi più evidenti giungono da un sistema di collisioni un po' approssimativo: mantenere la calma dopo esser stati colpiti per l'ennesima volta da un nemico ragionevolmente distante, apparentemente intento a menare cazzotti all'aria, metterà alla prova il miglior self control. Evitare schivate in stile Matrix è più di un semplice consiglio: è una necessità, sempre che non vogliate trovarvi sdraiati al suolo anzitempo. Col progredire dei livelli (e l'arrivo di nuovi mostri, alcuni dei quali piuttosto rapidi) mantenere le "distanze di sicurezza" si fa più complicato: e l'assenza di un simil radar che mostri la direzione di arrivo dell'affamato bestiario non facilita la nostra missione.
Parlando di contenuti, l'IP offre 2 modalità (Campagna e Survival) articolate su 5 aree di gioco suddivise in più livelli, di durata e complessità crescenti, che culminano in un'impegnativa boss fight. Sconfiggere il coriaceo mostro richiede parecchia attenzione, considerato il nutrito gruppetto di assistenti al seguito che cercheranno di trasformarci in spezzatino: consigliamo di spendere qualche minuto in più nella fase di upgrade delle armi che precede l'inizio di ogni livello, onde evitare spiacevoli situazioni.
La varietà dei nemici è encomiabile: il classico zombie si affianca a non morti più veloci e resistenti, a creature di "silenthilliana" memoria dotate di un arto che ne squarcia il ventre, a cani e corvi fulminei, per non citare licantropi o spaventapasseri sanguinari. Lo stesso vale per i boss di fine livello, nei quali è più facile osservare una modellazione poligonale di pregevole fattura e un buon comparto animazioni. La direzione artistica ottiene risultati sopra la sufficienza, seppur ridimensionati rispetto al tripudio grafico presente in Minigore.
Disponibile al costo di 0.79€ come App universale (nonché Retina-compatibile), The Last Stand cerca di riproporre il gameplay assuefante del titolo Chillingo, seppur minato da alcune imperizie che speriamo di veder risolte nei futuri aggiornamenti, arricchendolo con una gestione delle armi magari non innovativa ma tuttavia interessante: il risultato è un titolo godibile, in grado di rubare più tempo del previsto a suon di "un altro livello e poi smetto".
L'allievo per questa volta non supera il maestro: ma se per qualche ragione i furry non dovessero andarvi a genio, andare a caccia di Zombie potrebbe essere l'idea vincente.