The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV (Switch) - recensione
L'Avengers: Endgame di Nihon Falcom.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV è un videogioco uscito originariamente in Giappone nel 2018, ma che solo di recente ha raggiunto il suolo internazionale e, infine, la piattaforma ibrida di casa Nintendo.
Il quarto capitolo della saga Trails of Cold Steel coincide con la conclusione dell'arco narrativo dedicato all'Erebonian Empire; gli eventi riprendono direttamente dalla chiusura del gioco precedente, per la precisione due settimane dopo lo scontro finale, lanciando subito nel vivo degli eventi. Per questa ragione, come prevedibile, la lunga presentazione delle prime ore di gioco rischierebbe di risultare criptica per i giocatori che non hanno seguito la serie e, soprattutto, non masticano bene la lingua inglese, essendo il titolo sprovvisto di localizzazione italiana.
Nel menu principale è fortunatamente presente un ricco riassunto/backstory per ciascuno dei titoli della serie, oltre che schede di presentazione e descrizione di ogni personaggio principale, ma si tratta delle nozioni più basilari e indispensabili per la comprensione del contesto, che ovviamente non intendono sostituire la piena esperienza dei singoli videogiochi. La storia si focalizza principalmente sui membri della Classe VII, ma saranno presenti anche tante altre figure, tra vecchie e nuove conoscenze: Trails of Cold Steel IV è, infatti, il titolo della saga con il più ampio roster di personaggi mai visto.
Per tutti i curiosi che si approcceranno a questo capitolo della serie per la prima volta, non intendiamo rovinare in alcun modo l'esperienza anticipando informazioni vitali: va però detto che, anche una volta visti tutti i filmati conclusivi (alcuni dei quali richiedono determinati requisiti per essere sbloccati), il finale lascia chiaramente una porta aperta verso il futuro, lasciando intendere che c'è ancora molto da scoprire e che alcune "grandi forze in movimento" sono ancora più attive che mai.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV è un tradizionale, tradizionalissimo JRPG con combattimenti a turni e, proprio come per la narrazione, riprende anche gran parte delle meccaniche di gioco e combattimento del titolo precedente, pur se con qualche ribilanciamento e, in generale, miglioramento. Un'idea interessante, che aumenta la sfida e induce all'esplorazione, è stata quella di rendere le mosse speciali Order dei protagonisti più deboli, ma potenziabili una volta recuperati degli scrigni speciali, che attivano delle sfide uniche da affrontare con un party prestabilito.
Un altro esempio di rivisitazione tattica riguarda i nemici, che dovranno subire un maggior numero di danni prima di entrare in status Break, per impedire la comune situazione presente nell'endgame dei titoli predecessori, in cui persino i boss finivano spesso e volentieri sconfitti senza che avessero possibilità di eseguire una singola azione in combattimento: nel caso specifico di questo tipo di nemici, infatti, la barra Break sarà ripristinata dopo un certo numero di danni subiti, proprio per impedire il permastun.
Stesso dicasi per le sezioni di combattimento su mecha, decisamente sottotono in passato, ma che adesso richiedono maggiore impegno da parte del giocatore e rendono l'uso degli oggetti finalmente di rilievo durante questo tipo di battaglia, proprio in prospettiva di un approccio meno "ignorante" e più strategico.
Ovviamente non mancano exploit per spingere il titolo al suo limite, trattandosi comunque di una produzione di stampo classico, in cui il sano e sempreverde farming compulsivo rende presto o tardi qualunque personaggio più vicino a un semidio che a un mortale di carne e ossa, ma in linea di massima si percepisce l'impegno, da parte di Falcom, di costruire un'esperienza videloudica tecnicamente superiore e non una semplice copia carbone di quanto visto in passato.
I nuovi minigiochi sono divertenti e aggiungono longevità a un prodotto già estremamente ricco di contenuto: per gli appassionati di poker e blackjack, c'è un forte rischio di equiparare le decine (e decine) di ore necessarie per la conclusione della campagna a quelle passate con la testa china sulle carte da gioco. Non può ovviamente mancare il fanservice, presente in forma "elegante", con rimandi a temi musicali classici della serie e che colpiranno duramente il cuoricino dei fan fedeli e di vecchia data, così come con l'insostituibile sistema di bonding e appuntamento con le numerosissime fanciulle del cast.
La sensazione, come già accaduto in passato, è quella di voler fare il più possibile con il poco a disposizione, con risultati altalenanti: si è preferito dare maggior spazio a eventi triviali e slice of life, più semplici da realizzare e scrivere ma ottimi per far "passare il tempo", piuttosto che approfondire meglio determinati personaggi e aspetti della storia più seriosi. Si arriva quindi al paradosso, in cui a titolo concluso sembra di aver giocato troppo e, contemporaneamente, troppo poco, quando con lo stesso volume di quest, trama e attività secondarie si sarebbero potuti realizzare due giochi completi, forse meno longevi, ma sicuramente più densi e centrati nella narrazione.
Questa edizione del gioco prende il meglio dalla possibilità, offerta da Nintendo Switch, di proseguire la propria partita in modalità portatile: vista la notevole durata del titolo e la grande mole di missioni e attività opzionali, avere Trails of Cold Steel IV a portata di mano in - quasi - ogni momento della giornata può davvero fare la differenza; inoltre, anche per via del comparto grafico decisamente non all'ultimo grido, anche le prestazioni software risultano sempre stabili, attestandosi sui 30fps in quasi ogni zona del gioco.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV è l'ennesima produzione di Falcom traboccante di buone idee, personaggi interessanti e un worldbuilding solidissimo e spesso, ma che si scontra con la dura verità di un budget limitato che azzoppa il livello produttivo e, in generale, la varietà dell'esperienza sul puro versante ludico: un validissimo JRPG, ambasciatore di un genere ormai in via d'estinzione nella sua forma più pura, che porta a conclusione una delle saghe videoludiche forse non più conosciute al mondo, ma senza dubbio meritevole di maggiore attenzione per il proprio coraggio di "non cambiare".