The Legend of Zelda brulica di mitologia celtica - articolo
Epona è la chiave di tutto.
"C'è un motivo per cui Link si veste sempre in verde."
La mitologia celtica è leggermente differente dalla sua controparte Greca, Norrena ed Egizia. Nonostante siano presenti delle divinità anche nel pantheon Celtico, il folclore e i racconti che hanno attraversato i secoli si concentrano più sulle gesta di eroi ed eroine piuttosto che su dei e mostri. Prendete, ad esempio, la leggenda di Re Artù o i mitici racconti irlandesi riguardanti Cú Chulainn (Cucullino): non parlano dei soliti dei onnipotenti ma, piuttosto, di straordinari esseri umani.
La serie di The Legend of Zelda, dal canto suo, si è sempre distinta per uno storytelling che presenta molti punti in comune con la tradizione celtica. Per quanto esistano diverse iterazioni del nostro taciturno eroe vestito di verde, Link viene spesso rappresentato come un giovane ragazzo, incaricato di sconfiggere il malvagio Ganon. Le similitudini tra la saga di Zelda e la mitologia celtica, comunque, non sono solo strutturali.
Molti di voi potrebbero già sapere che Epona, il leggendario destriero di Link, prende il suo nome dalla dea celtica della fertilità, protettrice dei cavalli. Curiosamente, dopo che i Galli sono caduti sotto l'Impero Romano, Epona è stata l'unica divinità celtica ad essere incorporata nel pantheon Romano.
Anche l'etimologia del nome 'Epona' è piuttosto intrigante poiché lo rende ancora più adatto al destriero che abbiamo imparato ad amare. In gallico, Epona si può tradurre in 'grande giumenta' e deriva dalla parola di radice Proto-Indo-Europea (PIE) 'ekwos' che significa, appunto, 'cavallo'.
Quando il linguaggio PIE è stato adottato dai Galli e dai Bretoni, il suono 'kw' di 'ekwos' si è trasformato lentamente in una 'p', in particolare nelle zone del Galles. Perciò, in lingua gallese, troviamo 'epos', invece di 'ekwos'. Siamo quasi arrivati al nome 'Epona'.
La Teonimia, la scienza che studia l'etimologia dei nomi propri attribuiti alle divinità, spiega che, in passato, si utilizzava il suffisso '-on' per i nomi degli esseri divini. Per questo motivo, 'epos' è diventato 'epon' e, dal momento che Epona era una dea, il nome ha assunto la desinenza femminile singolare '-a' della lingua gallica. Eccoci finalmente giunti al nome di 'Epona'.
L'analisi etimologica del nome di Epona è una prima chiave di lettura del collegamento tra Zelda e la mitologia celtica. Le similitudini, comunque, sono molte altre. Nel suo libro 'Fiabe Irlandesi', il poeta W.B. Yeats separa le fate della mitologia irlandese in due categorie distinte: i soldati, che vivono in gruppi e si dimostrano benevolenti nei confronti degli umani, e le fate solitarie, che spesso si dimostrano infide ed imbroglione.
I Minish, sicuramente, fanno parte della prima categoria. La cosa più interessante è che la versione inglese di The Minish Cap è l'unica ad include due diversi nomi per definire questi esserini minuscoli: Picori (il nome con cui i Minish si riferiscono a loro stessi) e Minish (il nome con cui li identificano gli Hylian). Questo, probabilmente, è un riferimento al fatto che esistono diversi tipi di fate, anche all'interno di gruppi più piccoli. Si tratta di qualcosa di molto simile a quanto discusso da Yeats nei suoi trattati sulla mitologia irlandese: possiamo anche avere un nome unico per riferirci alle fate ma non è detto che esso sia onnicomprensivo.
Oltre a questo, è intrigante pensare che il negozio di scarpe di Rem in The Minish Cap sia molto simile a quello descritto nella fiaba 'Gli Gnomi e il Calzolaio' dei Fratelli Grimm che, probabilmente, hanno tratto ispirazione dalle favole irlandesi riguardanti i calzolai Leprechaun e le loro controparti perennemente ubriache, i Clurichaun. In entrambi i casi si tratta di fate solitarie ma i Minish possono vantare caratteristiche di entrambi i gruppi descritti da Yeats. Da una parte abbiamo gli eccentrici Minish di Città mentre dall'altra troviamo la piccola comunità Minish delle Montagne presso il Monte Crenet.
Un altro dettaglio interessante da evidenziare è la relazione tra il punto di contatto con i Minish in Zelda e quello con le fate nella mitologia irlandese classica. Nel primo caso, il portale con il mondo dei Minish si apre poco al di fuori del Castello di Hyrule una volta ogni cento anni. Nel secondo, il punto di contatto è tra il festival di Samhain e quello di Bealtaine, momenti dell'anno in cui è più probabile che si apra un accesso all'altro regno. Questi passaggi liminali verso realtà alternative somigliano parecchio ai passaggi verso l'Otherworld, citati spesso nella mitologia celtica. Ci arriveremo più tardi.
I Minish sono fantastici ma le fate più interessanti, tra quelle apparse nella serie di Zelda, sono sicuramente i Bambini Perduti. Molte delle fate solitarie, nel folclore irlandese, sono associate ai rapimenti dei bambini, durante i quali sostituiscono i neonati con un altro tipo di fata conosciuta col nome di Changeling. La prima volta che Navi incontra un Bambino Perduto nelle Foreste di Ocarina of Time, esclama: "un Bambino Perduto: è questo che succede ai bambini che si addentrano nelle foreste? Sembra proprio che non gli piacciano gli adulti". Se Link torna nella Foresta da adulto, il Bambino Perduto gli lancerà degli aghi utilizzando lo stesso flauto su cui Link gli aveva insegnato a suonare la Canzone di Saria, nei primi momenti del gioco.
In Majora's Mask, il Bambino Perduto viene cacciato da Termina perché gli abitanti della città e i Quattro Giganti sono stanchi delle sue continue furfanterie. Cose simili accadono ovunque appaia una fata solitaria. In The Witcher 3, ad esempio, ci sono i godlings che causano guai con i bambini ma possono essere un flagello anche per gli adulti. La cosa più interessante è che il Bambino Perduto di Majora's Mask sembra essere lo stesso della Foresta di Ocarina of Time, dato che, alla vista di Link esclama: "Eh-hee-hee... hai lo stesso odore di quel ragazzino che mi ha insegnato a suonare una canzone nei boschi."
Quando arriviamo a Twilight Princess, invece, il Bambino Perduto è diventato un burlone di prim'ordine. Mentre guida Link alla posizione della Master Sword, lo costringe a giocare a nascondino con lui. Dopo averlo trovato diverse volte, finalmente si convince a portare Link alla spada. Successivamente, il Bambino Perduto suonerà la Canzone di Saria, sulla via verso il Tempio del Tempo, facendo capire al giocatore che si tratta della stessa fata incontrata nelle Foreste di Ocarina of Time.
Oltre alle origini etimologiche del nome di Epona e alla presenza di vari tipi di fate nel mondo di Zelda, anche gli abitanti di Hyrule provengono direttamente dalla mitologia celtica. Per darvi un contesto: gli Hylian sono una razza di esseri viventi pregni di energia magica che abita nei cieli, al fianco della dea Hylia, dopo che il loro luogo di nascita (la Superficie, ora chiama Hyrule), è stato razziato dalle forze del male. Hanno chiamato la loro nuova casa Skyhold e hanno gradualmente perso le loro abilità magiche nel corso dei millenni, prima di tornare (in qualche modo) alla loro terra di origine.
Facendo riferimento ad un poema del Lebor Gabála Érenn (l'equivalente irlandese dell'Edda in Prosa e dell'Edda Poetica della mitologia norrena), è possibile trovare un passaggio che parla dei Tuatha Dé Danann, un'antica razza di esseri magici immortali che condividono una storia incredibilmente simile agli Hylian di Zelda:
"It is God who suffered them, though He restrained them
they landed with horror, with lofty deed,
in their cloud of mighty combat of spectres,
upon a mountain of Conmaicne of Connacht.
Without distinction to descerning (sic) Ireland,
Without ships, a ruthless course
the truth was not known beneath the sky of stars,
whether they were of heaven or of earth."
"È stato Dio che li ha sofferti, sebbene li abbia trattenuti
sono arrivati con orrore, con elevate azioni,
nella loro nuvola di potenti combattimenti di spettri
su una montagna di Conmaicne of Connacht.
Senza distinzione per l'Irlanda discendente (sic),
senza navi, una rotta spietata
la verità non era conosciuta sotto il cielo di stelle,
se fossero del cielo o della terra."
Secondo il folclore, i Tuatha Dé Danann erano perennemente in guerra con i malvagi Fomori, creature nefaste e demoniache. In 'The Training of Cú Chulainn' di Withley Stokes, un combattente Fomoriano viene descritto come un essere dalle braccia lunghe, muscolose e ripugnanti e dalla statura 'tipica dei demoni'. I mostruosi Fomori, quindi, sono equiparabili ad alcune delle creature che servono il temibile Ganon nella serie di Zelda, in particolare ai Boblin che, oltre condividerne la descrizione, risiedono nelle caverne e nel sottosuolo, proprio come i mostri descritti da Stokes.
Cadence of Hyrule, una delle più recenti iterazioni di Zelda, inoltre, include un'arma chiamata Caladbolg, la quale prende il nome dalla spada brandita da Fergus Mac Roich in un racconto irlandese appartenente al Ciclo dell'Ulster (curiosamente, una spada con lo stesso nome appare anche in alcuni capitoli di Final Fantasy). Ad ogni modo, anche la stessa Master Sword è stata ispirata dalla mitologia celtica. L'idea della Spada nella Roccia, infatti, proviene direttamente dalla leggenda di Re Artù, in cui l'eponimo eroe compie il destino predetto da Merlino, nonostante la giovane età. Questa spada, successivamente, viene rimpiazzata dalla leggendaria Excalibur.
C'è anche un'altra arma molto simile alla Master Sword, nella mitologia irlandese. Si tratta di Claoimh Solais, la Spada della Luce. Quest'ultima è molto spesso associata alla spada brandita da Cú Chulainn, conosciuta come Cruadín Catuchenn, che rappresenta una delle leggendarie armi ammazza-dei dell'Irlanda classica. Solitamente, gli eroi devono completare tre diverse prove prima di ottenere la Spada di Luce o, in alcuni casi, una lancia ugualmente potente (vedi Lúg). Queste armi vengono utilizzate per sconfiggere nemici altrimenti invincibili, il che ci ricorda l'obiettivo primario della Master Sword: quello di eliminare avversari potentissimi come Ganondorf o Vaati. La cosa più interessante è che la Lira della Dea, soprattutto nella variante vista in Skyward Sword, è incredibilmente simile a quella di Dagda, chiamata Daur da Bláo o The Oak of Two Blossoms (La Quercia dai due Fiori). A proposito di musica, non dimentichiamoci che in The Wind Waker è presente anche lo slip-jig, un particolare stile musicale tipico irlandese.
Tutto ciò che vi abbiamo appena descritto collega chiaramente il mondo di Zelda con quello della mitologia celtica. Tuttavia, c'è un'altra, fortissima similitudine che trascende tutte le altre. Nella mitologia irlandese, i Tuatha Dé Danann si rifugiano in un posto chiamato Otherworld dopo essere stati nuovamente sradicati dalla loro casa, stavolta dai nostri antenati.
Nella mitologia celtica, in generale, esistono diversi Otherworld. Nelle ballate gallesi si può incontrare Annwn mentre la Excalibur di Re Artù è stata forgiata nelle terre di Avalon. La tradizione popolare irlandese include una serie di Otherworld differenti, tra cui il più famoso, Tír na nÓg, la "Terra dei Giovani". Ad ogni modo, l'Otherworld più interessante da considerare in relazione a Zelda è la meno conosciuta variante irlandese: Tech Duinn che, nel linguaggio antico, si può tradurre in "La Casa dell'Oscuro".
La serie di Zelda, dal canto suo, ospita molteplici Otherworld tra cui Termina (vista in Majora's Mask) o il Reame del Crepuscolo (visto in Twilight Princess). In linea di massima, si tratta di versioni alternative di Hyrule che esistono in dimensioni parallele. La loro esistenza, combinata con il modo in cui Zelda trae evidente ispirazione dalla mitologia celtica, comunque, ci dà la possibilità di approfondire uno degli aspetti più complessi dell'intera saga: la sua sequenza temporale.
Allo stato attuale, la serie di The Legend of Zelda è composta da tre sequenze temporali alternative che esistono parallelamente l'una all'altra. Questi tre mondi includono tutti una differente incarnazione dello stesso eroe, il che potrebbe confondere qualcuno. Tuttavia, tutti gli eroi possono essere uniti nell'insieme ultraterreno in cui credevano i celti: il Tech Duinn nella mitologia irlandese o l'Orbis alius in quella gallica.
Questo particolare Otherworld è quello in cui gli eroi si avventurano dopo essere caduti in battaglia. Nel suo libro 'Hy Brasil: The Metamorphosis of an Island', Barbara Freitag scrive: "si credeva che le anime dei morti viaggiassero fino a Tech Duinn, forse per rimanere lì per sempre o forse prima di raggiungere la loro destinazione finale nell'Otherworld o, ancora, prima di reincarnarsi". I principi alla base dell'Orbis sono molto simili.
È proprio qui che Epona torna in gioco. Il motivo per cui, poco più in alto, abbiamo speso tante parole nella descrizione della relazione tra il nome 'Epona' e la mitologia celtica è che, nella tradizione, Epona è uno psicopompo: una guida che accompagna le anime dei morti nell'oltretomba.
Dal momento che Epona esiste in ciascuna linea temporale, potrebbe darsi che il destriero di Link sia il motivo principale per cui egli possa esistere in tutti i mondi. Epona è la guida all'oltretomba (o all'Otherworld, in questo caso) e, poiché in Zelda appaiono diversi Otherworld, è altamente probabile che esista anche una versione del Tech Duinn, tra essi. Quest'idea viene corroborata particolarmente in Breath of the Wild in cui ci si riferisce a Link come a "l'Eroe che si è sacrificato per la Principessa" o a "l'Eroe che si è risvegliato da un Lungo Sonno". Non è azzardato interpretare tutto ciò come un sacrificio avvenuto in un reame e la reincarnazione in un altro.
La serie di Zelda brulica di riferimenti alla mitologia celtica, al punto che guardare la serie attraverso la lente delle leggende celtiche potrebbe aiutare a capire alcuni dei suoi passaggi più intricati. Non vogliamo dire che sia interamente basata sulla mitologia celtica: ci sono anche profonde influenze delle leggende norrene, egizie e Shintoiste oltre a una pletora di riferimenti ad altre religioni. Ad ogni modo, la mitologia celtica sembra essere la chiave per sbrogliare il groviglio di misteri che giace nel cuore di The Legend of Zelda. C'è molto di più in comune, tra le due cose, del solo nome di Epona.