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The Legend of Zelda: Tri Force Heroes - recensione

L'unione fa la Tri-forza.

Iniziare la recensione di un gioco della serie The Legend of Zelda non è mai facile. Dando per scontato che il 99% di voi che state leggendo (e del resto del pianeta) conosca alla perfezione questa saga, cosa dire che non sia già stato detto e ridetto? Forse che questo Tri Force Heroes appartiene ad un universo parallelo a quello di Hyrule in cui non esiste un solo Link che passa le sue giornate a salvare la bella principessa Zelda dalle grinfie di Ganondorf?

Il mondo di Triforce Heroes esiste su un piano alternativo, un piano in cui domina sempre il contrasto tra luce e oscurità, ma nel quale c'è spazio anche per altre cose molto più frivole come... come, la moda. Ok, a questo punto vedo sulle vostre teste un bel punto interrogativo in stile Hideo Kojima, mi affretto a spiegarvi.

La storia che fa da premessa a questo ennesimo episodio di Zelda (il diciottesimo, se non ricordo male) è COMPLETAMENTE diversa dal solito: nel regno di Hytopia gli abitanti sono letteralmente ossessionati dalla moda, al punto che la principessa Styla è ingenuamente caduta vittima di un sortilegio recapitatole sotto forma di ennesimo regalo modaiolo. La maledizione in questione è di quelle che si fa fatica a raccontare: Styla è costretta ad indossare un orribile tutina nera invece dei suoi sgargianti costumini.

Questo è uno dei costumi che potrete indossare nel gioco e vi permetterà di utilizzare un devastante attacco rotante.

Il padre della principessa, Re Tuft è distrutto dalla vicenda e decide di assoldare un vero eroe per far sì che la maledizione venga spezzata. Solo chi si dimostrerà degno di tale fama potrà aspirare alla gloria e per dimostrarsi degno c'è un solo modo: essere all'ultima moda, indossare una bella tunica verde, avere capelli fluenti e delle orecchie a punta segno di nobile casato.

La descrizione vi ricorda qualcosa? Esattamente, l'eroe in questione altri non è che il nostro caro Link, anzi TRE Link. Sì, perché per superare i nemici e i trabocchetti ideati per l'ennesima volta dagli sviluppatori non basta un solo protagonista, serve un trittico di aitanti giovincelli capaci di collaborare tra loro per raggiungere l'obiettivo finale.

Ogni singolo elemento di The Legend of Zelda: Tri Force Heroes è stato pensato e disegnato per essere esplorato, combattuto e risolto da tre protagonisti, siano essi controllati da un solo giocatore o da tre . Le terre chiamate Drablands fanno da sfondo alle vostre avventure, scandite da una serie di mini-dungeon pieni zeppi di nemici ma soprattutto di enigmi da risolvere.

Togliamoci subito il pensiero: Tri Force Heroes può tranquillamente essere giocato in singolo e alla fine anche in solitaria non è male, abbastanza divertente e impegnativo a patto che non ci si aspetti uno Zelda classico. Enigmi, puzzle e trabocchetti vanno affrontati passando da un Link all'altro tramite il touch screen del 3DS, ma va detto che in modalità single player il Link originale è uno solo, gli altri due sono dei cloni da utilizzare come vi verrà spiegato all'inizio del gioco.

All'interno di ogni labirinto si deve fare in modo di muovere i singoli protagonisti nel modo giusto per raggiungere i vari obiettivi, ma questo spesso comporterà l'utilizzo dei Totem, ovvero la sovrapposizione di due o tre Link in posizione verticale. Grazie a questa abilità è possibile raggiungere posizioni elevate, attivare interruttori altrimenti irraggiungibili e così via. Occhio però perché fatta eccezione per i primi livelli, nella maggior parte dei casi la soluzione non sarà così immediata e spesso riuscire a posizionare i Link come si vuole non è cosa facile.

A "complicare" (in maniera positiva, fortunatamente) le cose intervengono poi i costumi. Vi avevo detto all'inizio che questo è un gioco che fa della moda uno dei suoi fili conduttori, giusto? Ebbene, nel corso del gioco verrete in possesso di una miriade di travestimenti, che oltre a far sembrare Link e i suoi fratelli più ridicoli del solito doneranno ai tre i più disparati poteri, in maniera simile a quanto avveniva con le maschere di Majora's Mask.

Qualche esempio? Andiamo da quelli più semplici come la Tunica Classica che sblocca un pezzo storico della colonna sonora alla Tri-Tuta, che assomiglia ai costumini dei Power Rangers e garantisce (nel caso se ne possiedano tre) un potere davvero unico al Totem. C'è poi l'Abito Leggendario, ovvero quello della Principessa Zelda che oltre a far cambiare sponda al nostro eroe garantisce un drop di cuori nettamente maggiore.

Si potrebbe andare avanti un bel po', ma lascio a voi il piacere e l'onere di trovare e sbloccare tutti i costumi del gioco. Ottenere questi bonus non è automatico, anzi per poter accedere ai più rari e potenti dovrete darvi un bel po' da fare perché per la prima volta nella serie Zelda fa la sua comparsa il concetto di "loot". Nei vari livelli potrete ottenere un numero variabile di materiali, grazie ai quali cucire o forgiare i differenti costumi.

Non sempre il superamento di un livello vi garantirà il guadagno di tali materiali, quindi in alcuni casi dovrete riprovare e sperare che il drop sia favorevole. Una volta ottenuti gli oggetti desiderati potrete tornare dal sarto di corte e fargli creare il costume grazie al quale intraprendere nuove avventure in modo leggermente differente. Niente male, vero? Una trovata tanto semplice quanto efficace nel dare al giocatore stimoli sempre nuovi per andare avanti.

Non mancano ovviamente i combattimenti, anche se il loro ruolo nelle dinamiche di gioco è leggermente meno importante rispetto ai classici Zelda. Anche quando si affrontano più nemici, cosa abbastanza frequente, è necessario pianificare le proprie mosse perché i tre protagonisti condividono la stessa barra di cuori, quindi lasciare un clone per troppo tempo scoperto significa andare incontro a gravi danni. Ovviamente il discorso non vale in ambito multiplayer, ma su questo torneremo tra poco.

Graficamente questo nuovo capitolo della saga non si discosta molto da quanto visto nel meraviglioso A Link Between Worlds, anche se lo sviluppo dei livelli è abbastanza diverso. Il gioco precedente beneficiava maggiormente di ambientazioni all'aperto, mentre in questo caso sono state bilanciate con quelle "indoor".

Come sempre gli sviluppatori hanno fatto un lavoro egregio nella progettazione dei livelli e paradossalmente la loro bravura si palesa ancora più chiaramente proprio giocando da soli. Ovviamente però, Tri Force Heroes da il meglio di se in multiplayer, proprio come Four Swords e Four Swords Adventures prima di lui.

Le meccaniche di base rimangono le stesse, ma giocare insieme ad un paio di amici innesca una serie di eventi impossibili da vivere in single player, quelli derivanti dalla competizione. Pur essendo un gioco dedicato al coop, infatti, Tri Force Heroes istiga ogni partecipante a dare battaglia per accaparrarsi più bottino possibile prima degli altri... avete presente i picchiaduro a scorrimento dei bei tempi andati come The King of Dragons o Knights of the Round? Stessa cosa, ma in 3D e in puro Zelda Style, quindi via di caccia alle rupie.

Istigazioni a delinquere a parte, una volta iniziato il gioco si capisce quasi subito di essere di fronte ad un'esperienza diversa da quelle vissute finora nelle terre di Hyrule. Per certi versi dovrete gettare alle ortiche quanto "imparato" fino a questo momento in favore di un approccio più dinamico e collaborativo.

È divertente darsi battaglia per il bottino, ma non andrete assolutamente da nessuna parte se non imparerete a collaborare per attivare quel dannato switch o per prendere quel boss alle spalle. Un Link da solo non va da nessuna parte sensa gli altri due quindi fate in modo di cambiare la vostra mentalità da avventurieri solitari prima di avventurarvi nel multiplayer di The Legend of Zelda: Tri Force Heroes.

Il sistema di icone che vedete sullo schermo inferiore consente di comunicare con gli altri Link per dare ordini e suggerimenti.

Se riuscirete in questa trasformazione, cosa decisamente facile e immediata, vi ritroverete tra le mani un titolo fatto di puro divertimento, specie se giocato in tre. Gli enigmi diventeranno meno macchinosi dal punto di vista tecnico, ma probabilmente daranno vita a rissosi siparietti tra voi e i vostri amici. I combattimenti si faranno più accesi e sarà proprio in questi ultimi che si vedrà la tempra del gruppo.

Purtroppo non esiste alcun tipo di comunicazione vocale tra i giocatori, cosa che avrebbe sicuramente giovato in un gioco del genere. Nintendo ha tamponato tale prevedibile mancanza con un sistema di icone, selezionabili sullo schermo inferiore del 3DS, che consente di visualizzare semplici ordini o suggerimenti su schermo.

Tale sistema funziona in alcuni casi, mentre in altri crea un po' di confusione, ma in generale l'esperienza di gioco non viene inficiata più di tanto, anzi le suddette icone spesso creano situazioni buffe e divertenti.

Un'avventura dall'anima spiccatamente umoristica quindi, per molti ma forse non per tutti. Chi pensava di trovarsi di fronte ad un capitolo "minore" probabilmente rimarrà piacevolmente stupito dal potenziale di Tri Force Heroes. Approcciatevi a lui da un'angolazione differente dal solito e vedrete che ne varrà la pena. Nel caso invece stiate cercando uno Zelda classico e non siate avvezzi alle avventure in multiplayer, l'ultimo nato in casa Nintendo non fa per voi.

8 / 10