Skip to main content

The Legend of Zelda: Triforce Heroes - prova

Tre Link sono meglio di uno?

Per uno Zelda che sparisce, un altro compare dal nulla inaspettato. Dato ormai per disperso il capitolo per Wii U, le attenzioni degli amanti di Hyrule si volgono rapidamente verso la console portatile di Nintendo e The Legend of Zelda: Triforce Heroes, spin-off dedicato al multiplayer che promette di offrire qualcosa di simile, e insieme diverso, all'apprezzato Four Swords.

Abbiamo provato in anteprima a ficcanasare in un dungeon di quest'avventura insieme ad altri due compagni di giochi e la prima cosa che abbiamo notato è stata l'importanza della comunicazione, veramente indispensabile per concertare l'azione con gli altri due colleghi della stampa coi quali subito abbiamo iniziato a suggerirci (ora cortesemente, ora tra urla divertite) soluzioni per i puzzle e strategie per superare i punti più ostici.

Difficile immaginare una situazione migliore al gioco in multiplayer locale proprio per esaltare il dialogo tra i giocatori: tre amici sul divano potranno dare il via a lunghe e divertenti serate ma cosa succede se siamo privi di conoscenti appassionati di videogiochi nei paraggi?

Ogni abito porta con sé una qualche abilità speciale: il samurai lo spin attack per esempio, mentre quello da Zelda aumenta i cuori.

Succede, in perfetto e anacronistico stile Nintendo, che potremo selezionare alcuni messaggi preimpostati per dare semplici indicazioni ai compagni di giochi online, un sistema che funziona fino a un certo punto e che non può chiaramente essere considerato efficace come una chat vocale. Secondo voi c'è la chat vocale? Ecco.

Ma mettiamo da parte la questione del travagliato rapporto tra Nintendo e internet e torniamo a bomba sul gameplay di Triforce Heroes per scoprire una fondamentale caratteristica che sembra volerlo differenziare sensibilmente da Four Swords: qua si collabora sul serio.

Dopo avere raccolto e lanciato i nostri compagni di squadra un paio di volte, abbiamo capito che non era il caso e che Nintendo ha deciso di deviare dal suo solito multiplayer competitivo mascherato da co-op, e puntare tutto (o quasi, via) sulla cooperazione tra i giocatori.

I tre Link sono ancora tre entità distinte ma si uniscono a formare una specie di torre per risolvere i puzzle ambientali e avere ragione di alcuni nemici, una meccanica che è parsa dominare il gameplay (almeno quello della demo provata) e che speriamo non venga però abusata nell'insieme.

Quando si è in modalità torre, il Link alla base ha l'arduo compito di portare a spasso gli altri due senza farsi prendere dal panico e lanciarli via, e soprattutto deve sapersi posizionare abilmente e in fretta così da permettere a quello in cima di scagliare le sue frecce contro l'interruttore o il nemico del caso.

A rendere varia l'azione troviamo dei potenziamenti speciali che affidano al nostro Link degli oggetti dai poteri particolari chiaramente a tema, come la staffa che genera un piccolo vortice di vento o il boomerang che acchiappa oggetti e giocatori. Fondamentale sarà anche la scelta dell'abito, che in Triforce Heroes garantisce delle abilità ai giocatori (c'è quello da gatto, quello da Zelda, quello da samurai, quello da bomba e altri ancora).

La meccanica della torre di Link è alla base di molti puzzle nel gioco, speriamo non diventi stantia dopo qualche ora.

Proprio i vestiti giocano un ruolo particolare perché possono essere creati utilizzando i materiali recuperati nei dungeon, una meccanica di crafting che nelle intenzioni degli sviluppatori vuole rispecchiare la progressione del giocatore con la ricchezza del suo guardaroba, e invogliarlo a rigiocare per andare a caccia di preziosi componenti.

The Legend of Zelda: Triforce Heroes è dunque un gioco che punta tutto sul multiplayer cooperativo, senza però mettere completamente da parte quel pizzico di competitività che mantiene frizzanti le partite (i materiali raccolti non sono condivisi), ma cosa succede se si gioca da soli?

Vista la necessità di avere per forza tre Link in gioco per risolvere i puzzle, in solitaria si possono controllare due sagome e spedirle dove serve. Funziona ma chiaramente è meglio essere in compagnia.

Previsto entro la fine del 2015, Triforce Heroes offre alcuni spunti interessanti e un gameplay ragionato ma con spazio all'azione, e in tre è molto divertente. Il suo punto debole appare fin da subito il ridimensionamento dell'esperienza quando non si hanno a disposizione due amici con cui giocare in multiplayer locale, anche se va detto che chiaramente non possiamo sbilanciarci in giudizi dopo averlo provato per poco tempo e in una situazione caotica come lo showfloor dell'E3.