The Light Keeps Us Safe - prova
Ricaricate le torce, l'apocalisse robot è alle porte.
Il destino nel nome. Perché chiamarsi Big Robot, avere alle spalle due giochi come Sir, You Are Being Hunted e The Signal From Tolva e aver recentemente lanciato in Early Access su Steam, The Light Keeps Us Safe, fa inevitabilmente pensare. Jim Rossignol e soci sembrano essere alle prese con una passione non comune, quasi una sorta di ossessione per delle figure da sempre centrali nella fantascienza. Una sorta di fissa per tutto ciò che tra rumori metallici, IA sopraffine e strani bip elettronici sa dimostrarsi molto più terrificante di ciò che ci si potrebbe aspettare.
Se The Signal From Tolva ci aveva mostrato un particolare lato della fantascienza in cui i robot potevano rivelarsi anche dei fidi alleati, The Light Keeps Us Safe si rivela in un certo senso un ritorno al passato e a una impostazione che strizza l'occhio ad alcuni aspetti della prima opera davvero nota della software house. Seguendo la strada dell'accesso anticipato proprio come successo per Sir, You Are Being Hunted, gli sviluppatori hanno lanciato quello che può in un certo senso essere definito lo scheletro di un curioso mix di elementi che vira soprattutto verso lo stealth e verso atmosfere, in certe situazioni, vicine all'horror.
Ma nonostante una tensione a tratti decisamente palpabile e dei nemici a conti fatti invincibili (proprio come accade in molti survival horror che hanno seguito il filone di Amnesia: The Dark Descent), non dobbiamo commettere l'errore di etichettare troppo in fretta un gioco quanto meno peculiare. Perché per quanto ci siano risorse da raccogliere e cibo e medicine da sfruttare anche la classificazione come survival sarebbe inadatta. Partiamo quindi da una certezza: l'ambientazione e la trama di fondo sono perfettamente in linea con alcuni capisaldi del post-apocalittico.
Un cielo ormai perennemente spento e avvolto nella quasi totale oscurità, un mondo di gioco spoglio, di cui rimangono mefitiche paludi che sprigionano gas nauseabondi e velenosi e le rovine di una civiltà che sembra ormai lontana anni luce. Poi loro, quei robot che con un disumano gracchiare metallico e gli incessanti e inquietanti bip ormai dominano la superficie. A dividerci da tutto questo un ultimo baluardo, un bunker che è stato la casa del nostro alter ego per fin troppo tempo ma che ormai non può più sostentarci. È arrivato il momento di uscire allo scoperto e di cercare un modo per andarcene nella "luce", proprio come tutti gli altri.
Cosa sia questa fantomatica "luce" è un assoluto mistero ma le parole di una altrettanto misteriosa voce femminile che ci accoglie all'interno del mondo di gioco sembrano delinearla come una sorta di via di fuga, che per un motivo o per l'altro il nostro alter ego non ha sfruttato in precedenza. Un vero e proprio grattacapo, esattamente come la strana macchina che sorpassiamo poco prima di tuffarci nel mondo esterno e che necessita un carburante inizialmente non precisato ma poi individuabile proprio all'esterno del bunker. Sicuramente i mesi e lo sviluppo del titolo aiuteranno a far luce su un comparto narrativo che difficilmente sarà un fulcro di The Light Keeps Us Safe ma che, come promesso dagli sviluppatori stessi, si amplierà e diventerà progressivamente più complesso e interessante.
Narrativamente non sappiamo molto altro al di là del carburante che alimenta la strana macchina ospitata dal bunker. Ovviamente non vi sveleremo questo dettaglio in questa prova perché il senso di scoperta è uno dei pregi più evidenti di questo primo contatto con l'ultima fatica di Big Robot. Uscire all'esterno senza sapere cosa aspettarsi (anche a causa di una generazione procedurale la cui qualità è però tutta da testare sul lungo periodo), muovendo i primi passi incerti alla ricerca di materiali e di un carburante di cui non sappiamo nulla trasmette sensazioni che quanto meno speravamo. Non certo paura ma una tensione molto adatta a delle atmosfere cupe come quelle tratteggiate da Rossignol e soci. E quando vedrete un robot aracnoide puntare il proprio occhio luminoso verso il cielo e sentirete il suo inquietante ululato metallico non potrete che fuggire a gambe levate con il cuore in gola.
Che cos'è esattamente il carburante di cui abbiamo bisogno? Qual è l'aspetto dei robot? Ma soprattutto: cosa può la nostra strana torcia contro questi obbrobri meccanici? È proprio questo particolare marchingegno la luce che ci mantiene al sicuro di fronte a delle macchine altrimenti pronte a farci la pelle senza alcuna pietà. Si parte con un fascio di luce in grado di bloccare alcune torrette o di stordire leggermente dei particolari droni sferici che pattugliano la zona ma raccogliendo un numero sufficiente di componenti potremo progressivamente migliorare la torcia fino a ottenere altre tipologie di luce in grado di introdurre nuovi approcci ai nemici o ai puzzle ambientali e soprattutto di sbloccare aree in precedenza impossibili da raggiungere.
Il gameplay si divide soprattutto tra un'anima stealth e una esplorativa in prima persona e si basa evidentemente sulla torcia e sul suo miglioramento. Il drone sferico leggermente stordito dalla luce base? Colpitelo con il secondo tipo di raggio e lo vedrete fuggire quasi terrorizzato per alcuni secondi prima di resettarsi e tornare a pattugliare la zona. Ma come detto una nuova luce è anche sinonimo di nuovi puzzle, con la possibilità di caricare delle particolari sfere in grado di disattivare trappole o ostacoli di varia natura, o ancora una luce in grado di rivelare percorsi completamente invisibili a occhio nudo.
Per il resto l'esperienza di gioco di The Light Keeps Us Safe è soprattutto legata al sopravvivere fino a quando non si ottiene un numero sufficiente di componenti per migliorare la torcia e un discreto quantitativo di carburante da riportare nel bunker iniziale. Una sopravvivenza che si fonda principalmente sullo stealth e sul tenere d'occhio tre indicatori principali: salute, stamina e batteria della torcia. La salute e la stamina (il cui valore massimo diminuisce gradualmente mentre si esplora il mondo di gioco correndo) possono essere riportate a valori stabili sfruttando cibo e kit medici sparsi per la mappa mentre la batteria della torcia può essere ricaricata solamente in stazioni dedicate presenti all'interno del bunker, non appena usciti all'esterno e ancora in aree particolarmente importanti della mappa. Una scelta particolare, che vuole sicuramente trasmettere una certa ansia e tensione legata alla perdita di quell'oggetto che a conti fatti è l'unica vera ancora di salvezza nelle situazioni più disperate al di là di una fuga non sempre effettivamente realizzabile.
Come ogni Early Access anche questo The Light Keeps Us Safe vive di luci, ombre e soprattutto promesse. Le atmosfere sono già riuscitissime grazie a un comparto grafico che sfrutta sapientemente un setting quasi perennemente avvolto nelle ombre e che gestisce in maniera eccellente l'illuminazione, vero e proprio fiore all'occhiello tecnico della produzione insieme a un comparto audio che colpisce nel segno grazie ai rumori indecifrabili delle macchine che spezzano il silenzio di un mondo di gioco in cui l'uomo sembra ormai fuori posto.
Ma d'altro canto le incertezze non mancano di certo, anzi. Il gameplay è per ora molto basilare, i robot vanno probabilmente resi ancora più letali con una IA più sapiente e complessa e in generale c'è bisogno di maggiore varietà. Una varietà che attualmente è almeno in parte in difetto anche se è scontato che sia così vista la natura da Early Access di un gioco la cui crescita sembra comunque molto promettente considerando che il fascino generale e le basi sono già presenti e tutto sommato solide.
Nuovi nemici, nuove tipologie di luce con cui migliorare la nostra torcia, nuove aree, puzzle più vari tra i quali vengono citate situazioni di gioco che sfruttano l'elettricità, l'introduzione di malattie e allucinazioni e ancora nuovi elementi narrativi che sicuramente si legheranno a doppio filo alla macchina, a ciò che è successo al mondo di gioco e molto probabilmente al misterioso boss finale, il cui solo annuncio ci incuriosisce non poco. La strada da percorrere è ancora lunga ma il potenziale e le idee sembrerebbero essere quanto meno al posto giusto. Basteranno per dare vita a un nuovo tassello nella crescita del team di Big Robot?