Skip to main content

The Magic Circle - recensione

Sviluppare un videogioco? Diamo inizio all'incubo.

Sono anni pieni di opportunità per tantissimi sviluppatori e sia su console che su PC c'è sempre più spazio per qualsiasi tipo di produzione, dal blockbuster degno del migliore Michael Bay all'opera più intima e delicata, figlia di una storia personalissima o di tematiche che troppo spesso vengono ignorate in nome della malaugurata idea che il videogioco non debba mai e poi mai far pensare ma solo sfogare, strapparci un sorriso e permetterci di dimostrare le nostre abilità in una guerra, seppur virtuale, con il prossimo.

Le possibilità sono quindi moltissime e non trovare un pubblico anche limitato per un'idea degna di questo nome sembra un rischio ormai scongiurato. Poi ci si ferma un attimo a pensare e ci si chiede se sia davvero tutto così semplice per uno sviluppatore e la domanda che inevitabilmente ci si pone è: bastano un'idea originale e la giusta dose di talento? È sufficiente dare uno sguardo al passato stesso del mondo dei videogiochi per rendersi conto che gli sviluppatori devono costantemente gestire una mole di rischi impressionante e che scivolare sulla proverbiale buccia di banana in fondo non è una cosa così impossibile, anzi.

Ci sono storie che non sembrano poter avere un lieto fine e The Magic Circle pare a tutti gli effetti appartenere a questo particolare gruppo. Il gioco in questione è arrivato su Steam nel luglio del 2015 e ora sbarca su PS4 per deliziare anche gli utenti console con un argomento tanto ovvio quanto originale e per nulla scontato: lo sviluppo di un videogame.

Gli sviluppatori principali di The Magic Circle interverranno direttamente nella nostra avventura con aneddoti sempre arguti e interessanti sui problemi che affliggono la creazione di un videogioco.

Ci sono le piccole produzioni indie piene di originalità, quei titoli che toccano le corde più emotive dei giocatori, gli AAA spettacolari e ricchi di azione cinematografica e poi c'è The Magic Circle. L'opera del guru Ishmael Gilder è un remake di un'avventura testuale tanto atteso quanto bloccato nel cosiddetto "development hell", una situazione che in questo caso va avanti da circa vent'anni. Chi vogliamo prendere in giro? Questo gioco sembra a tutti gli effetti un vaporware e apparentemente nulla è in grado di smuovere uno sviluppo incagliato tra incomprensioni, ambizioni irrealizzabili e il più semplice egocentrismo.

Quale sarà il nostro ruolo in tutto ciò? Andremo a vestire i panni di uno dei tanti tester che sta provando una demo del gioco che dovrà essere presentata all'E4 (non chiedeteci il significato della quarta E), un individuo apparentemente insignificante che, tuttavia, una volta terminata la demo si ritroverà immischiato in qualcosa d'inimmaginabile. Come avrete intuito Ish Gilder non è una persona reale e il The Magic Circle accennato in precedenza è a tutti gli effetti il vero protagonista di questo particolare titolo sviluppato dal team di Question (che può contare su ex sviluppatori di nomi di un certo rilievo come BioShock, Deus Ex e Thief).

Senza entrare troppo nei dettagli, dato che la trama è il piatto forte dell'intera esperienza, possiamo confermarvi che da questo punto di vista ci troviamo di fronte a una produzione davvero ispirata, un videogioco che parla di un altro videogioco e che lo fa in maniera estremamente efficace. La storia è interessante, scritta in maniera eccelsa e ricca di uno humour che saprà strapparvi più di qualche sorriso.

Intrappolando un oggetto o una creatura potremo modificarne l'atteggiamento ma anche le resistenze e le abilità. Si tratta di un'idea molto originale anche se non sempre bilanciata al meglio.

L'opera di Gildesh è un prodotto che ormai ha tutta l'aria del fallimento e dalla nostra posizione privilegiata avremo la possibilità di capire effettivamente cosa sia andato storto nel corso di questi anni di sviluppo. The Magic Circle è una storia che ci porta nel dietro le quinte della creazione di un videogame, che analizza il difficile rapporto che s'instaura tra il creativo e il suo pubblico, che si crea all'interno di un team di sviluppatori costantemente diviso tra la necessità di creare un'opera davvero fantastica e ambiziosa e il ricordarsi che alla fine del mese bisognerà pagare le bollette e che i fondi ormai scarseggiano da diverso tempo. Creare un videogame può essere un vero e proprio incubo ma noi videogiocatori saremo anche in grado di divertirci entrando nei meandri più nascosti dell'opera di Ish Gilder.

Per dei motivi che non staremo a spiegarvi, sempre per il forte rischio di incappare in spoiler indesiderati, ci troveremo sostanzialmente liberi all'interno di questo vaporware e avremo l'abilità di manipolare direttamente alcuni oggetti o alcune creature. Una misteriosa entità nascosta all'interno del mondo di The Magic Circle ci ha, infatti, garantito un potere davvero fuori dal comune che cambia completamente le regole del gioco e che si rivela il pilastro portante delle 5-6 ore di gameplay necessarie per ammirare i titoli di coda. Il titolo creato da Question è un'avventura in prima persona all'interno di una mappa sandbox che ci metterà di fronte a una manciata di obiettivi e di puzzle che starà a noi risolvere nonostante la mancanza di qualsivoglia indizio.

Dovremo anche affrontare dei nemici e per sopravvivere non potremo affidarci ad alcun tipo di attacco diretto. L'unica soluzione sarà sfruttare delle creature e degli oggetti che saremo in grado di catturare e modificare. Quando ci troveremo di fronte a un elemento con cui sarà possibile interagire avremo la possibilità di creare una trappola e di entrare direttamente all'interno del suo codice andando a modificare routine di comportamento e abilità. Saremo così in grado di creare dei piccoli eserciti di alleati o di dare vita al "soldato" perfetto unendo capacità diverse.

Il particolare stile grafico adottato si fa ammirare sin dalle prime fasi di gioco.

Avete trovato un lanciafiamme e vorreste sfruttare il suo getto di fuoco su un urlatore (una sorta di segugio)? Togliete l'abilità dal primo elemento e aggiungetela al secondo senza troppi patemi. Questa è una meccanica davvero originale che stupisce per il ventaglio di opportunità sfruttabili all'interno della mappa di gioco. Il sistema di cattura e modifica si rivela il fulcro portante del gameplay ed è quindi un peccato che avvicinandosi alle ultime fasi di gioco ci si renda conto che l'utilizzo di una particolare combinazione di abilità garantisce quasi sempre il successo.

Si tratta di un problema tutto sommato impercettibile ma, in questo senso, una sorta di limitazione di certe abilità o resistenze avrebbe garantito ancora più divertimento e soprattutto aumentato considerevolmente il piacere della scoperta e dell'improvvisazione. Se pensate che il gameplay si fermi tutto qui, in ogni caso, rimarrete piacevolmente sorpresi dalle meccaniche che verranno proposte in concomitanza ad alcuni nodi cruciali della trama, delle meccaniche che ancora una volta evidenziano l'originalità di quest'opera.

Analizzando il comparto tecnico non si può negare il fatto che il lavoro svolto da Question sia lontano dalla perfezione. Al di là della grafica, tutto sommato funzionale al contesto proposto, ci sono dei problemi dal punto di vista del frame rate assolutamente ingiustificati che, per quanto non troppo fastidiosi, fanno sicuramente storcere il naso. Ineccepibile al contrario la colonna sonora curata da Steve Pardo ( Harmonix) e il doppiaggio in lingua inglese, sottotitolato in italiano, che può contare su interpretazioni di assoluto livello a partire da quella di Stephen Russell (Garett nei primi Thief).

La mappa non ci indicherà solo le zone esplorabili e i vari collezionabili ma sarà fondamentale per evocare oggetti e 'alleati'.

The Magic Circle non sarà un gioco perfetto, soprattutto a livello tecnico, ma è un'esperienza estremamente originale, forte di una storia e di una tematica che nonostante il tono scanzonato e ricco di humour farà sicuramente riflettere più di un giocatore. Quanto è difficile sviluppare un videogame? Quanti errori si possono commettere nell'assurdo tentativo di cercare di soddisfare ogni singolo fan? Quanto si è disposti a sacrificare della propria vita personale a causa di un progetto follemente ambizioso? Question ci propone un'avventura che arricchisce la nostra mente, che fa riflettere su ciò che i videogiochi sono diventati e stanno diventando, e che ci ricorda una cosa non da poco: gli sviluppatori sono solo degli esseri umani.

8 / 10