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The Misadventures of P. B. Winterbottom

Una torta cerebrale.

Questo continuerà a ripetere quel movimento all’infinito, mentre il contatore nell’angolo ci dice quante copie abbiamo a disposizione per eseguirlo.

Winterbottom è sorprendentemente fantasioso con i suoi cloni. In alcuni puzzle c’è bisogno di auto-clonarsi per attivare l’altra metà di un’altalena, oppure per azionare una serie di interruttori che rimangono distanti mentre siamo bloccati da tutt’altra parte. Possiamo anche saltare sulla testa dei cloni, usando il cilindro di Winterbottom come piattaforma improvvisata.

I livelli di gioco, soprattutto quelli più avanzati, presentano tutti delle piccole complicazioni. Ci sono stage in cui gli interruttori, le molle e le leve richiedono a Winterbottom uno sforzo strategico in pieno stile Lemmings, e diversi livelli nei quali le torte rimangono in aria e sembrano impossibili da raggiungere, fin quando non si arriva a intuire il segreto subdolo che nasconde quel tipo di level design.

Ci sono momenti in cui le torte appaiono per alcuni secondi per poi scomparire, dopo aver premuto su un interruttore, livelli in cui gli switch debbono essere attivati in sequenza, oppure altri nei quali soltanto i cloni possono interagire con l’ambiente circostante o altri ancora in cui bisogna fare i conti con delle versioni cattivelle di Winterbottom o in cui abbiamo delle limitazioni a livello di tempo di registrazione disponibile.

I livelli maggiormente “vuoti” sono quelli che ci fanno scervellare di più!

La difficoltà sale esponenzialmente con il procedere del gioco e ci sono situazioni in cui Winterbottom non può far altro che morire, con tanto di frustrante immobilismo dei nostri progressi.

La chiave di tutto sta però nel trovare il giusto punto su cui piazzare un clone, anche se in certi casi questa logica di rendere sempre più ardua la soluzione può rendere il tutto piuttosto scoraggiante.

Il livello di sfida si alza sempre di più ma il fatto di riuscire a trovare una via d’uscita in una situazione decisamente complessa può fornire lo stimolo ad accettarlo. Tutto questo si verifica sia nella campagna principale, sia nelle arene in cui il quoziente-torta è legato ancor di più al fattore tempo/cloni utilizzati.

Dopo Braid, dunque, ecco un altro esempio di titoli dal basso costo, ma dalla grande credibilità e con uno spessore che si rivela tanto nelle sfide che il gioco presenta, quanto nel modo fascinoso con cui le propone. Se Braid aveva dato un’anima ai titoli a metà tra un puzzle game e un platform, Winterbottom è in grado di conferire grande personalità a questo nuovo pseudo genere.

8 / 10