The Novelist - review
Tranquilli weekend di tensione.
La vita famigliare non è facile. Esigenze da far combaciare, tempo da dedicare e spazi da ritagliarsi sono all'ordine del giorno, specialmente quando a una coppia si aggiunge un bambino. The Novelist si basa su questa semplice premessa, mettendoci di fronte al nemico più comune e temuto che affrontiamo praticamente tutti i giorni: le scelte.
E di scelte i Kaplan, la famiglia al centro delle vicende di The Novelist, ne hanno davanti parecchie nella tormentata estate che si preparano a vivere. Dan è uno scrittore in un momento difficile della sua carriera, Linda una pittrice preoccupata per la crisi del matrimonio dei due, e il piccolo Timmy sembra avere problemi di introversione e apprendimento. In queste circostanze tutt'altro che rassicuranti, Dan e Linda decidono di staccare la spina e affittare una casa in cui trascorrere le vacanze estive e tentare di risanare le cose che non vanno nella famiglia.
La vacanza dei Kaplan include però un quarto ospite non previsto: un fantasma che infesta la casa scelta, che è anche il personaggio che il giocatore viene chiamato a controllare. Prima di pensare a survival horror o a manifestazioni sovrannaturali, sappiate però che l'entità in questione è benevola e si sforzerà di influenzare le decisioni della famiglia dopo averne appreso i bisogni.
The Novelist è suddiviso in vari capitoli, ciascuno caratterizzato a sua volta da una sezione diurna e una notturna. Nella prima, i tre membri della famiglia Kaplan si dedicheranno alle loro attività: Dan passerà la maggior parte del tempo alla sua macchina da scrivere, Linda con le sue tele e Timmy con i propri giochi e disegni.
"La vacanza dei Kaplan include un fantasma che infesta la casa scelta, che è anche il personaggio controllato dal giocatore"
In questa fase lo scopo è leggere i pensieri dei tre e riuscire ad avvicinarsi quanto basta alle loro spalle per leggerne le memorie e cogliere avvenimenti importanti che metteranno in luce l'evoluzione delle vicende. Dopo aver raccolto abbastanza indizi sia sotto forma di ricordi, sia tramite l'esame degli oggetti (come appunti o disegni) sparsi per la casa, è possibile leggere un'ultima volta i pensieri di ciascun ospite per capire quale sia il suo desiderio del momento.
In qualità di fantasma non saremo comunque invisibili e dovremo fare attenzione a non farci individuare. In caso di avvistamento, il personaggio di turno si spaventerà e non sarà più possibile accontentarlo nel capitolo in corso. Per restare celati torna comoda la capacità di spostarsi da una fonte di luce all'altra e di far tremolare la lampadina in cui ci si trova al momento per distrarre i Kaplan nelle vicinanze.
La fase notturna permette poi di recuperare indizi per capire la storia della casa, che si scoprirà presto essere tanto bella quanto indesiderata proprio a causa della presenza del fantasma. Selezionato l'oggetto che rappresenta il desiderio di uno degli ospiti, in questa fase non c'è che da sussurrare all'orecchio di Dan per assistere all'esito della scelta fatta.
"Ognuno dei tre ha bisogni e desideri ben distinti ma è possibile accontentare solo uno di essi"
Ed è qui che cominciano, o meglio proseguono, i problemi dei Kaplan: ognuno dei tre ha bisogni e desideri ben distinti ma è possibile accontentare solo uno di essi o, se si sono scoperti a fondo i pensieri di tutti, trovare un compromesso con un secondo personaggio. Fatte le dovute scelte, degli intermezzi statici narrati mostrano la conclusione del capitolo e le ripercussioni sulla famiglia.
The Novelist ha il suo punto di forza in questa semplice meccanica, che obbliga a scontentare sempre qualcuno con le relative ripercussioni. Concedere ore di lavoro in più a Dan gli permetterà di rimettere in carreggiata il proprio lavoro, sottraendo però tempo a Linda e Timmy, che dal canto loro si rassegneranno a cenare da soli e a soffrire in altri modi la presenza di marito e padre. Concedere più tempo al bambino lo aiuterà a superare alcuni dei problemi della sua difficile crescita, ma il rapporto tra Dan e Linda rischierà di incrinarsi ulteriormente, e così via.
Il fatto che non ci sia una soluzione perfetta contribuisce a rendere ogni capitolo interessante e a volte perfino struggente. La componente narrativa mette però in secondo piano tutto il resto: come ci si attende da un titolo indie, la grafica si rivela funzionale adattandosi comunque bene ai toni del gioco.
"La spruzzata di componente stealth non è sufficiente a conferire tensione all'esplorazione della casa anche quando i Kaplan sono nelle vicinanze"
Il nodo centrale è però la semplicità del gameplay. La spruzzata di componente stealth non è sufficiente a conferire tensione all'esplorazione della casa anche quando i Kaplan sono nelle vicinanze. Nella maggior parte dei casi bastano pochi secondi di pazienza o il far tremolare una luce per allontanare qualsiasi rischio di venire scoperti, e la possibilità di giocare in una modalità in cui si è totalmente invisibili è praticamente superflua.
La parte più difficile di The Novelist è, in effetti, la scelta in sé: sapere che qualcuno rimarrà deluso in ogni caso porta a lambiccarsi e analizzare la storia dei Kaplan nel suo insieme alla ricerca di un improbabile equilibrio, anche se si è coscienti che non è possibile trovarne uno perfetto.
L'opera di Kent Hudson funziona molto bene da questo punto di vista, e le numerose ramificazioni permettono teoricamente di ripercorrere più volte la storyline per tentare soluzioni diverse. Il sistema perde di efficacia solamente perché i Kaplan risultano molto distaccati da noi durante la loro routine quotidiana, e l'immedesimazione sfuma quasi subito.
Nel gioco non ci si sente mai un vero fantasma ma più che altro una telecamera da muovere il più velocemente possibile alla ricerca di indizi e oggetti tutt'altro che difficili da reperire. Soffermarsi a leggere i vari testi e i disegni, carpirne i significati e le implicazioni, è interessante ma è difficile sentirsi emotivamente coinvolti oltre un certo livello.
Probabilmente chi ha una famiglia dalla composizione simile a quella dei Kaplan si troverà più coinvolto nell'evoluzione della vicenda ma ciò non toglie che siamo di fronte a uno di quei titoli che si sforza talmente tanto di raccontare una storia da lasciare il gameplay in secondo piano, relegandolo a puro esercizio e ponendolo dall'altra parte della barriera che ancora lo separa solidamente da una narrativa approfondita.