The Offer S1, la recensione
Un film nato per miracolo “con rischi indicibili e traversie innumerevoli.” (cit.)
Qual è la più famosa “offerta” della storia, citata in un celeberrimo film americano? Quella che non si può rifiutare, quella de Il Padrino, diretto da un Francis Ford Coppola allora 33enne e in cerca di rilancio per la sua carriera. Il film, vincitore di tre Oscar, è divenuto un caposaldo di genere, con record di incassi e un incredibile impatto culturale, citato innumerevoli volte in altri film, canzoni e serie televisive.
La serie The Offer, assolutamente imperdibile per ogni appassionato di cinema, è basata sul libro scritto da Albert S. Ruddy su questa esperienza, allora giovane sceneggiatore già di successo ma aspirante produttore. E d’ora in poi consigliamo chi la vedrà di tenere Google sempre aperto e a portata di mano, perché per ogni personaggio che entrerà in scena (tutti realmente esistiti), verrà la voglia di andare a leggerne in modo approfondito vita e carriera.
Perché Ruddy stesso, che in 50 anni di carriera ha prodotto film come Quella sporca Ultima Meta e Million Dollar Baby, è uno che ci piacerebbe avere una sera a cena, per farci raccontare tutti quei meravigliosi aneddoti, le svolte del destino, le casualità, le coincidenze, i colpi di fortuna, gli incontri e gli scontri che tutti insieme concorrono a far sì che un film esista, che da un’idea, da una pagina scritta, si passi su uno schermo.
Che Cosa Nostra e Sinatra in primis fossero ostili all’idea che il già detestato libro di Mario Puzo, Il Padrino, balzato in testa alle classifiche nel 1969, diventasse un film, era cosa nota. Ma il film non si focalizza solo su quell’argomento, che comunque da solo sarebbe stato in grado di fermare la produzione. Non ci saranno infatti solo i problemi con i mafiosi e l’appena creata Lega dei Diritti Civili degli italoamericani, fondata dal capo mafioso Joseph Colombo. E nemmeno la faida sanguinaria fra due famiglie mafiose esplosa in quel periodo.
A mettersi di traverso, in un’alternanza logorante quando non in sovrapposizione, gli elementi erano tanti. Li elenchiamo: la personalità a dir poco dirompente ma anche destabilizzante di Bob Evans, mitico produttore hollywoodiano, divo a sua volta. L’atteggiamento di Paramount, casa di produzione di proprietà della Gulf & Western, che si occupava di petrolio e varie altre attività, interessata solo agli attivi di bilancio e non alla qualità “artistica” dei prodotti.
Quindi è inevitabile citare Charles Bludhorn, il “padrone del vapore” di teutonica durezza ma non del tutto ottuso. Così pure non aiutava il caratteriale Coppola, che in nome della qualità artistica si sarebbe fatto ammazzare, a ragione ostinato nella scelta degli attori che fortissimamente voleva, circondato da altre “prime donne” quali il direttore della fotografia e lo scenografo (Gordon Willis e DeanTavoularis).
C’era poi da prendere in considerazione la personalità di attori come il monumento Brando, e l’emergente e nevrotico Al Pacino. E Ruddy stesso, vero scoglio cui tutti si aggrapperanno, a sua volta era scosso da una moltitudine di eventi, inimmaginabili quando decise di intraprendere questa strada. “Io faccio i film”, risponderà a un’amica che lo interrogava sulla sua attività, e la ragazza non capirà, equivocherà (regista, attore?). Ma Ruddy voleva essere quello che i film li faceva e li portava al successo, come figli.
La serie è stata ideata e sviluppata da Michael Tolkin, uno che ama indagare fra le quinte del dorato mondo del cinema, come si era visto già nel lontano 1992, quando scrisse la sceneggiatura del memorabile The Player, diretto da Robert Altman. A fare di The Offer il successo che sarà, concorre il cast sublime. Se Miles Teller è granitico e infrangibile nella sua determinazione, la vera sorpresa arriva da Matthew Goode, attore inglese spesso destinato a ruoli legati al suo bell’aspetto di classe, che non gli hanno mai dato l’occasione che qui ha avuto. Il suo Robert Evans diventa un personaggio epico, un uomo davvero larger than life, che quando è in scena si divora tutti gli altri. Chissà se verrà candidato e premiato nella prossima stagione dei vari Awards.
Juno Temple (Vinyl, Ted Lasso) è la segretaria tuttofare, personaggio dalle capacità mitiche, mentre Colin Hanks interpreta uno degli avversari più feroci di Ruddy, l’altezzoso avvocato Barry Lapidus. Una menzione a parte per Dan Fogler, l’adorabile panettiere “babbano” della saga Animali Fantastici e Dove Trovarli, che è un Francis Ford Coppola semplicemente irresistibile. Giovanni Ribisi si mostra a suo agio nei panni del boss mafioso Joe Colombo.
Se qualcuno degli attori chiamati a interpretare mostri sacri come Pacino o Brando inizialmente non convincesse, per una somiglianza non perfetta, sarà la loro bravura a farceli amare, mentre sotto i nostri occhi “diventano” Vito, Sonny e Michael Corleone. Deliziosa anche la comparsata di Lou Ferrigno, vero scagnozzo della mafia che finirà nel film nella parte di Luca Brasi e capiremo il perché del suo stentato eloquio.
The Offer è una di quelle serie tv che riconciliano con la vita, che episodio dopo episodio ci fanno entrare in quel mondo che (se cinefili) amiamo più di ogni altro, e dalla quale alla fine ci spiace dover uscire per tornare alle nostre vite spesso banali. Qualche volta però, per quei pochi che se la sono meritata, la vita è proprio un film.