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The Order 1886: un sospiro di sollievo - prova

Il nuovo Gears of War è su PlayStation 4.

Londra - "Datemi un pettine, perché mi ha spettinato". D'altronde non potevo dire altro al termine della mia prova di The Order: 1886 in occasione del Preview Event di Sony, in occasione del quale Sony ha anche festeggiato i vent'anni di carriera del suo marchio più famoso, almeno tra noi videogiocatori.

E a ben guardare basterebbe quest'affermazione per darvi un'idea di ciò che ho visto, ma il senso del dovere è una brutta cosa per cui mi accingo a scrivervi anche il resto dell'articolo. Che parla di un titolo che, a mio personalissimo avviso, è semplicemente il Gears of War dell'attuale generazione di console. Mi è bastato infatti mettere le mani sul pad per provare la stessa sensazione di stupore di quando vidi per la prima volta il capolavoro degli Epic Games. Che avrebbe segnato un'epoca e, forse, anche le sorti di una generazione di console.

Per essere chiari parlo di quella sensazione che ti fa stropicciare gli occhi e chiedere se è tutto vero, se stai veramente assistendo a qualcosa generata in real-time e non a un filmato in computer grafica; quello stato d'animo che ti fa stare lì due minuti fermo nello stesso posto, a scrutare il modo in cui si muovono gli abiti dei personaggi, i loro capelli, i dettagli che s'intravvedono all'orizzonte o come i raggi di luce illuminano gli ambienti. E chi se ne frega se dovresti fare tutto in fretta, perché dietro di te c'è la coda di giornalisti che aspettano il loro turno...

Eppure non è questa la prima volta che ho visto The Order: 1886, perché ci avevo già messo le mani sopra allo scorso E3. Ma questa è la volta in cui è scoccata la scintilla. Al punto che a ben guardare è lecito domandarsi se il filmato mostrato all'E3 del 2013 sia stato il modo migliore d'introdurre un titolo che va ben oltre la lotta tra uomini e mostri in un'abusata Londra vittoriana. Anche se declinata in chiave steam punk.

La sparatoria nelle cucine dell'Agamennon metterà in mostra la vostra capacità ai fornelli!

Quando mi trovai a commentare la prima apparizione di The Order: 1886 sull'allora next (e ora current) gen di console, non mi spellai le mani in un applauso a scena aperta. Né lo feci quest'anno a Los Angeles, quando ebbi modo di provare una sezione giocabile, sebbene mi fece intravvedere ciò che scritto qui sopra, e cioè che The Order: 1886 ha tutte le carte in regola per essere il nuovo re dei Third Person Shooter. Con anche tutti i difetti del caso, sia chiaro...

Il primo, inevitabile, è la linearità dei livelli. Quella di Gears of War non è una serie che abbia sdoganato le meccaniche open world presso le grandi masse, e i moderni cavalieri della tavola rotonda ideati da Andrea Pessino & Co. non sono da meno. Ma non ha avrebbe senso puntare il dito contro una caratteristica che definisce il genere d'appartenenza di ciò di cui sto scrivendo.

Il secondo difetto, altrettanto inevitabile, riguarda le meccaniche, che ci vogliono saltare da una copertura all'altra dall'inizio alla fine del gioco, il che alla lunga può stancare i palati meno raffinati. Ma, ancora volta, stiamo parlando di un TPS che vuole inserirsi nel solco tracciato a suo tempo da Epic Game. E poi ci sono anche le sezioni stealth.

Sia chiaro, non stiamo parlando del nuovo Thief ma di un gioco che dimostra, unicamente in queste fasi, alcune analogie con l'ultimo Assassin's Creed. Come all'inizio della missione che abbiamo giocato e che ci ha visto iniziare all'esterno di un gigantesco dirigibile di nome Agamennon, lungo le cui 'rotonde' pareti i protagonisti del gioco si calavano come degli SWAT ante-litteram. Fino a quando qualcuno non ha trovato un portello per entrare al suo interno e iniziare a giocare a nascondino coi nemici per una buona manciata di minuti.

The Order: 1886 nello spettacolare trailer mostrato a The Game Awards 2014.

In questo frangente, oltre ad ammirare una grafica incredibilmente definita e una ricchezza poligonale degli scenari da mascella slogata, ci siamo dovuto infiltrare tra le file nemiche senza farci vedere, pena una morte prematura del nostro personaggio. Che poi solo pochi minuti dopo sarà in grado d'incassare uno spropositato quantitativo di danni, ma vabbè, la coerenza non è mai stata di casa nel mondo dei balocchi digitali.

In questi momenti il protagonista avanzava acquattato come Arno, e come lui usava le copertura per nascondersi alla vista dei nemici. E sempre come nel gioco di Ubisoft, non era possibile spostare i cadaveri dei nemici. Ciò nonostante abbiamo potuto ammirare alcune finezze, come la mano del protagonista che si muove verso il coltellaccio sulla schiena in prossimità del nemico. Una meccanica che ci avvisa che dovremo stare attenti, perché di lì a poco dovremo effettuare l'uccisione. Che non sarà automatica ma dovrà essere effettuata premendo col giusto tempismo il tasto Triangolo.

Altre variazioni sul tema le abbiano notate quando abbiamo dovuto disabilitare alcune centraline premendo al momento giusto i due stick analogici, o quando durante un concitato combattimento abbiamo dovuto guardarci intorno con lo stick destro, per vedere quale fosse il tasto da premere per vincere il QTE. Perché anche gli eroi vanno sotto pressione quando combattono.

Più canoniche le fasi di scassinamento delle porte, col solito minigame che ci farà ruotare delicatamente lo stick destro, ma già da questo è chiaro che The Orde:r 1886 non si limita a scimmiottare Gears ma cerca di arricchirne il gameplay con meccaniche attinte da altri generi.

Calarsi lungo le pareti dell'Agamennon è stato un inizio davvero spettacolare.

Superata la fase stealth è giunto finalmente il momento di combattere e anche in questo caso la sezione provata è stata particolarmente gustosa. Dopo una breve fase di cecchinaggio, infatti, abbiamo dovuto raccogliere pistole automatiche, fucili pesanti e mitragliatori dalle mani dei nostri avversari, avanzando di copertura in copertura attraverso le cucine fino alla fine della nostra sessione.

E qui l'azione ha preso ritmo, complice anche la geniale trovata di far tremare leggermente l'inquadratura a ogni raffica di proiettili. Un espediente facile a dirsi quanto efficace nel rendere la concitazione del momento, che affiancato al force feedback dà realmente l'illusione di avere tra le mani un'arma da fuoco. E poi, immancabili, ci sono anche le uccisioni da dietro la coperture, che nel nostro caso ci hanno visto 'grigliare' le facce dei nemici sui fornelli, ma che chissà cos'altro ci mostreranno a seconda del contesto.

Superata la resistenza avversaria siamo finalmente giunti sul punte dell' Agamennon, dove l'equipaggio stava imbarcando i passeggeri su delle piccole mongolfiere di salvataggio, restituendo al tutto un tocco di surrealismo che per un attimo mi ha riportato a BioShock Infinite.

Ancora pochi istanti e la nostra demo sarebbe terminata ma ancorché fugace, l'esperienza con The Order: 1886 è stata davvero convincente. Da un lato per le atmosfere, davvero insolite, dall'altro per le sue meccaniche che, con l'aggiunta delle sezioni stealth, ampliano non poco l'offerta rispetto alla concorrenza. C'è chi ha storto il naso di fonte a un gameplay più compassato rispetto al solito ma un'azione più riflessiva è anche un modo per pianificare meglio le proprie azioni senza doversi necessariamente gettare a testa bassa nella mischia.

The Order: 1886, come già ricordato, significa livelli produttivi elevatissimi. A partire dalle musiche hollywoodiane per passare a un doppiaggio perfetto (speriamo sia possibile godere il gioco anche in lingua originale), tutto è curato come le pettinature dei protagonisti. La direzione artistica, le architetture degli scenari e le animazioni sono di massimo livello, al punto che gli sguardi senz'anima dei protagonisti spingono a pensare che il problema non tecnico ma metafisico.

Certo, The Order: 1886 è anche molto furbo, con un campo visivo di qualche grado sotto la media e le bande "cinematografiche". A un occhio attento si vede che c'è del mestiere dietro certe scelte pensate per ridurre i calcoli ma va anche detto che c'è chi con questi accorgimenti è riuscito a realizzare The Evil Within, mentre qui abbiamo lo stato dell'arte su PlayStation 4.

The Order: 1886 uscirà il prossimo 20 febbraio e l'attesa già pare fin troppo lunga, il che è probabilmente il miglior attestato di stima che si possa tributare ai Ready at Dawn. Al tempo stesso, però, l'industry dei videogiochi quest'anno ha dimostrato un talento notevole nel riuscire a rovinare prodotti sulla carta perfetti. Facciamo allora gli auguri ad Andrea Pessino e soci, perché abbiamo bisogno di qualcosa che torni a farci sognare.

Avatar di Stefano Silvestri
Stefano Silvestri: Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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