The Pedestrian - recensione
Le avventure di un… pedone!
I puzzle game sono un genere con una funzione ben precisa, e non di poco conto. Qualsiasi siano i vostri titoli preferiti o le vostre preferenze rispetto a quanta azione volete, i puzzle game sono un rifugio sicuro per quei momenti in cui si desidera qualcosa di diverso dal solito, leggero e magari vagamente intellettualmente stimolante.
Fatichiamo a chiamarli "riempitivo" ma sicuramente sono uno di quei generi approcciabili da tutti, grazie alle scarsissime barriere all'ingresso e al tipo di gameplay immediatamente riconoscibile da chiunque. Il concetto di enigma infatti è familiare a tutti, e la progressione enigma-soluzione-avanzamento è una delle più antiche nel mondo dei videogiochi.
C'è anche da dire che il settore ha visto i puzzle game reinventarsi in mille salse diverse, nonché ibridarsi in altri generi, proprio grazie a questa 'universalità' e facile riconoscibilità. The Pedestrian è solo l'ultimo di questi puzzle game che si reinventano costantemente, aggiungendo ogni volta qualche elemento di originalità al mix. I trailer visti sulla rete nei mesi precedenti ci hanno incuriosito, soprattutto per l'interessante giustapposizione tra ambienti 3D ed enigmi in 2D, ed è giunto il momento di vedere di cosa si tratti.
The Pedestrian ruota intorno a un concetto molto semplice, ma anche estremamente efficace. La soluzione dei puzzle è legata a una telecamera che esplora un ambiente 3D scorrendo orizzontalmente e verticalmente. I puzzle sono presentati su pannelli letteralmente appesi in questi ambienti, cosa che li rende degli oggetti coerenti con l'ambientazione e ci dà la sensazione di muoverci e interagire proprio in questo bizzarro mondo tridimensionale. Ma questo fa solo parte del tema, della presentazione estetica, e ha un impatto limitato sul gameplay in sé, pur costituendo all'inizio una grande sorpresa, e poi un modo piacevole e originale di rappresentare la progressione nel gioco.
I puzzle in sé sono anch'essi molto interessanti perché ruotano intorno a un gameplay almeno in parte originale. Il protagonista, un semplice omino disegnato secondo gli stilemi della segnaletica urbana, segue i comandi muovendosi su pannelli similmente disegnati. Questi pannelli presentano ambienti spartani vagamente collegati tra di loro, dove quel 'vagamente' indica la necessità del vostro intervento.
I pannelli possono essere collegati tra loro tramite porte, scale o aperture di vario tipo e sta a voi comprendere come collegarli nel modo giusto per far raggiungere l'uscita al vostro omino. Questi piccoli ambienti 2D sono anche spostabili e combinabili diversamente, senza alcun ordine predefinito; siete liberi di sperimentare e non c'è una punizione in caso di errore, semplicemente dovete ricominciare da capo se la soluzione non è quella giusta.
Nei pannelli sono presenti vari elementi che rendono le cose sempre più complesse. Si comincia con semplici scale, porte e passaggi sopraelevati per arrivare a trappole, ascensori, leve, piattaforme mobili e meccanismi anche parecchio complessi. Ma la sfida è costituita soprattutto dal mettere i pannelli nell'ordine giusto per far sì che i meccanismi funzionino insieme per garantire al vostro omino la progressione giusta fino all'uscita.
Questo vuol dire che il vostro avatar, uscendo da un pannello, può rientrare in diversi altri e sta a voi decidere quale. Se questo meccanismo vi suona familiare è perché è un po' il concetto seguito da Portal che viene però qui presentato in 2D e con una visuale più strategica e distaccata, da puzzle game classico.
I pannelli, pur mantenendo lo stesso stile urbano minimalista, cambiano leggermente tematica passando da ambienti industriali (con nastri trasportatori, presse, piattaforme, laser) a circuiti elettrici da collegare utilizzando principi diversi, e altri che non vi spoileriamo. I meccanismi in gioco si fanno via via più complicati e vengono introdotti nuovi concetti in ogni gruppo di livelli, che richiedono un approccio sempre più strutturato e con requisiti sempre più complessi.
Tra un enigma e l'altro ci sono anche livelli semplici in cui non vi viene richiesto di sistemare i pannelli in ordine né di risolvere particolari trabocchetti, ma semplicemente di procedere con un minimo di attenzione e destrezza, come se fosse un semplice platformer. Si tratta solitamente di pochi secondi di relax tra un puzzle e l'altro.
Il collegamento con gli ambienti 3D sottostanti, come detto, è perlopiù ininfluente ma in alcuni punti si fa un poco più interattivo legando le vostre azioni alla progressione in maniera diretta, ad esempio richiedendovi di riattivare dei circuiti per far funzionare un treno che vi porterà al livello successivo.
L'aspetto estetico, quindi, è francamente splendido e intrigante, soprattutto per un puzzle game. I movimenti di camera e le transizioni sono perfette e The Pedestrian funziona come una piccola macchina narrativa che racconta una storia semplice chiedendovi un input decisivo per procedere. Anche la musica, leggera e non intrusiva, è una scelta perfetta per l'ambientazione light e un po' sognante di The Pedestrian. Gli effetti sonori invece sono per lo più inesistenti e, anche se si tratta di una scelta in linea con l'atmosfera armoniosa e pacata, ci sembra si sia persa un'opportunità per caratterizzare ulteriormente il gioco.
The Pedestrian è completamente lineare e i suoi sette livelli necessitano dalle cinque alle otto ore di gioco per essere completati. Non si tratta quindi di una grande quantità di gameplay, soprattutto considerando il prezzo un po' elevato di 16,79 euro.
Questa è probabilmente l'unica vera pecca di The Pedestrian, un'esperienza di gioco un po' corta e un prezzo non proprio amichevole. Per il resto si tratta di un gioco che mette insieme idee già viste e nuovi concetti, confezionando il tutto in un'ambientazione affascinante e francamente sorprendente.