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The Room - recensione

Non aprite quella scatola.

Dopo essere stato per anni una tra le produzioni mobile più gettonate ed apprezzate dagli utenti in cerca di una sfida accessibile, ma pur sempre intrigante, il sorprendente The Room debutta anche su console, sull'unica, per la precisione, che ha tutto il necessario per riprodurre il gameplay così come è stato originariamente architettato dai suoi creatori.

Senza girarci troppo intorno, siamo di fronte ad un puzzle game che si prende la libertà di introdursi tramite una trama che, per quanto solo abbozzata ed approfondita unicamente tramite alcuni documenti reperibili nel corso dell'avventura, è sufficientemente stuzzicante da fungere da ulteriore incentivo per la risoluzione dei numerosi enigmi che si frappongono tra il videogiocatore ed i titoli di coda.

Le premesse, del resto, sono al contempo affascinanti e cariche di misticismo. Un parente dell'anonimo protagonista è deceduto, lasciandogli in eredità una misteriosa scatola, chiusa ermeticamente al fine di celarne il pericoloso contenuto che mai e poi mai dovrà finire nelle mani sbagliate. Solo al diretto discendente sarà acconsentito di scoprire il mistero che si cela all'interno della cassaforte, a patto, naturalmente, di essere in grado di aprirne ogni serratura, risolvendo puzzle di volta in volta sempre più complessi.

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Non ci saranno personaggi che interverranno, né potrete contare su chissà quali gadget per scassinare o distruggere i meccanismi che tengono serrata la scatola. L'unico strumento che vi aiuterà nell'impresa ha le fattezze di un monocolo che, una volta attivato, mostrerà spesso e volentieri indizi e dettagli altrimenti celati alla vista.

The Room, in fin dei conti, propone un gameplay assolutamente elementare, ideale, come dicevamo, per un pubblico meno smaliziato del solito, ma con il pallino per le sfide che vanno superate affidandosi alla materia grigia, all'intuito, al colpo d'occhio. Non vi sarà chiesto altro, difatti, se non interagire con le varie scatole che andranno aperte, una dopo l'altra, intuendo come funzionano i meccanismi, recuperando oggetti che andranno poi riutilizzati e posizionati correttamente, attivando interruttori e quant'altro vi servirà per avvicinarvi di un altro po' alla scoperta dell'arcano.

Questa riedizione su Nintendo Switch, oltre a fregiarsi di un comparto tecnico non certo stupefacente, ma evidentemente potenziato rispetto all'edizione originale, propone due diversi sistemi di input. Quando si opta per lo schermo di casa, con la console inserita nel suo dock, uno dei due Joy-Con torna utile per interagire con ogni elemento dello scenario tramite giroscopi e puntamento. Al contrario, in modalità portatile, The Room ripropone lo stesso sistema di controllo già visto in azione su smartphone e tablet, ovviamente interamente basato sul touch-screen.

L'avventura non è particolarmente longeva. In massimo cinque ore scoprirete cosa si cela all'interno della misteriosa cassaforte.

Se quest'ultimo se la cava piuttosto bene, nonostante qualche titubanza di troppo nel reagire prontamente alle sollecitazioni ricevute, giocare sul proprio TV è senza mezzi termini frustrante. Non solo passerete più tempo a ricalibrare il puntamento del controller che a fare altro, ma neanche i giroscopi si rivelano all'altezza della situazione, rendendo l'esecuzione di ogni comando una noiosa battaglia spesso e volentieri persino infruttuosa.

Molto meglio lasciar perdere l'effetto scenico del grande schermo, quindi, e gustarsi sul display di Nintendo Switch quello che è un puzzle game che saprà sorprendervi, spesso e volentieri, con una semplicità certo disarmante, vista la totale assenza di una scenografia d'impatto e di altri orpelli estetici, ma che si erge su una serie di enigmi davvero ben congegnati, in certi casi persino geniali.

Il termine di paragone più prossimo che ci viene da fare è il poco conosciuto Open Me!, puzzle game pubblicato sulla sfortunata PS Vita, che sfruttava la realtà aumentata per costringerci a girare letteralmente intorno alla scatola di turno, al fine di intuire il modo per aprirla. La piccola produzione di Fireproof Games fa a meno di questo espediente tecnologico, ma ripropone un concept sostanzialmente identico, ugualmente efficace e soddisfacente.

Effetti luce e modelli poligonali sono stati riprogettati per rendere onore all'hardware di Nintendo Switch. Tuttavia, non aspettatevi niente di particolarmente spettacolare.

The Room non è certamente un capolavoro del suo genere, né si può soprassedere sul fatto che oggi non è difficile trovarlo sugli store digitali di Apple e di Google ad un prezzo davvero stracciato (stiamo pur sempre parlando d un gioco originariamente pubblicato nel 2012). Il porting su Nintendo Switch è certamente un'operazione coerente ed apprezzabile, al netto di qualche problema di troppo per quanto riguarda il sistema di controllo.

Ideale per un pubblico ampissimo, impegnativo al punto giusto, impreziosito da una trama stimolante, a patto di non aspettarsi una nuova pietra miliare del genere, The Room vi saprà divertire e coinvolgere, grazie sopratutto ad un design degli enigmi davvero riuscito.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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