The Secret of Monkey Island: Special Edition
Capolavoro senza tempo.
Se dovessi sintetizzare con un solo vocabolo l'esperienza del primo episodio di Monkey Island non avrei dubbi nello scegliere il termine “ironia”: ogni singolo secondo delle vostre avventure fra le isole caraibiche sarà sospeso sul baratro dell'assurdo e ogni pennellata del gioco sarà in grado di strapparvi quel sorriso che può essere considerato a ragion veduta il marchio di fabbrica di Gilbert e soci.
Riprova ultima della capacità di sapersi non prendere sul serio è che il segreto che dà il titolo al gioco rimarrà tale, sia al termine di questa avventura che per i restanti episodi della serie, lasciando l’amaro in bocca a chi deciderà di mettersi sulla via della pirateria.
Mai come in questo caso però l’adagio “l’importante di un viaggio non è la metà, ma il cammino che si è fatto per giungervi” calza a pennello: è infatti l’insieme delle situazioni in cui Guybrush si ritroverà, la cura nei particolari, gli omaggi ad altre avventure Lucas, quel suo così essere assurdamente naturale o naturalmente assurdo, a rendere così speciale questo gioco, tanto che difficilmente una volta giunti ai titoli di coda si riuscirà a staccarsi dal monitor, quasi aspettando un ultimo colpo di coda.
Spostando l’analisi ad un livello più ampio, comprendendo cioè gli altri episodi della serie, bisogna infine ammettere che, se come detto in precedenza, le uniche migliorie riguardano la rielaborazione della veste grafica, questa nuova riproposizione, anche se distante concettualmente dalla versione originale è probabilmente in grado di suggellare in maniera maggiormente armoniosa il collegamento fra i restanti episodi della serie (di cui almeno il secondo, mi aspetto che venga a sua volta rilasciato in tempi relativamente brevi in edizione speciale), dove i tratti del nostro imbranato amico sono maggiormente cartooneschi rispetto alla “seriosa” rappresentazione della versione del 1990.
Dare una valutazione finale a The Secret of Monkey Island Special Edition è un vero dilemma sia per il corpo che per la mente: brutalmente siamo di fronte ad un semplice porting tecnologico di un gioco che ha fatto la storia del suo settore e che compare in numerose classifiche riguardanti le migliori opere videoludiche di ogni tempo. Ma pur sempre di un remake si tratta.
Fatta questa premessa il voto finale è l'unico voto che sia possibile dare ad un gioco perfettamente equilibrato nella sua accessibilità e nella sua capacità di coinvolgere il giocatore e in grado, oggi come allora, di far innamorare i videogiocatori della sorte di un uomo che voleva diventare un pirata. Un gioco semplicemente magico, che non teme il passare del tempo, le nuove tecnologie, i gusti delle nuove generazioni di videogiocatori e tutta una serie di cose che all'epoca di questo capolavoro eterno, non esistevano nemmeno.