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The Shore - recensione

Il Ciclo di Cthulhu nel nuovo horror lovecraftiano.

Molti titoli si sono ispirati all'universo lovecraftiano e, in particolar modo, al Ciclo di Cthulhu del celebre Howard Phillips Lovecraft. Si tratta di un mondo pregno di oscurità, a tratti claustrofobico e angosciante, controllato da un pantheon di divinità malvagie. The Shore è un costante parallelismo con la mitologia, nonché la palese rappresentazione di un mondo oniricamente blasfemo.

Il protagonista è Andrew, un pescatore alla straziante ricerca di un modo per trovare sua figlia. L'isola deserta su cui vaga è immediatamente ansiogena: la roccia vulcanica dipinge di angoscia il paesaggio circostante, contornato da numerosi relitti e messaggi in bottiglia colmi di disperazione. È successo qualcosa di orrendo ai mittenti di quelle lettere, e bastano pochi passi attorno alla riva per capire quanto l'isola sia profondamente disturbata. Andrew si interfaccerà molto presto con le entità maligne che controllano l'universo, e arriverà al punto da stringere un patto con esse pur di ritrovare sua figlia.

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È disposto a tuffarsi nell'orrida melma oscura, senza alcuna esitazione, e a fronteggiare situazioni che credeva esistessero solo nei libri. Pur di essere aiutato, inevitabilmente, sarà manovrato dalle disgustose redini del male, e commetterà azioni totalmente insensate e prive di chiarezza. Onestamente è ciò che abbiamo vissuto in qualità di giocatori, ovvero affrontare situazioni prive di fondo, e queste sensazioni si sono concretizzate in particolar modo con gli enigmi, di cui parleremo tra poco.

Nel complesso abbiamo dovuto esplorare torri abbandonate, luoghi totalmente estraniati dal mondo e farci strada fra viscere, galassie e tunnel colmi di teschi. Durante il nostro percorso si sono palesate orrende creature pronte a ucciderci con pochissimi colpi, ma abbiamo potuto annientarle o rallentarle grazie all'utilizzo di un artefatto magico.

Quest'ultimo è in grado di rilasciare un potente raggio, capace perfino di aprire porte o di sbloccare meccanismi indispensabili nei vari enigmi, tuttavia troppo semplici e privi di logica. La sensazione che abbiamo provato per tutto il tempo è di aver camminato alla cieca senza avere la più pallida idea di cosa stessimo facendo; avremmo preferito più chiarezza in determinati punti, così da poter vivere un'avventura più gratificante.

Cadaveri, relitti, disperazione. Il padre di Andrew era già a conoscenza di queste orribili storie.

Questo discorso vale in particolar modo per la storia del gioco, che inizialmente sembra ingranare la marcia in modo magistrale, per poi svanire progressivamente lasciando un profondo senso di vuoto e confusione. Il combattimento è pressoché semplice e poco coinvolgente, e saranno numerose le volte in cui dovrete dapprima conoscere il percorso di fuga se vorrete riuscire nel vostro tentativo. Vi ritroverete così a camminare all'indietro mentre attaccherete con l'artefatto le creature che vi inseguiranno: niente di più, niente di meno. Insomma, vivrete il gioco sotto forma di trial and error, ammesso che non siate così fortunati da indovinare al primissimo colpo. Neanche la componente horror è riuscita troppo nel suo intento: alcuni intramezzi hanno spezzato potenziali momenti di puro terrore, conseguentemente ad animazioni grafiche poco "sorprendenti".

Insomma, questa recensione non è stata introdotta nel migliore dei modi, ma si tratta di elementi troppo importanti per essere trascurati. Nonostante ciò, sentiamo di elogiare il gameplay e il comparto grafico: ci saremmo aspettati un simulatore di camminata, e quindi di essere guidati da una narrazione semplicemente spaventosa e priva di troppe interazioni. Ebbene, tralasciando i combattimenti poco entusiasmanti e gli enigmi decisamente elementari, l'esperienza di gioco si è rivelata piuttosto dinamica, e ha permesso fino a un certo punto di creare una sorta di empatia con Andrew.

Fino a circa metà gioco potrete infatti usufruire dell'inventario per analizzare tutti gli oggetti raccolti; le riflessioni del protagonista saranno dettagliate e profonde, e potrete capire meglio le dinamiche della storia. Uomini morti misteriosamente, sacrifici umani e richieste d'aiuto prima di un'inevitabile fine atroce: riuscirete a colmare quasi tutti i tasselli mancanti del puzzle, ma all'improvviso la storia sembrerà prendere una strada completamente diversa.

L'inventario permetterà di osservare ogni oggetto raccolto e di riflettere su quanto accaduto. Strane monete dai simboli esoterici faranno da fulcro all'intero gioco.

Ad ogni modo il gameplay ha una durata di due ore e mezza, motivo per cui abbiamo voluto sottolinearne maggiormente le problematiche. Il comparto grafico, tuttavia, è straordinario; la cura nei dettagli è minuziosa e dona all'esperienza di gioco una maggiore completezza. Abbiamo iniziato l'avventura con scorci meravigliosi e l'abbiamo conclusa in luoghi astratti dai colori e dai riflessi quasi ipnotici. In diversi momenti siamo rimasti piacevolmente sorpresi, riuscendo ad accantonare temporaneamente i difetti elencati poco fa.

Anche il comparto audio ha dato un ottimo contributo: musiche malinconiche e suggestive si sono alternate a suoni in grado di angosciare e inquietare profondamente. Non aspettatevi jump scare o momenti di puro terrore: The Shore è un'esperienza molto tranquilla in realtà, ma non per questo incapace di intrattenervi. Purtroppo, tuttavia, non è prevista la localizzazione in Italiano, di conseguenza chiunque non conosca la lingua inglese rischia di concludere la storia con ulteriore confusione.

Da un punto di vista prettamente tecnico il gioco non ha mai dato filo da torcere: il frame rate è rimasto piuttosto stabile e non siamo mai scesi al di sotto dei 160 FPS. Solo in alcuni punti il controllo del personaggio ci è parso molto tedioso, a causa dei muri invisibili che numerose volte ne hanno intralciato il percorso. Come potrete capire, si tratta di un gioco senza troppe pretese e, soprattutto, sviluppato da un'unica persona.

Cosa fareste se il vostro mondo fosse in balia di una creatura simile?

Quest'ultimo dettaglio merita di essere chiarito: Ares Dragonis ha compiuto il suo primo passo nel mondo videoludico, ma The Shore può ugualmente intrattenere, seppur per un lasso di tempo davvero breve. Nonostante le sbavature impossibili da ignorare, sentiamo comunque di scagliare una lancia a favore dell'esperienza complessiva, arricchita piacevolmente da uno splendido comparto grafico.

È sicuramente un titolo consigliato agli appassionati del genere e, soprattutto, a coloro che non abbiano voglia di storie troppo complesse o terrificanti.

6 / 10
Avatar di Stefania Netti
Stefania Netti: Classe 1995, Stefania ama follemente qualsiasi videogioco dalla trama coinvolgente, non a caso si definisce una “cacciatrice di emozioni”. Nella sua lista non possono mancare le avventure grafiche e, tra una sessione e l’altra di gaming, coccola i suoi gatti.

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