The Silver Case 2425 - recensione
Un nostalgico viaggio nel 1999.
La console ibrida della grande N ha accolto un titolo più che ventennale. Sono state diverse le riproduzioni di giochi di una certa annata; alcuni, proprio come il vino, diventano ancora più pregiati. Talvolta la loro rinnovata presenza è un vero onore per i fan, ed è un tuffo nel passato che può ancora trasmettere tanto.
Con The Silver Case 2425 facciamo un viaggio rispettivamente nel 1999 e nel 2005. Proprio come un ottimo vino, i due episodi di questa collezione sono invecchiati davvero bene. La loro essenza è rimasta pressoché invariata, soprattutto sul fronte narrativo, ma sono state effettuate diverse rifiniture che hanno arricchito maggiormente la collezione.
Tra i sistemi originali rientra soprattutto il gameplay, con i suoi pregi e difetti da analizzare con grande attenzione. Ebbene, The Silver Case è una perla estremamente di nicchia, e per ovvi motivi non è facile apprezzarla. Ci riferiamo anche alla presenza di un linguaggio piuttosto forte, che non tutti potrebbero gradire.
Partiamo dalla trama, un groviglio intenso e ricco di innumerevoli sfaccettature. Il fulcro della storia ruota intorno al serial killer Kamui Uehara, autore del Caso Argentato. Il Giappone è ormai una catena inarrestabile di omicidi, in un racconto dai toni decisamente seri e cruenti. A intervenire, in una lotta contro il tempo, è il ventiquattresimo distretto, di cui facciamo parte come protagonisti.
Questa collezione comprende anche The 25th Ward, episodio riguardante il venticinquesimo distretto, e anch'esso si concentrerà sugli atroci crimini che agguantano la zona di Kanto. Quest'ultimo è ugualmente importante da giocare, perché vi permetterà di avere le idee ancor più chiare e di avere un quadro completo sull'intera avventura. Ad ogni modo, un elemento accomuna i due episodi: all'inizio non sarà semplice entrare nell'atmosfera di gioco, anzi, la storia impiegherà diverso tempo per iniziare a coinvolgervi. Ciò dipende sia da una certa lentezza che da un vero e proprio "marchio di fabbrica" di Suda51. Il lato positivo è che, trascorsa la prima ora di gioco, le vicende di questo thriller potranno coinvolgervi davvero tanto.
In questa recensione vogliamo quindi riferisci soprattutto agli amanti del genere, tuttavia mettendo in guardia i nuovi giocatori. Potreste concludere la storia con tante domande prive di risposta, così come potreste non capire affatto le tematiche presentate. Tutto ciò dipende sicuramente dall'eccessiva presenza di dialoghi contorti, che prevalgono sull'aspetto prettamente interattivo.
Un punto a sfavore è dato anche dalla mancata localizzazione in Italiano, di conseguenza i complessi dialoghi in lingua inglese potrebbero non essere ben capiti. Nonostante questi dettagli, abbiamo davvero apprezzato The Silver Case 2425 e crediamo che meriti di essere giocato in tutta la sua essenza.
I fan capiranno bene a cosa ci riferiamo: The Silver Case è quel tesoro nascosto in grado di prendere il giocatore, coinvolgerlo e sconvolgerlo. Si tratta di un mondo distopico in cui veniamo proiettati quasi con violenza, da cui restiamo tanto sconvolti quanto estasiati. Sarà che le vicende che riguardano Kamui sono talmente forti e impattanti da volerne scoprire di più tassello dopo tassello.
Sarà che l'essenza dell'ormai lontano 1999 è un tasto debole per noi nostalgici, eppure crediamo che il nostro medium necessiti di titoli simili. Per quanto quest'ultimi siano complessi, contorti, capaci di sconvolgere e confondere la mente umana. Quasi ogni sfaccettatura si sposa bene, perfino il linguaggio crudo e sfacciato che caratterizza l'ampio cast di personaggi, ognuno dall'identità ben definita.
Il comparto grafico si fonda su vignette animate, dal classico tratto fedele agli ormai anni 2000. Paradossalmente è una sfaccettatura che abbiamo gradito molto e che ha funzionato bene. A contribuire è stata la splendida colonna sonora di Masafumi Takada, conosciuto anche per le riproduzioni musicali di Danganronpa.
Questi elementi hanno reso speciale The Silver Case, che abbonda senza limiti sul tratto noir e thriller. Anche dal punto di vista tecnico non abbiamo riscontrato alcun problema, ma il sistema interattivo resta uno dei punti deboli. Non fraintendeteci, crediamo che questo titolo sia un piccolo capolavoro, tuttavia ostacolato da un gameplay potenzialmente tedioso. Gli stessi sviluppatori ci hanno messi in guardia nel tutorial, con la consapevolezza di poterci interfacciare con meccaniche confusionarie.
A rendere l'interazione più lenta è l'obbligo di scegliere dapprima il comando designato. Tramite la levetta analogica destra, infatti, potrete scegliere se muovervi, interagire con un oggetto o se accedere alle opzioni di gioco. Ogni singola volta che dovrete spostarvi, quindi, dovrete prima selezionarne il comando. Si tratta di una scelta interattiva che non ci ha fatto impazzire, ma a cui fortunatamente ci siamo abituati dopo poco. Abbiamo molto apprezzato, invece, la presenza di enigmi. Non essendo troppo complessi, hanno reso il procedimento con la storia piuttosto scorrevole e coinvolgente.
Insomma, The Silver Case 2425 è un'esperienza davvero particolare e complessa. È assolutamente consigliato agli amanti del genere, ma potrebbe disorientare i nuovi giocatori, soprattutto chi non abbia una buona conoscenza della lingua inglese.
Per noi è stato un piacevole tuffo nel passato, che non perde di valore neanche dopo più di vent'anni. Anzi, abbiamo ricevuto la conferma di starci interfacciando con una perla quasi indimenticabile.